Tommaso Labate per Il Riformista
Il Giornale di Vittorio Feltri la pubblica in prima pagina sotto il titolone d\'apertura. Ecco la mail che farà dimettere Fini». È la «carta», autentica o meno che sia, che il direttore dell\'Avanti! (berlusconiano) Valter Lavitola ha sul suo pc da qualche settimana. La stessa in cui il personaggio chiave del Montecarlo-gate, James Walfenzao, riferendosi verosimilmente a Elisabetta Tulliani, cita la «sorella del cliente». Come a dire, è la tesi lavitoliana, se Elisabetta è la sorella, Giancarlo è il cliente. Il proprietario dell\'appartamento monegasco, insomma.
fini-feltri-berlusconiIl rilancio del Giornale sembra l\'inizio di una nuova controffensiva. E invece, ieri al tramonto, l\'unica richiesta di dimissioni pervenuta pubblicamente a Fini è quella del suo ex portavoce Francesco Storace, oggi leader de La Destra. Dal Pdl, invece, niente di niente. Silenzio assoluto. È il segno che per il Cavaliere, il \"caso-casa\" è (momentaneamente) chiuso?
FINI-BERLUSCONI cinque-puntiNaturalmente è difficile immaginare di scrivere «the end» in calce a una rissa politica che dura ormai da due mesi. E soprattutto è impossibile farlo alla vigilia del discorso che Silvio Berlusconi terrà oggi pomeriggio al Castello Sforzesco di Milano, ultimo atto della festa del Pdl iniziata il 25 settembre.
Ma alcuni tasselli dell\'intricatissimo puzzle, all\'indomani della fiducia «condizionata» (dai finiani) incassata dal Cavaliere alla Camera, sembrano lentamente andare a posto. Infatti ieri, nella giornata in cui Feltri concede alla \"prova schiacciante\" di Lavitola la massima risonanza, il messaggio che passa attraverso le linee telefoniche di Palazzo Grazioli va decisamente nella direzione dell\'understatement.
fini berlusconi alla camera HDella serie, «al Presidente adesso non importa nulla dell\'appartamento di Montecarlo. Per il resto, Feltri fa il suo mestiere di giornalista libero e indipendente mentre Lavitola è semplicemente un individuo in cerca di pubblicità».
LAVITOLAA prescindere dagli spifferi sul cambio della guardia alla guida del Giornale, con Feltri che mette a verbale la sua intenzione di lasciare la redazione di via Negri «il più tardi possibile», c\'è una novità: agli occhi dei berluscones, quel Lavitola che pochi giorni fa si è recato a far visita al Presidente oggi è derubricato a «individuo in cerca di pubblicità».
Eppure, per raccontare l\'ultima possibile «svolta» nei rapporti tra Berlusconi e Fini, occorre fare entrare in scena un altro personaggio. Si tratta di Niccolò Ghedini.
L\'onorevole avvocato ad personam, negli ultimi giorni, ha intensificato il pressing sul Cavaliere perché venga riposto in un cassetto «il dossier Tulliani». Addirittura, anche se si tratta di voci non confermate, c\'è chi giura che «Niccolò» sia riuscito a scambiare, a margine del dibattito sulla fiducia a Montecitorio, due amichevolissime chiacchiere con Gianfranco.
Tulliani Fini e Sandro Bratti del PDVera o meno che sia l\'ultima circostanza, resta il fatto che Ghedini sta facendo gli straordinari per allontanare «personaggi come Lavitola» dal perimetro del Cavaliere. Non a caso lo stesso direttore dell\'Avanti!, in una conversazione (poi smentita) con Repubblica, arriva a sostenere che l\'avvocato sia la fonte che ha raccontato all\'Espresso «le mie feste con Berlusconi a Tor Crescenza», perché «non sopporta che il Cavaliere mi vuole bene» e quindi «ha deciso di distruggermi».
Duello Fini BerlusconiIl senso del pressing di Ghedini sul premier è chiaro. Sul fronte giustizia, l\'onorevole avvocato ha bisogno di riattivare i «canali diplomatici» con Giulia Bongiorno. Perché, come ha dimostrato il voto della Camera, non c\'è alchimia giuridica o normativa che possa sopravvivere al niet dei finiani. «Senza Fli», ammettono nella ristrettissima cerchia del premier, «addio scudo». E, Tulliani o non Tulliani, «l\'appartamento monegasco» rimane il più grande ostacolo. Che, almeno momentaneamente, va messo da parte, rimosso.
Ecco, quindi, che dentro il Pdl tacciono tutti. Pezzi da novanta e seconde file, ex forzisti ed ex aennini, avversari di Fini e nemici veri e propri. E anche ieri mattina, quando i finiani di Generazione Italia chiedono a Lavitola lumi sulla e-mail e sul ruolo di Berlusconi, la risposta è sempre la stessa. Il silenzio assoluto.
fini tulliani HA sera, quando interviene telefonicamente alla Festa Libertà di Pietralcina, il Cavaliere fa un passaggio sulle «coltellate alle spalle che abbiamo ricevuto». Ma è un sussulto. «Alcuni parlamentari hanno voluto abbandonare il gruppo», ricorda il presidente del Consiglio evocando i finiani. Ma la loro, aggiunge, è «una scelta che rispettiamo», anche se «la riteniamo sbagliata».
NICOLO GHEDINIIl cognato Tulliani, le dimissioni di Fini, la casa Montecarlo, le veline e i veleni, le e-mail e i dossier, Santa Lucia e Lavitola: tutto questo, per il momento, scompare dal campo visivo del presidente del Consiglio. La ricerca di un nuovo «scudo» viene prima di tutto. Anche perché la parte alta della clessidra che Ghedini tiene sotto controllo si sta inesorabilmente svuotando. Adesso, ha scandito Berlusconi nel messaggio ai pidiellini di Pietralcina, «dobbiamo lasciarci tutte le polemiche alle spalle: tutti rispettino i patti presi con gli elettori». Caso-casa chiuso. Casa chiusa.