1. PERCHÉ SILVIO È SALITO AL COLLE PER DIRE A RE GIORGIO CHE SENZA “AGIBILITÀ POLITICA” SALTA TUTTO, NON SOLO LE RIFORME, MA ANCHE LA PROTEZIONE PER IL GOVERNO RENZI? 2. A INNESCARE LA MICCIA SONO STATI I SUOI AVVOCATI: L’UDIENZA DEL 10 APRILE SULL’AFFIDAMENTO AI SERVIZI PUÒ SLITTARE DI UNA SETTIMANA. UN COLPO QUASI MORTALE 3. IL BANANA: “MA COME, IL 15 APRILE SCADONO I TERMINI PER LA PRESENTAZIONE DELLE LISTE E IO RISCHIO DI SCOPRIRE SOLO DUE GIORNI DOPO SE SARÒ AGLI ARRESTI O MENO?” 4. CONOSCERE LA DECISIONE DELLA MAGISTRATURA È FONDAMENTALE: SE FOSSE GIUDICATA “DURA”, LA RISPOSTA SAREBBE LA CANDIDATURA DELLA FIGLIA BARBARA COME CAPOLISTA 5. SE IL TRIBUNALE LO “LASCIASSE VIVERE”, NON AVREBBE BISOGNO DI “SACRIFICARE” LA FIGLIA

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Francesco Bonazzi per Dagospia

E' la paura di dover presentare le liste per le elezioni europee "al buio", senza poter calcolare esattamente se gli convenga o meno candidare la figlia Barbara, ad aver spinto Silvio Berlusconi a salire al Colle per avvertire Re Giorgio che senza un minimo di "agibilità politica" salta tutto. Non solo le famose riforme, ma anche quel cordone di sicurezza indicibile che Forza Italia ha steso per il governo Renzi a Palazzo Madama.

NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONINAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI

A innescare la miccia sono stati gli avvocati dell'ex Cavaliere, quando gli hanno spiegato che l'udienza del 10 aprile al Tribunale di Milano potrebbe non essere risolutiva. "E' ragionevole ipotizzare che il Tribunale, dopo averci ascoltato, si prenda una settimana per decidere", hanno anticipato al capo di Forza Italia. La reazione, racconta chi gli è vicino, è stata più o meno questa: "Ma come, il 15 aprile scadono i termini per la presentazione delle liste e io rischio di scoprire solo due giorni dopo se sarò agli arresti o meno? Ma allora non vogliono neppure farmi provare a giocare la partita..."

In effetti, Berlusconi ha più di una ragione per innervosirsi. Uno slittamento della decisione sulle modalità con le quali dovrà scontare la condanna Mediaset equivale, politicamente, a un colpo quasi mortale.

Scartata l'ipotesi degli arresti, che è più che altro un lamento berlusconiano per sottolineare "le ingiustizie che subisco", in realtà il ventaglio delle declinazioni pratiche dell'affidamento in prova ai servizi sociali è decisamente ampio.

MERKEL BERLUSCONI NAPOLITANOMERKEL BERLUSCONI NAPOLITANO

Se il Tribunale scegliesse la mano leggera, Berlusconi potrebbe cavarsela con qualche colloquio settimanale con un assistente sociale, addirittura ad Arcore. Ma se si volesse giocare più pesante, ci sarebbe la possibilità di spedirlo quasi tutti i giorni, in orario diurno, in una qualche comunità di recupero o assistenza. Con tutto quello che ne conseguirebbe anche solo in termini di fotografie sui giornali.

RENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTORENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTO

Conoscere le decisioni della magistratura entro il 15 aprile è vitale per il Banana. Perché se le decisioni fossero giudicate dure, la risposta politica sarebbe la candidatura della figlia Barbara come capolista in tutti i collegi, alla guida di una crociata "libertaria" e ingrassata di vittimismi vari. Mentre se il Tribunale scegliesse di "lasciarlo vivere", non ci sarebbe bisogno di "sacrificare" la figlia, che al massimo potrebbe essere candidata nel Nord-Ovest come inizio di una carriera futura.

napolitano letta renzinapolitano letta renzi

La decisione di chiedere un incontro a Giorgio Napolitano nasce da qui. Dal bisogno di poter fare delle scelte politiche rapide. Berlusconi sa che il Colle non può certo intervenire sui giudici milanesi, ma spera che la mossa politica li convinca a non tenerlo a bagno maria.

barbarabarbara

E in questo scenario è difficile prendere per buone le ricostruzioni che narrano di un Berlusconi con il cappello in mano che sale al Colle, o mendica un incontro con Renzi, nella speranza di un improbabile "aiutino". La palla ormai è totalmente in mano ai giudici e l'ex premier ha solo fatto sapere che se gli tolgono la possibilità di fare politica lui non potrà neppure garantire il cammino delle riforme. "Non è che perché Silvio ha stretto un patto al Nazareno con Renzi poi gli possono fare di tutto perché tanto il patto è in cassaforte...", riassume uno dei fedelissimi di Berlusconiani.

 

 

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