1- LUCHINO (IN VACANZA A DUBAI) NON CI PENSA PER NIENTE A SCENDERE IN POLITICA - 2- ALLA TORNATA DI ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI MAGGIO, CHE RAPPRESENTERÀ UN TEST DECISIVO PER LA TENUTA DI BERLUSCONI E DEL BERLUSCONISMO, NON CI SARÀ - 3- SOLO VELTRONI E LETTA JR., \"CORRIERE\" E REPUBBLICA\" SI BEVONO L’ENNESIMO ANNUNCIO - 4- CHI LO CONOSCE BENE SA CHE IL PRIMO FIGHETTO DEI PARIOLI È CONCENTRATO SOPRATTUTTO SU DUE DOSSIER. CONSERVARE LA PRESIDENZA DI QUELLA FERRARI CHE MARPIONNE VORREBBE QUOTATA IN BORSA. E SOPRATTUTTO SALVARE IL PROGETTO \"NTV\" DEI TRENI AD ALTA VELOCITÀ, \"CHE FERROVIE DELLO STATO È IMPEGNATA A BOICOTTARE\" - 5- LA SFIDA ALL’OK CORRAL TRA MORETTI E IL DUPLEX MONTEZEMOLO-DELLA VALLE NON È UNA NOVITÀ, ANZI. IL PROBLEMA È IL RUOLO DI TREMONTI, CHE FINORA HA RISPOSTO PICCHE A TUTTE LE RICHIESTE DI INTERVENTO NELLA CONTESA. FAVORENDO, MORETTI -

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Tommaso Labate per \"Il Riformista\"

Venerdì è tornato a parlare della sua discesa in campo. Domenica, su Repubblica, sono apparsi i suoi virgolettati sull\'ora della «società civile». Ieri, sul sito della sua ItaliaFutura, è spuntato un corsivo contro il ministro dell\'Economia (Tremonti: \"Oggi sarebbe meglio avere la vecchia Iri e la grande Mediobanca\". Visto che ci siamo, allora ridateci pure Mariano Rumor). Ma «Luca», per ora, rimane ai box.

Alla tornata di elezioni amministrative di maggio, che rappresenterà un test decisivo per la tenuta di Berlusconi e del berlusconismo, il presidente della Ferrari non ci sarà. A dispetto delle voci sulla possibilità di testare qua e là liste civiche d\'ispirazione montezemoliana, i fedelissimi di «Luca» correggono il tiro, frenano, smorzano.

Della serie, «Montezemolo ha detto chiaramente venerdì quello che aveva da dire sul degrado delle istituzioni», per cui «adesso basta». Nessuna ulteriore sovraesposizione. Nessuna possibilità di partecipare, tantomeno con qualche endorsement mirato, alle elezioni che si terranno tra un mese. Si ritorna al basso profilo, insomma. Fino a nuovo ordine.

Eppure, l\'ennesimo sasso lanciato da Montezemolo nello stagno della politica, qualche effetto l\'ha prodotto. Ha innervosito Pier Ferdinando Casini ed esaltato i finiani, tanto per cominciare dal Terzo (o nuovo che sia) Polo. E poi, per passare al Pd, ha provocato le reazioni perplesse del blocco bersaniano e franceschiniano («Deve essere lui a dire come scende in campo», ha detto ieri il capogruppo a Mattino 5) e quelle entusiastiche dei veltroniani e dei lettiani.

Con la curiosità che il solitamente loquace Matteo Renzi, questa volta, ha preferito rimanere lontano da telecamere e taccuini, forse perché - per una volta - più vicino alla critiche messe nero su bianco dai bersaniani che ai peana degli altri. «Il Pd sarà il primo partito a dire sì all\'ipotesi di una leadership Montezemolo perché non ha leader spendibili, e lo sa benissimo», ha sintetizzato Massimo Cacciari ai microfoni della Zanzara di Giuseppe Cruciani, su Radio 24. «I problemi - ha aggiunto l\'ex sindaco di Venezia, che di Montezemolo è uno dei consiglieri - semmai potrebbero arrivare dal Terzo Polo, da Casini, che invece ha legittime ambizioni di quel tipo».

Le divisioni trasversali di Pd e Terzo Polo non sono gli unici effetti collaterali dell\'uscita di Montezemolo a Napoli. Anche Emma Marcegaglia, che ha cercato invano il presidente della Ferrari per chiedergli conto di alcuni suoi virgolettati apparsi su Repubblica («Di fronte al dilagare dell\'interventismo dello Stato in economia stanno tutti zitti, in testa la Confindustria»), ha preso le distanze dall\'illustre collega, col quale non è mai andata d\'accordo: «Ognuno fa quello che vuole. Noi facciamo un altro mestiere, facciamo rappresentanza di impresa con un\'ottica generale, usiamo linguaggi diversi, il linguaggio di chi guarda il Paese».

Visto che alle amministrative di maggio marcherà visita, che cosa farà Montezemolo nel suo immediato futuro? Chi lo conosce bene sa che «Luca» è concentrato soprattutto su due dossier. Conservare la presidenza di quella Ferrari che Sergio Marchionne vorrebbe quotata in borsa.

E soprattutto salvare il progetto «Ntv» dei treni ad alta velocità, «che Ferrovie dello Stato - dicono dalla Nuovo Trasporto Viaggiatori - è impegnata a boicottare». La sfida all\'ok corral tra Mario Moretti e il tandem Montezemolo-Della Valle non è una novità, anzi. Il problema è il ruolo di Tremonti, che finora ha risposto picche a tutte le richieste di intervento nella contesa. Favorendo, è il sottotesto dei montezemoliani, l\'ad delle Ferrovie.

E la politica? C\'è stato un momento in cui, da Bersani a Fini, s\'erano create le condizioni per la discesa in campo di Montezemolo, «salvatore della patria» e leader di una Santa alleanza pronta per le elezioni politiche. L\'operazione, ideata a ottobre 2010, sarebbe dovuta partire a novembre. In modo da dare una «prospettiva concreta» a tutti coloro che, il 14 dicembre, avrebbero dovuto sfiduciare Berlusconi in Parlamento.

L\'accordo era praticamente sul tavolo. Tanto che Goffredo Bettini, uno che non parla mai a caso, aveva scritto sul Riformista un intervento molto netto (titolo: «Per battere Silvio ci serve un\'alleanza con Montezemolo»). Ma il presidente della Ferrari preferì saltare il giro. Niente prospettiva per gli indecisi, niente sfiducia al governo, niente elezioni anticipate. La giostra ripartirà, prima o poi. Di certo non alle amministrative.

 

 

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