1- IL \"LIBERO\" BECHIS BECCA UN’ALTRA BELLA CASA SVENDUTA DI ALLEANZA NAZIONALE - NON IN COSTA AZZURRA. MA IN UNO DEI POSTI PIÙ BELLI DI ROMA, PIAZZA MIGNANELLI, IL SALOTTINO DENTRO PIAZZA DI SPAGNA. CASA IN AFFITTO ALLA SOCIETÀ SPORTIVA DEL PARTITO DI FINI, GUIDATA DA UN FINIANO DOC E AMMINISTRATA DAL SIGNOR ZACCHEO BENE: L’ALLEANZA SPORTIVA ITALIANA SI COMPRA DALLA SCIP, LA SOCIETÀ CHE CARTOLARIZZAVA PER CONTO DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA GLI IMMOBILI DI PROPRIETÀ DEGLI ENTI PREVIDENZIALI, LA SEDE DI PIAZZA MIGNANELLI E DOPO APPENA OTTO GIORNI LA RIVENDE ALLA FIGLIA DI UN FINIANO DOC, CHE È PURE NIPOTE DEL VENDITORE - 2- C’E’ L’IPOTESI CHE FINI E TULLIANI VENGANO ASCOLTATI DAI PM DELLA PROCURA DI ROMA

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1 - IL PARTITO DI FINI: FUTURO E MATTONE
Franco Bechis per \"Libero\"

fini,fini, tulliani

Lo schema ricorda quello della casa di Montecarlo. C\'è una bella casa. Non in Costa Azzurra. Ma in uno dei posti più belli di Roma, piazza Mignanelli, il salottino dentro piazza di Spagna. Appartiene a un ramo di un partito. Il partito, manco a dirlo, è Alleanza nazionale. Il ramo in questione, proprietario della casa di prestigio, è l\'Associazione nazionale Alleanza sportiva italiana.

Quella che ai tempi del Movimento sociale italiano era l\'associazione sportiva della Fiamma. Alleanza Nazionale è presieduta da Gianfranco Fini. L\'Alleanza sportiva italiana è presieduta da un finiano doc, Claudio Barbaro, che oggi ha aderito al gruppo di Futuro e Libertà alla Camera.

GIANCARLOGIANCARLO TULLIANI

La casa è stata venduta a una giovane di nome Martina. Il cognome è lo stesso di papà. E il papà è il finiano Vincenzo Zaccheo, già deputato di An, sindaco di Latina e ora entrato in Futuro e Libertà. Prezzo della cessione dalla organizzazione di partito alla rampolla di partito: 515mila euro.

Più della casa di Montecarlo, ma comunque un affarone per una casa di assoluto prestigio di 3,5 vani nel salotto di Roma. Chissà se per vendere la casa di Montecarlo Fini ha mutuato il mo dello Zaccheo. Già, perché lo schema partito-mattone-famiglia in questo caso ha preceduto quello ben noto off-shore.

La vendita a Martina Zaccheo porta la data del 30 dicembre 2005, ed è stata depositata insieme alla documentazione firmata di fronte al notaio Paolo Becchetti di Civitavecchia all\'Agenzia del Territorio in data 4 gennaio 2006. Il sistema Zaccheo è ancora più intrigante di quello che poi sarà utilizzato nella triangolazione An-Fini-Tulliani.

FINI,FINI, TULLIANI

Perché in questo caso nell\'organigramma del venditore, l\'Alleanza sportiva italiana, figurava anche un segretario amministrativo dal cognome non equivoco: Carlo Alberto Zaccheo. Non si tratta di omonimia: è il fratello di Vincenzo, nonché zio di Martina, l\'ac - quirente della casa. C\'è un particolare in più che rende ancora più singolare la vicenda. Al momento della vendita la casa era sì dell\'associazione sportiva contigua al partito. Ma non l\'aveva ricevuta in eredità dalla generosa contessa di turno.

bechisbechis

La casa era stata comprata da appena otto giorni dalla Scip, la società che cartolarizzava per conto del Ministero dell\'Economia gli immobili di proprietà degli enti previdenziali. L\'associazione sportiva aveva la sede in quell\'appartamento, e da anni pagava l\'affitto. Grazie a questa condizione aveva sia il diritto di prelazione che il vantaggio di godere di un sostanzioso sconto sul prezzo base d\'asta. Normalmente quella base era già bassa, perché poi durante l\'asta arrivavano offerte al rialzo e per un immobile di prestigio in quella po sizione facilmente la Scip avrebbe avuto la fila dietro la porta.

qcuqcu 13 sindaco latina vinc zaccheo mo alessandra

Con il diritto di prelazione esercitato l\'asta naturalmente non si è fatta. E l\'inquilino ha strappato il suo affarone. Solo per otto giorni. Perché poi ha rivenduto senza nemmeno cercare la plusvalenza: allo stesso prezzo a cui aveva acquistato, più le spese notarili. Zero affare, e in più la necessità di sgombrare l\'appartamento e traslocare in una nuova sede.

Ricapitoliamo cosa è avvenuto: la società sportiva del partito di Fini, guidata da un finiano doc e amministrata dal signor Zaccheo, si compra la sede e dopo appena otto giorni la rivende alla figlia di un finiano doc, che è pure nipote del venditore.

Pur non conoscendo la prima parte della storia (i soli otto giorni di possesso dell\'immobile), nel 2007 i Ds si accorsero di quella strana vendita immobiliare. E presentarono un\'interrogazione al ministro dell\'epoca, Giovanna Melandri. In entrambi i rami del parlamento: l\'Alleanza sportiva italiana era riconosciuta e vigilata dal Coni, e che una sua casa finisse in vendita senza gara alla figlia di un esponente di partito, scandalizzò.

La Melandri non rispose mai. E gli interroganti misteriosamente ritirarono la domanda in contemporanea, il 4 ottobre 2007. E così rinunciarono a capire di più della più straordinaria apologia del conflitto di interessi che si ricordi in questi anni. Partito, mattone e famiglia nel salotto di Roma. Partito, mattone e famiglia nel salotto del principato di Monaco. E chissà quante altre volte spunterà un caso simile. Sembra quasi un programma politico, lo zoccolo duro della nuova destra italiana: partito, mattone e fami- glia. Il futuro è un mattone di glia. Il futuro è un mattone di partito in libertà.

GIOVANNAGIOVANNA MELANDRI

2- C\'E\' L\'IPOTESI CHE FINI E TULLIANI VENGANO ASCOLTATI DAI PM DELLA PROCURA DI ROMA
Sara D\'ambrosio per Il Secolo XIX

L\'ipotesi di ascoltare anche la versione del presidente della camera Gianfranco Fini non è più totalmente esclusa. Dopo due giorni di audizioni e ancora in attesa delle carte provenienti da Montecarlo, i pm della procura di Roma stanno valutando se ascoltare anche l\'ex presidente di An che nel 2008 accettò di vendere un appartamento monegasco poi finito in affitto al cognato Giancarlo Tulliani.

Nulla è ancora deciso e fondamentale sarà l\'ultima valutazione degli atti mandati a chiedere due settimane fa a Montecarlo ma che non sarebbero ancora giunte a piazzale Clodio. Ma il procuratore capo Giovanni Ferrara e l\'aggiunto Pierfilippo Laviani stanno prendendo in considerazione anche alcune misure organizzative.

ElisabettaElisabetta Tulliani e Gianfranco Fini a Mirabello

A esempio, potrebbero decidere di ascoltare Fini nella sede istituzionale di Montecitorio, come segno di \"rispetto\" verso la terza carica dello Stato. Anche Giancarlo Tulliani, a questo punto, potrebbe essere ascoltato.

Del resto, le audizioni dei giorni scorsi hanno lasciato irrisolti parecchi punti dell\'indagine. Soprattutto, non hanno chiarito come e perché fu fissato in 300 mila euro il prezzo dell\'immobile ricevuto in eredità da An. E quanti, all\'interno del partito, sapevano già nel 2008 che la società acquirente, la Timara ltd, era stata individuata su consiglio di Tulliani.

Ascoltato nel totale riserbo due giorni fa, il deputato di Fli Donato Lamorte, all\'epoca capo della segreteria politica di Alleanza nazionale, ha spiegato che del legame tra Tulliani e la Timara ltd ha saputo solo recentissimamente. Quando, l\'8 agosto scorso, Fini in persona ha scritto al Corriere della sera per raccontare la sua versione dei fatti: «All\'epoca mi disse solo che aveva ricevuto una offerta di 300 mila euro - ha spiegato Lamorte ai magistrati - mi chiese un parere. E io gli risposi che prima ce la toglievamo di torno e meglio era».

casacasa montecarlo

Lamorte ricordava una abitazione in pessime condizioni, per averla visitata nel 2002 assieme alla segretaria particolare di Fini, Rita Marino, e ad alcuni amici con lui in vacanza a Montecarlo: «Sapevo che da quella mia visita del 2002 nessuno era più tornato in quell\'appartamento, rimasto sfitto e disabitato finché Fini mi disse della proposta. Chiesi anche agli amministratori del partito se negli anni avessimo ricevuto qualche offerta, ma tutti mi dissero che non si era mai fatto avanti nessuno».

DONATODONATO LAMORTE ROBERTO MENIA

Sulla valutazione, dice Lamorte, non ci fu nessuna trattativa: «Credo che fosse l\'offerta che ci arrivava dalla società. Io mi ricordavo che al momento di iscriverla a bilancio, la casa era stata valutata sui 450milioni di lire. Seicentomilioni erano parecchio di più e, infatti, al momento dell\'approvazione del bilancio in assemblea nessuno fece obiezioni».

Proprio sul prezzo, i magistrati stanno valutando similitudini e differenze tra le versioni dei testimoni convocati finora. Il punto è delicatissimo: la congruità del prezzo fissato è l\'elemento centrale per stabilire se ci sia effettivamente stata una truffa ai danni degli iscritti di An.

FrancescoFrancesco Pontone

Martedì scorso, il tesoriere Francesco Pontone aveva spiegato che l\'indicazione dell\'acquirente e del prezzo sarebbe arrivato «dai vertici del partito». Rita Marino è stata più evasiva. Ascoltata subito dopo Lamorte, due giorni fa, ha spiegato di essere arrivata a Montecarlo durante una vacanza organizzata assieme al deputato. La donazione della contessa Anna Maria Colleoni aveva incuriosito un po\' tutti, di qui la scelta di andare a dare un\'occhiata a quello strano regalo che il partito aveva messo a bilancio dopo una transazione informale con la famiglia della donna.

Nessun ricordo specifico, però, sulle modalità della decisione presa nel 2008, né su come fu fissato il prezzo: «Non ne so nulla, ricordo però che non ci fu una riunione dedicata». A occuparsi della transazione con la famiglia, era stato Antonino Caruso, civilista e unico del gruppo di allora che ha deciso di non seguire Fini in Futuro e libertà. Come raccontò in una intervista, il senatore ha confermato ai pm che dopo la transazione ricevette un offerta da un milione da uno degli amministratori del palazzo: «Ma dopo di allora non mi occupai più di quella casa per dieci anni. Ne ho sentito parlare di nuovo solo in questi giorni».

 

 

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