1- L'ANTICO MAZZETTIFICIO PENATI RISCHIA DI TRAVOLGERE, NON SOLO LA POLTRONA DEL SEGRETARIO PD CULATELLO BERSANI, MA ANCHE QUELLA DEL SINDACO 'PISAPIPPA' - 2- I SILURI DEI DIPIETRISTI EMARGINATI STANNO DEMOLENDO IL "GOVERNO ARANCIONE" DELLA NUOVA SINISTRA: CHE CI FA NELLA GIUNTA MENEGHINA IL PUPILLO DI PENATI, PIERFRANCESCO MASAN, ARMATO DI DUE DELEGHE PESANTISSIME, TRASPORTI E AMBIENTE? - 3- ALL'IDV INCULANTE AGGIUNGERE L'IMPRENDITORE SPARLANTE PIERO DI CATERINA: "L’ASSESSORE MARAN? È UN UOMO CHE PENATI AVREBBE MESSO LÀ ANCHE PER AIUTARMI" - 4- PISAPIA NON È MAI STATO IL CANDIDATO DI PENATI (IL PD SCELSE BOERI) E LA SUA VITTORIA NON è MAI STATA METABOLIZZATA DALL'APPARATO DEL PD (QUANDO IL SINDACO DENUNCIO' DI AVER CONTRO I "POTERI FORTI" DELLA CITTA', INTENDEVA ANCHE PENATI?) -

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1- DAGOREPORT
Tutti i nodi sono destinati, prima o poi, a finire tra i denti del pettine. Che il "matrimonio" tra il Pd di Bersani e la "nuova sinistra" di Pisapia fosse sbocciato per caos da primarie era ben chiaro a tutti: il candidato del Pd si chiamava Stefano Boeri, che pur non essendo un militante "organico", possedeva i quattro quarti di borghesia milanese radical-chic per conquistare il regno dei Bananoni a misura Duomo. Quindi, come boss del partito, Penati riceve il diktat di appoggiare l'archistar Boeri.

PISAPIA E MARANPISAPIA E MARAN

Succede poi che sbuchi uno più sci-sci di Boeri, l'ex avvocato di Carlo De Benedetti con sposa a "Repubblica", Giuliano Pisapia, e magari Penati per si ammazza per portare legna al fuoco dell'architetto caro ai prodiani, così le primarie si trasformano in calvario per il Pd.

Certo, senza l'appoggio del Pd, Pisapia non va da nessunissima parte. Caso vuole che a un pupillo di Penati, destinato all'assessorato dello sport, il giovinetto Pierfrancesco Maran, arriveranno deleghe pesantissime: i trasporti e pure l'ambiente. Dalle intercettazioni arriva l'accuse sul ruolo di Maran, alter ego di Penati, nominato ai trasporti per sbrogliare i contenziosi milionari tra Atm e l'imprenditore Piero Di Caterina.

2- MILANO ARROSSITA
Renato Besana per "Libero"

Fino ad oggi, l'assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran era noto ai milanesi soltanto per un indimenticabile colpo di genio: se nelle carrozze della metro fa caldo, aveva sentenziato, allora si aprano i finestrini. Per evitare che continuasse a esercitare la sua brillante intelligenza, devono avergli imposto di chiudere la bocca.

Nel frattempo, era meglio che scegliesse un profilo basso, anzi bassissimo. Un destino di opaco grigiore sembrava attenderlo: tutte le decisioni d'una qualche importanza che avrebbero dovuto riguardarlo sono state prese sopra la sua testa, dall'azzeramento dei vertici Atm al rincaro dei biglietti, passati da un euro a un euro e mezzo. Il suo peso politico è pari a una piuma, ma di lui si ricomincia a parlare, anche se di certo avrebbe preferito vegetare in un confortevole anonimato.

penati e bersanipenati e bersani

La vicenda è complessa. Dalle intercettazioni disposte dalla Procura di Monza, emerge l'interessamento di Penati e soci per la nuova giunta milanese, con particolare riguardo ai contenziosi milionari tra Atm e Piero Di Caterina, uno degli imprenditori che l'ex sindaco di Sesto San Giovanni aveva interesse a tacitare.

Il primo sms finito nelle carte dell'indagine risale al 13 giugno, il giorno in cui Pisapia vince le elezioni. Se questo è il quadro, non è una curiosità ingiustificata domandarsi come mai la pesante delega ai trasporti, che muove cifre da capogiro, sia stata posta sulle gracili spalle di Maran, il cui merito principale, all'interno del Partito democratico, era l'amicizia che lo lega a Penati (usiamo la parola amicizia per quel che significa nel lessico della politica, ovvero soggezione a un notabile).

Siamo i primi ad essere convinti che l'ideatore dell'operazione finestrini aperti sia estraneo a compromissioni di sorta. Per dedicarsi al malaffare con qualche successo ci vogliono grinta, carattere, temperamento. In altri termini, servono i cossiddetti. Non c'è dubbio che Penati li abbia: lo martellano da settimane e lui neanche una piega, o meglio nanca un plissé, come si dice a Milano.

Maran, al contrario,ha tutta l'aria d'un semolino senza sale: uno sprovveduto, non un faccendiere. L'avessero messo alle strette, si sarebbe sciolto come un ghiacciolo nell'acqua calda. Le apparenze però hanno il loro peso. Il giorno stesso in cui il sindaco entra in carica, il clan dei sestesi si mette alla ricerca d'un complice nella nuova giunta ambrosiana. Qualche giorno dopo uno scolorito famiglio di Penati diventa assessore, guarda caso alla partita sulla quale insistono tanti appetiti.

Filippo PenatiFilippo Penati

Da comparsa a protagonista: nessuno sembra capacitarsi della nomina. La cultura del sospetto non ci appartiene. Proprio per questo, vorremmo che Pisapia fugasse ogni ombra, così da evitare supposizioni indebite. Ieri questo chiarimento non è arrivato. Eppure gli sms che chiamano in causa la sua amministrazione sono agli atti e la Procura di Monza sostiene che la vittoria del centrosinistra a Milano possa ampliare «il rischio di reiterazione del reato».

A questo punto vorremmo che egli ci rassicurasse sul fatto che Penati e il suo giro non hanno in modo alcuno influito sulla scelta di affidare a Maran i Trasporti, e che Atm non ha cambiato atteggiamento sui milioni di euro pretesi da Di Caterina. Altrimenti i cattivi pensieri sarebbero inevitabili.

3- «MARAN FU MESSO LÌ PER AIUTARE ME»
Laura Marinaro per "
Libero"

«L'assessore Maran? Buono anche quello... Dopo quello che sta succedendo a Penati ha detto pubblicamente che la questione del mio contenzioso con Atm non è una sua priorità. E pensare che è un uomo di Penati e che lui lo avrebbe messo là anche per aiutarmi...».

È l'ennesimo sfogo di Piero Di Caterina, il grande accusatore del sistema della cosiddetta Tangentopoli Rossa, nonché ex amico di Filippo Penati. Il fatto che le ultime supposte manifestazioni del "sistema" non fossero poi così lontano temporalmente anche dalle ultime elezioni comunali di Milano, è descritto con dovizia di particolari nell'ordinanza del Gip Anna Magelli e ci sono le intercettazioni delle conversazioni tra Giordano Vimercati - braccio destro di Penati e consulente delle Coop rosse - e Antonio Rugari, ex presidente del Consorzio di Trasporti Pubblici di Sesto, oggi non indagato.

STEFANO BOERISTEFANO BOERI

Di Caterina esplicita ulteriormente il concetto: «Quando hanno vinto loro a Milano ho sperato davvero che le cose migliorassero - ha ammesso - anche perché Maran era un delfino di Penati e tutti quei voti glieli aveva fatti prendere proprio lui». Ma è possibile che Penati avesse spinto per la nomina del suo delfino ai Trasporti proprio per aiutare s Di Caterina? «Beh certo, lo credo bene - conferma l'imprenditore - peccato che poi non sia successo e io oggi mi chiedo: come è possibile che un assessore ai Trasporti possa ignorare le denunce e le accuse che in più parti facciamo ad Atm?».

Di Caterina, dopo aver chiesto, inutilmente, un colloquio al giovane assessore neoeletto, lo scorso primo agosto gli ha inviato una lettera formale e non solo: «Il presidente del consorzio attuale si sta impegnando per farmelo incontrare ma per ora nessuna risposta... ma io vorrei dirgli che la legalità caro assessore non è ignorare quello che succede intorno a lui o difendere soltanto Penati...».

Ormai Di Caterina è un fiume in piena. «Resto un compagno ma quello che voglio è che si sappia che certi personaggi hanno "mangiato" tutti impunemente, anche chi dice di non aver visto nulla ma in realtà sa eccome....». Non perdetevi le prossime puntate.

PIERFRANCESCO MARANPIERFRANCESCO MARAN

4- PISAPIA E IL CASO MARAN: NOMINE TRASPARENTI IL SINDACO: NESSUNA PRESSIONE. IL PDL: L'ASSESSORE «PENATIANO» SI DIMETTA
A. Se. per il "Corriere della Sera"

«La formazione della giunta di Milano è stata chiara, trasparente, fondata su principi di competenza, entusiasmo e novità politica. Sei donne e sei uomini, con due assessori trentenni scelti nell'ottica di parità di genere e del rinnovamento del governo della città». Giuliano Pisapia replica con fermezza alle «illazioni» nate in queste ore. Tutta «colpa» di un sms che Filippo Penati ha ricevuto il 13 giugno, 48 ore dopo la composizione del nuovo esecutivo del sindaco «gentile».

Sul telefonino dell'ex sindaco di Sesto, non ancora nella bufera per le presunte tangenti Falck, era apparso un messaggino firmato da Antonio Rugari, presidente del Consorzio trasporti pubblici, la società che gestisce la rete di autobus dei Comuni a nord della metropoli. Il testo faceva riferimento al contenzioso milionario aperto fra Piero Di Caterina, accusatore dell'ex sindaco di Sesto San Giovanni, e Atm. «Considerato come è andata a Milano - scriveva il 13 giugno Rugari a Penati - credo si possa tentare di risolvere la questione di Piero, prima che si vada oltre certi limiti e degeneri». Risposta? Una generica proposta d'incontro per la settimana successiva.

G MARANG MARAN

Una tempesta politica. Perché è bastato quel breve sms a far affiorare dubbi e sospetti. Il fuoco «amico» ha dato il la. Sono stati quelli dell'Italia dei Valori, esclusi dalla composizione della giunta, i primi a sollevare il caso politico. «Alla luce delle dichiarazioni relative all'interessamento di Penati verso il contenzioso esistente tra Atm e uno dei suoi principali accusatori - ha scritto Stefano Zamponi, commissario cittadino dei dipietristi -, Pisapia deve spiegare perché ha affidato il delicato assessorato ai Trasporti, da cui dipende Atm, a un giovane di trent'anni privo d'esperienza nel settore. I maligni ipotizzano perché lui sarebbe il pupillo di Penati».

Consigliere comunale uscente, Pierfrancesco Maran alle urne di maggio ha fatto vendemmia di voti: 3.530 preferenze, secondo nella lista pd solo all'archistar Stefano Boeri. In campagna elettorale il sostegno di Penati era stato tanto tenace quanto discreto. Il «giovane» Maran saprà poi passare all'incasso dell'exploit e per lui arriveranno deleghe pesantissime: i trasporti e pure l'ambiente.

La replica del sindaco, sabato, è stata durissima: «La verità è che l'Idv non ha ottenuto l'assessorato che chiedeva. A questo punto, di fronte a simili inaccettabili illazioni, che non esito a definire vergognose, non vedo alternative. O si scusano o sono al di fuori della maggioranza». E una parziale retromarcia è arrivata: Raffaele Grassi, unico consigliere Idv, ieri ha preso le distanze dal suo coordinatore.

MARANMARAN

Nella nota di ieri il sindaco ha provato a rispondere anche nel merito ai «sospetti» piovuti sulla sua giunta: «Nella scelta degli assessori è stato valorizzato l'apporto non solo dei partiti, ma anche dell'associazionismo, delle professioni, della società civile, che hanno contribuito al successo elettorale. Voglio ribadire quindi in modo chiaro ed inequivocabile, anche per porre fine a qualsiasi strumentalizzazione, che nel formare la mia giunta ho preso le decisioni in totale autonomia e che in particolare non ho mai avuto incontri, colloqui, suggerimenti, e tanto meno pressioni dirette o indirette, da parte di Filippo Penati, come da nessun altro».

Caso chiuso? Per niente: il Pdl chiederà in Consiglio comunale le dimissioni dell'assessore «penatiano».

 

 

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