1 - BERSANI VA A TRIPOLI, COME PREMIER IN PECTORE, SU MANDATO DEI POTERI MARCI ITALIANI - 2 - IN CAMBIO DEL SOSTEGNO ALLE URNE, CULATELLO VOLA A DIFENDERE ENI E IMPREGILO CHE TEMONO DI PERDERE COMMESSE A FAVORE DI FRANCESI, INGLESI E TEDESCHI - 3- IL PD CHE PROFUMA DI SINISTRA VOTÒ IL (POI) CONTESTATO ACCORDO BERLUSCONI-GHEDDAFI E NON FIATÒ SULLO SHOPPING DEL FONDO SOVRANO LIBICO IN UNICREDIT E FINMECCANICA - 4- AGLI INCONTRI C’ERANO RAPPRESENTANTI DELLA FARNESINA E DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO? IL VIAGGIO È STATO A CARICO DEL PARTITO O DELL'ESECUTIVO? - 5- I GIORNALONI SI SBRODOLANO SULL’INCONTRO CON LE “CORAGGIOSE DONNE PARLAMENTARI LIBICHE”, OTTIMO PER GIUSTIFICARE LA VISITA CON L’ELETTORATO DEMOCRATICO - 6- MA IL MEETING FONDAMENTALE È STATO CON IL CAPO DEI FRATELLI MUSULMANI, CHE VUOLE RINSALDARE L’ACCORDO PER BLOCCARE IL PASSAGGIO DEI MIGRANTI CLANDESTINI -

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1 - BERSANI IN LIBIA, PERCHÉ?
Dal "Fatto quotidiano"

I VERTICI DELLA NUOVA LIBIAI VERTICI DELLA NUOVA LIBIA

Caro Colombo, vinte le primarie e assaporato il trionfo, Pier Luigi Bersani, segretario del Pd e candidato a capo del prossimo governo politico, dopo le elezioni, vola in Libia. Perché?
Glem Glass

Risposta di Furio Colombo
Quando questa lettera sarà pubblicata ci saranno dei perché, ufficiali, lucidati e - per chi non segue certe vicende politiche - persuasivi. Per parte mia dirò allora e dico già adesso che la partenza non è improvvisata ma collocata con cura in una tromba d'aria politica (la sconfitta di Renzi, che cosa farà Renzi, ma ti pare possibile che si adatti a fare il soldato?) dove il viaggio si nota poco e al massimo viene interpretato come primo gesto da premier.

Bersani con il Capo di Stato libico Mohamed MgariefBersani con il Capo di Stato libico Mohamed Mgarief

Eppure è uno strano viaggio, poco consigliabile e poco comprensibile per le seguenti ragioni:
1 - La Libia è senza governo. La scorsa settimana un lungo articolo del New York Times ha narrato nei dettagli perché assassinare l'ambasciatore americano è stato facile. Fino ad ora tutti coloro che sono stati nominati responsabili della sicurezza della nuova Libia, militari, civili o politici, sono stati subito uccisi. Con chi si incontra Bersani? Con gli assassini o con le prossime vittime?

2 - L'Italia ha avuto un brutto e torbido rapporto con Gheddafi. Come pensa di fare finta di niente dopo il massacro, e mentre il massacro non è finito?

3 - Appena dieci giorni fa una delegazione di esperti ha testimoniato alla Commissione Esteri della Camera, Comitato Diritti Umani, che l'ufficio Rifugiati delle Nazioni Unite continua a non funzionare, in Libia, a non avere un riconoscimento ufficiale o una bandiera.

bersani con abdelaziz ministro libico per la cooperazione internazionalebersani con abdelaziz ministro libico per la cooperazione internazionale

E dunque non può proteggere (e meno che mai selezionare) coloro che attraversano la Libia per fuggire alla guerra e ai massacri del Centro Africa e del Corno d'Africa per venire in Europa. Il destino dei neri resta la prigione senza regole e senza limiti. Gli altri disperati in cerca di rifugio (e spesso titolari di diritto d'asilo) continueranno ad affidarsi ai barconi che nessuno protegge e nessuno soccorre, e a rischiare di morire in mare.

4 - Certo, c'è un giro d'affari che funziona alla perfezione tra Libia e Italia, persino mentre in Libia, ciascuno è impegnato a uccidere un altro. È la produzione di petrolio, in buona parte italo-Eni. Capisco un viaggio lampo di Scaroni, ad dell'Eni-Enel, anche uno alla settimana. Ma Bersani, che dovrebbe essere il capo del nuovo, buon governo italiano, e che al momento è segretario del Pd, perchè fa (ha fatto) un simile viaggio lampo? A nome di chi? Infine un pensiero triste: resta, tenace, l'abitudine di regime di fare senza spiegare, nè al Parlamento nè ai cittadini.

bersani a tripoli con le parlamentari libichebersani a tripoli con le parlamentari libiche


2 - LE RAGIONI (E I MISTERI) DI BERSANI IN LIBIA...
Jack Sparrow per "Formiche" - www.formiche.net

Il segretario del Pd e candidato premier in pectore ieri è stato a Tripoli. Ha svolto una vera e propria missione internazionale incontrando il capo dello Stato, il ministro della cooperazione e un gruppo di parlamentari donne.

Sarebbe da segnalare che i giornalisti italiani al seguito hanno sentito di fare domande come fossero alla Camera e non in Libia ma i limiti della nostra stampa, soprattutto in politica estera, sono noti.

Anche il cronista parlamentare, teoricamente esperto di diritto pubblico, si sarebbe dovuto porre l'interrogativo sulla ragione per la quale Bersani ha scelto di volare nel Paese che fu di Gheddafi e che ha rapporti economici e finanziari molto rilevanti con l'Italia.

Il segretario del Pd non ha incontrato il suo omologo libico ma ha condotto, ad eccezione della chiacchierata con le deputate, un vero e proprio viaggio d'affari (pubblici, ovviamente).

Il partito democratico votò la contestatissima (poi) ratifica dell'accordo fra Berlusconi e Gheddafi e non si ricordano prese di posizione contro gli investimenti strategici del fondo sovrano libico in aziende come Unicredit e Finmeccanica. La posizione di Eni e gli appalti che erano stati immaginati a favore di imprese come Impregilo sono oggetto di una riflessione da parte del nuovo establishment libico.

Francesi, tedeschi, persino gli inglesi fanno pressioni per entrare nel business del Paese mediterraneo che proprio attraverso il feeling con Berlusconi (Pisanu e D'Alema prima) aveva sempre lasciato una via preferenziale all'Italia.

Non c'è da dubitare che Bersani abbia fatto bene e in assoluta trasparenza ma resta da capire se agli incontri governativi con il leader della sinistra italiana erano presenti rappresentanti del ministero degli Esteri e/o della presidenza del Consiglio. Quanto dell'organizzazione del viaggio è stata a carico del partito e quanto a carico dell'esecutivo?

E, ancora, perché? Convinti che la politica estera sia un fatto non marginale nelle scelte elettorali e non solo, convinti che il Mediterraneo sia uno dei più importanti dossier politici per questo e per il prossimo governo, è giusto avere la massima chiarezza su questo importante viaggio.

eni libiaeni libia


3- LIBIA: BERSANI, GIUSTO VENIRE QUI, URGENTE RUOLO ITALIA NEL MEDITERRANEO
(Adnkronos/Aki) - "E' stata una scelta giusta, perche' credo sia urgente che l'Italia riprenda il suo posto nel Mediterraneo con una sua iniziativa, un suo profilo". Cosi', in dichiarazioni ad Aki-Adnkronos International, il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta la decisione di volare a Tripoli subito dopo la vittoria alle primarie.

"La Libia e' chiaro che non e' solo un interlocutore storico, ma anche un interlocutore che sta cambiando pelle. Abbiamo una rivoluzione in corso, un cambiamento radicale, un approccio alla democrazia, una fase costituzionale e quindi bisogna che questo paese senta la vicinanza, l'amicizia, l'incoraggiamento dell'Italia, dei governi che ci sono e magari di quelli che ci saranno - afferma Bersani - Quindi questa visita e' servita a rinsaldare tale logica e mi sembra sia stata molto apprezzata sia dal presidente del Congresso, sia dal governo, sia dalle forze politiche che abbiamo incontrato".

GHEDDAFI IN ITALIAGHEDDAFI IN ITALIA

"Sicuramente - conclude Bersani, che a Tripoli ha avuto colloqui, tra gli altri, con il presidente del Congresso nazionale, Mohamed Magarief, e il ministro per la Cooperazione Internazionale, Mohamed Emhemmed Abdulaziz - i problemi si vede che ci sono ancora, pero' vedo le cose con ottimismo".

PIETRO SALINIPIETRO SALINI


4- LIBIA: PARTITO FRATELLI MUSULMANI, BENE VISITA BERSANI, ITALIA SOSTENGA TRIPOLI
(Adnkronos/Aki) - "Siamo molto soddisfatti per la visita di ieri a Tripoli del segretario del Partito democratico", Pierluigi Bersani, che testimonia "l'importanza riconosciuta alla Libia da parte del candidato premier" alle prossime elezioni politiche italiane. Lo dichiara ad Aki-Adnkronos International Mohamed Sowane, leader del partito libico Giustizia e Costruzione, espressione dei Fratelli Musulmani. Sowane ha sottolineato che la nuova Libia "auspica rapporti molto stretti con l'Italia", visto che, "oltre ai legami storici tra i due popoli, e' il paese europeo geograficamente piu' vicino a noi".

La visita "molto gradita" e' stata "un'occasione per discutere tematiche che riguardano il futuro e le sfide con cui dovra' confrontarsi la rivoluzione libica", come "la stabilita' e la sicurezza nel paese e il contrasto dell'immigrazione clandestina".

LOGO IMPREGILOLOGO IMPREGILO

"Ho spiegato al segretario del Pd - dice Sowane - che il flusso migratorio clandestino che passa attraverso la Libia diretto in Europa e' un problema libico prima di essere europeo, dato che ne conseguono implicazioni in termini di criminalita' e traffico di droga". "La sfida e' il controllo dei nostri confini", sottolinea il leader del partito islamico libico, il quale e' convinto "del ruolo importante che puo' essere svolto dall'Italia per la ricostruzione della Libia". "Chiediamo che l'Italia continui a sostenerci - ha concluso - e che le aziende italiane vengano a investire per la ricostruzione e il rilancio economico del paese".

 

 

 

 

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