1- L’AFFARE DELLA SEGRETARIA A SBAFO DI BERSANI PAGATA DAI CONTRIBUENTI SI INGROSSA: UNA TRUFFA DA 150MILA EURO, UN ANNO E MEZZO DI STIPENDIO DA "SEGRETARIA" - 2- INDAGATO ANCHE L’EX CAPO DI GABINETTO DI ERRANI (CONSIGLIERE CAPO DELLA CAMPAGNA DI BERSANI). L’ACCUSA È ABUSO D’UFFICIO. IL FINIANO RAISI: “ZOIA VERONESI NOMINATA DIRIGENTE SENZA ESSERE LAUREATA, È UN’ANOMALIA”. IL MISTERO DELL’UFFICIO FANTASMA DI ZOIA: CREATO CON LEI NEL 2008, VIENE SOPPRESSO APPENA LO LASCIA NEL 2010 - 3- L’EX CAPO DI GABINETTO DI ERRANI NON CI STA A FARSI IMPALLINARE: “NON DECISI DA SOLO” - 4- LA NOMINA DELLA SEGRETARIA DI BERSANI PASSÒ DUE VOLTE IN GIUNTA. L’AFFAIRE SI ALLARGA DIRETTAMENTE AL GOVERNATORE VASCO ERRANI, FEDELISSIMO DI CULATELLO -

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Pier Luigi BersaniPier Luigi BersaniPierluigi BersaniPierluigi Bersani

1- BOLOGNA. SEGRETARIA BERSANI, SOLAROLI INDAGATO ABUSO UFFICIO
EX CAPO GABINETTO ERRANI FIRMO' DETERMINA PER DISTACCO

(DIRE) - L'ex capo di gabinetto di Vasco Errani, Bruno Solaroli, e' indagato per abuso d'ufficio nell'inchiesta della Procura di Bologna sull'incarico affidato nel maggio del 2008 a Zoia Veronesi, l'ex segretaria di Pier Luigi Bersani, incaricata dalla Regione Emilia-Romagna di stare a Roma per curare i rapporti col Parlamento. Se Veronesi e' accusata di truffa (gli inquirenti credono che in realta' non abbia mai svolto l'attivita' per cui e' stata pagata dalla Regione per un anno e mezzo, a Solaroli e' contestato l'abuso d'ufficio, per aver firmato la determina in cui ha nominato Veronesi 'dirigente professional' e le ha dato l'incarico di curare i rapporti con le istituzioni centrali e il Parlamento. (SEGUE)

2- SOLAROLI INDAGATO DA TEMPO
(DIRE) - L'iscrizione nel registro degli indagati di Solaroli, a quanto si apprende, e' abbastanza 'datata'. Avvenne poco dopo l'apertura del fascicolo, che ipotizzava l'abuso d'ufficio sulla base dell'esposto presentato dal deputato Fli, Enzo Raisi, nel marzo del 2010.

PIERLUIGI BERSANI E VASCO ERRANIPIERLUIGI BERSANI E VASCO ERRANI pier luigi bersanipier luigi bersani

Poi la posizione di Solaroli e' rimasta ferma, mentre le indagini affidate alla Guardia di finanza dal pm Giuseppe Di Giorgio, proseguivano. Ora che gli accertamenti sono arrivati a un punto d'arrivo (gli inquirenti non hanno trovato traccia del lavoro svolto da Veronesi a Roma in quell'anno e mezzo) e che la Procura ha deciso di contestare a Veronesi la truffa aggravata ai danni della Regione Emilia-Romagna (le e' stata inviato un avviso di garanzia un paio di settimane fa), la posizione di Solaroli potrebbe cambiare.

Potrebbe, forse, essere chiamato a rispondere della truffa in concorso con la segretaria storica di Bersani. Di certo il suo ruolo, in questo momento, e' nel mirino degli inquirenti, che hanno acquisito tutte le carte relative al suo incarico a Roma e studieranno bene le determine firmate da Solaroli, all'epoca capo di Gabinetto di Vasco Errani, per attribuire il ruolo di "dirigente professional" a Veronesi e per darle l'incarico. Raisi, nell'esposto, ipotizzava che si fosse trattato di un 'sistema' architettato a tavolino per permettere a Veronesi, fino ad allora in servizio al ministero come responsabile della segreteria di Bersani, di rimanere a Roma per occuparsi di Bersani dopo la caduta del Governo Prodi.

BERSANIBERSANI solaroli brunosolaroli bruno

3- RAISI: VERONESI DIRIGENTE SENZA LAUREA, ANOMALIA - "NON SI PUO' FARE IL DIRIGENTE PUBBLICO E LAVORARE PER PARTITO"
(DIRE) - In Emilia-Romagna "c'e' un sistema che purtroppo confonde spesso Stato e partito. Ma sono due cose diverse: non si puo' fare il dirigente pubblico e lavorare per il partito". Enzo Raisi, deputato Fli, torna sull'inchiesta che vede indagata per truffa Zoia Veronesi, segretaria storica di Pier Luigi Bersani: inchiesta innescata proprio da un suo esposto presentato nel 2010. "Oggi- dice Raisi dai microfoni di Radio Tau- prendo atto che quegli esposti (il deputato, all'epoca del Pdl, ne presento' diversi, ndr) avevano la loro fondatezza".

Dunque c'e' la "soddisfazione di aver fatto il mio dovere. Mi dispiace che la notizia su Veronesi sia uscita adesso, in tempo di primarie, ma io gli esposti li ho presentati piu' di due anni fa...". La Procura, aggiunge Raisi, dice che del lavoro di Veronesi a Roma (dove avrebbe dovuto occuparsi dei rapporti col Parlamento per conto della Regione), non c'e' traccia: "Fra l'altro fu cooptata, non ci fu neanche un concorso, e Veronesi non e' laureata, cosa anomala" per chi ha un incarico da dirigente.

VASCO ERRANIVASCO ERRANI

Quanto al suo incarico, "io sono stato eletto deputato nel 2001, ma Veronesi non l'ho mai conosciuta: un'altra anomalia". Su Facebook interviene nella vicenda anche Federica Salsi, consigliera comunale a Bologna del Movimento 5 stelle: "Il Pd ha il vizietto... assumere persone con la qualifica di dirigente che pero' non possono avere perche' non laureate", dice richiamando il caso di Marco Lombardelli a Palazzo d'Accursio. L'ex capo di gabinetto del sindaco Virginio Merola scelse poi di dimettersi.

ZOIA VERONESI SEGRETARIA DI BERSANIZOIA VERONESI SEGRETARIA DI BERSANI

4- L'UFFICIO ROMANO DELLA VERONESI: ISTITUITO CON LEI NEL 2008, SOPPRESSO NEL 2010 APPENA LO LASCIA
Scrive Francesco Alberti su "Il Corriere della Sera": Quando cade il governo, la situazione si fa confusa. A maggio 2008, la Regione Emilia-Romagna istituisce a Roma la figura dirigenziale di «Raccordo con le istituzioni e il Parlamento», poltrona sulla quale 3 giorni dopo siede la Veronesi, per rimanerci fino al 2010. Sono questi 18 mesi sotto la lente dei magistrati. Raisi sostiene che la signora in realtà lavorava per Bersani.

E che di quell'ufficio di «Raccordo» non c'era alcun bisogno, dato che «la Regione dispone di una struttura con una decina di dipendenti a Roma in via Barberinv». Resta il fatto che nel 2010, quando la Veronesi si dimise (per essere assunta dal Pd), l'ufficio viene soppresso. Ora la segretaria è attesa dal pm Giuseppe Di Giorgio, mentre Raisi si toglie sassolini dalle scarpe: «La Procura è cambiata: prima i miei esposti venivano frettolosamente archiviati...».

Enzo RaisiEnzo Raisi

5- SOLAROLI SORPRESO MA TRANQUILLO: NON DECISI DA SOLO - "NON SI PUO' PIU' PROMUOVERE DIPENDENTE? MA DOVE SIAMO ARRIVATI?"
(DIRE) - "Non mi aspettavo di essere indagato, ma sono assolutamente tranquillo sul mio operato". Bruno Solaroli, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Vasco Errani, commenta a caldo la notizia che lo vede indagato per abuso d'ufficio nell'inchiesta portata avanti dalla Procura di Bologna sul distacco a Roma di Zoia Veronesi, la segretaria storica di Pier Luigi Bersani, indagata per truffa.

PIERLUIGI BERSANIPIERLUIGI BERSANI

Solaroli, poi, mette in dubbio che l'atto con cui a Veronesi fu affidata la qualifica di dirigente professional fosse una sua determina: "Potrebbe anche trattarsi di una delibera di giunta, non ricordo. Dovrei guardare tra le carte". In realta' pero' l'esposto presentato dal deputato Fli Enzo Raisi, e che innesco' tutta l'inchiesta, parla espressamente di determine. In ogni caso, "il mio non fu un atto discrezionale, non decisi da solo. Feci una proposta". E anche se fosse stata la Giunta regionale a decidere su Veronesi, "avra' diritto o no di promuovere un dipendente? Ma dove siamo arrivati?", si chiede Solaroli. L'ex capo di gabinetto non ha intenzione per ora di chiedere di essere sentito in Procura: "Aspetto di vedere cosa accadra', io ufficialmente non so ancora niente, le notizie le leggo dagli organi di stampa". E al momento Solaroli non sa neanche se nominera' un legale.

6- SOLAROLI ALLARGA: NOMINA SEGRETARIA DUE VOLTE IN GIUNTA
L'EX CAPO DI GABINETTO DI ERRANI INDAGATO IMPOSTA LA SUA DIFESA

(DIRE) - E' vero che la qualifica di Zoia Veronesi come "dirigente professional" fu attribuita con una determina firmata dall'allora capo di gabinetto del presidente della Regione, Vasco Errani, Bruno Solaroli. Ma e' altrettanto vero che la decisione passo' per due volte in Giunta. A ricostruire le tappe e' lo stesso Solaroli, che, si e' appreso oggi, e' indagato per abuso d'ufficio nella stessa inchiesta portata avanti dalla Procura di Bologna (titolare e' il pm Giuseppe Di Giorgio) e che vede Veronesi indagata per truffa aggravata. La segretaria storica del leader Pd Pier Luigi Bersani, ripercorre Solaroli, "aveva la qualifica di 'dirigente professional' fin dal primo gennaio del 2002".

pier luigi bersanipier luigi bersani

Non fu quindi lui a dargliela, visto che arrivo' in viale Aldo Moro nel 2003. "La qualifica la mantenne fino al 2006, quando entro' in aspettativa per seguire Bersani al ministero dello Sviluppo economico". Con la caduta del governo Prodi, a gennaio 2008, Veronesi torna in Regione: "Ma nel frattempo la sua qualifica era decaduta". Cosi' a maggio arriva la decisione di ridargliela, in un processo di riorganizzazione complessivo.

7- TRUFFA SEGRETARIA BERSANI CALCOLATA IN 150.000 EURO - PER STIPENDI DA "DIRIGENTE PROFESSIONAL" E RIMBORSI
(DIRE) - E' di circa 150.000 euro l'ammontare della truffa che viene contestata dalla Procura di Bologna a Zoia Veronesi, la segretaria storica di Pier Luigi Bersani. Veronesi e' stata indagata per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia-Romagna in relazione all'incarico che ottenne da viale Aldo Moro alla fine del maggio 2008 e che mantenne per circa un anno e mezzo: i 150.000 euro sono dati dalla somma degli stipendi percepiti (in quanto "dirigente professional", una qualifica che le fu attribuita appena tre giorni prima di affidarle l'incarico) e per una serie di rimborsi legati al ruolo di incaricata di curare i rapporti col Parlamento per conto della Regione.

Pierluigi BersaniPierluigi Bersani

L'ipotesi degli inquirenti, che si sono mossi sulla base dell'esposto presentato dal deputato Fli Enzo Raisi, e' che Veronesi a Roma non abbia mai fatto cio' per cui e' stata pagata dalla Regione: le indagini svolte dalla Gdf, infatti, non hanno trovato riscontri o giustificativi che testimonino il suo lavoro. A firmare le due determine con cui prima venne data a Veronesi la qualifica di "dirigente professional" e poi l'incarico e' stato Bruno Solaroli, all'epoca capo di gabinetto di Vasco Errani in viale Aldo Moro. A Solaroli, per questo, e' contestato il reato di abuso d'ufficio.

8- ERRANI, NULLA DA DICHIARARE SU INDAGINE SU ZOIA VERONESI
(Adnkronos) - "Nulla da dichiarare". Lo ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell'Emilia Romagna, Vasco Errani rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sull'inchiesta che vede indagata Zoia Veronesi per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia Romagna e anche l'ex capo di gabinetto dello stesso presidente Errani. Lo ha detto a margine della Conferenza unificata.

LE SAGOME DI MATTEO RENZI E PIERLUIGI BERSANI PER LE PRIMARIE jpegLE SAGOME DI MATTEO RENZI E PIERLUIGI BERSANI PER LE PRIMARIE jpeg

9 - LA SACRESTANA DELLA CHIESA ROSSA DA VENT'ANNI AL FIANCO DI PIER LUIGI
Andrea Morigi per "Libero"

Altro che partiti liquidi o di plastica. Finché resisteranno donne d'apparato come la sessantenne Zoia Veronesi, le strutture politiche sopravvivranno anche ai terremoti giudiziari. Mai vista a perdere tempo alla buvette o a chiacchierare in giro per i corridoi della Regione Emilia Romagna. Anche chi lavora da decenni nei palazzi di viale Aldo Moro, a Bologna, l'avrà incrociata sì e no una decina di volte. Si era fatta le ossa per nove anni al seguito del segretario degli allora Ds, Mauro Zani, un "duro" che si è ritirato dalla politica rifiutando perfino di iscriversi al Pd, considerandolo troppo socialdemocratico.

NICHI VENDOLA E PIERLUIGI BERSANINICHI VENDOLA E PIERLUIGI BERSANI

Lei invece è gentile, simpatica, per niente burbera e arrogante. Minuta, capelli rosso tiziano, qualche lentiggine, non si presenta certo con l'aria della pasionaria trinariciuta. Eppure, lasua dedizione alla causa nasce da una scelta di vita, quasi da sacrestana della chiesa rossa. Obbediente fino in fondo, quando all'inizio degli anni Novanta il partito la affida alla stella nascente Pier Luigi Bersani, "la Zoia"porta tutta la propria esperienza e le proprie conoscenze. Da allora, fra il 1993 e il 1996, per accedere al neo-presidente della Regione Emilia Romagna si deve passare obbligatoriamente da lei.

PIERLUIGI BERSANI IN PREGHIERAPIERLUIGI BERSANI IN PREGHIERA

Del segretario del Pd, lei sa tutto. Non è mica una che sta lì a pettinare le bambole, direbbe il suo superiore diretto. Tiene lei l'agenda, anche quella personale, cioè privata. Ne sa più lei, sull'uomo di Bettola, di chiunque altro, compresi i familiari. Se scegliesse di parlare, insomma, verrebbe giù tutto il sistema, a partire dagli intrecci fra il settore pubblico e ilmondo delle cooperative. Perciò la trattano tutti con i guanti.

Tranne qualche magistrato che, magari con il segreto intento di scardinare l'omertà degli ex comunisti, decide di entrare senza tanti complimenti nel bel mezzo della cruciale battaglia per le prossime primarie del Pd. Finora, il caso Greganti insegna, i compagni avevano attivato gli anticorpi e così si erano salvati dalle indagini che li hanno lambiti da Tangentopoli in avanti. Poi, proprio a partire dalla cerchia di stretta fiducia di Bersani, si sono staccati i primi pezzi con il caso Penati.

PIERLUIGI BERSANI jpegPIERLUIGI BERSANI jpeg

E ora arrivano le picconate propria sulla fidatissima Zoia, indagata dalla procura di Bologna con l'ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni della Regione Emilia Romagna. In realtà, così avevano inteso tutelarla. Basta verificare il suo curriculum. Da dipendente della Regione, fra il 1996 e il 2001, all'epoca dei governi dell'Ulivo, le viene concessa l'aspettativa per seguire Bersani al ministero delle Attività produttiveprima e ai Trasporti poi, dove sarà assunta come collaboratrice esterna nello staff del ministro.

Con la sconfitta elettorale del centrosinistra, torna in Regione, dove nel frattempo, dal 1999, si è insediato Vasco Errani. La inquadrano come dirigente, anche se non risulta in possesso di una laurea. Nel frattempo, libero da gravosi impegni istituzionali, Bersani fonda con l'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco l'associazione Nens, acronimo di "Nuova economia nuova società".

PIERLUIGI BERSANIPIERLUIGI BERSANI

All'organizzazione viene chiamata la signora Veronesi, che si conferma affidabile eprecisa, visto che attualmente continua a ricoprire lo stesso incarico. L'unico incidente di percorso càpita nel 2010, quando il parlamentare bolognese Enzo Raisi solleva il caso: come mai nonostante l'incarico di «raccordo con le istituzioni centrali e con il Parlamento» nel gabinetto del Governatore emiliano, la signora Veronesi è sempre a Roma, ufficialmente alla sede di rappresentanza della Regione presso la Capitale? Così la Zoia si dimette. Subito la assumono al Pd. Pensano di aver sistemato tutto. E comunque di averla protetta. Perché è una specie in estinzione. Come lei, ormai, non ce ne sono mica più. Nemmeno a Bologna.

 

 

 

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