1- RENZI IL ROTTAMATORE MATTO È RIUSCITO NEL MIRACOLO DI UNIRE LA POLITICA ITALIANA: DA BERSANI A CASINI, DA BERLUSCONI A VENDOLA FINO A BEPPE GRILLO, TRAPASSANDO ROSPY BINDI, TUTTI UNITI CONTRO QUEL ROMPICOJONI DI SINDACO RAGAZZINO - 2- SE VINCE LE PRIMARIE, VANNO TUTTI A CASA. BERSANI PERDE IL PARTITO, CASINI PERDE L’ALLEATO, BERLUSCONI PRENDE LA STRADA DELLA PENSIONE, LA BINDI PERDE LA TESTA - 3- L’UNICO MODO PER SBARRARE LA STRADA A RENZI: TORNARE AL PROPORZIONALE E RENDERE INUTILI LE PRIMARIE. LA MELINA PD-PDL SULLA LEGGE ELETTORALE (SI CAMBIA O NO?) - 4- QUANDO A RISCHIO È LA POLTRONA, IL PD TORNA GRANITICO. D’ALEMA, VELTRONI, PRODI, BINDI: TUTTI PRO CULATELLO PER STERILIZZARE LE PRIMARIE CON REGOLE TRAPPOLA - 5- ANCHE IL FURBO BEPPE GRILLO ATTACCA IL RENZACCIO DELL’ANTI-CASTA: “FA IN MANIERA PIÙ CREDIBILE QUEL CHE VORREBBE FAR LUI, LA RIVOLUZIONE DAL BASSO” (SECHI DIXIT) -

Condividi questo articolo


Matteo Renzi e la moglie AgneseMatteo Renzi e la moglie Agnese

1- SECHI: PERCHÉ MATTEO È UN PROBLEMA PER TUTTI I LEADER
Mario Sechi per "Il Tempo"

Beppe Grillo ha cominciato a prendere di mira Matteo Renzi. Ieri il comico ha saccheggiato il repertorio di Fortebraccio - Mario Melloni, mitico corsivista dell'Unità - per dire che il sindaco di Firenze è un Signor Nessuno. Matteo lo infastidisce parecchio. E in buona compagnia.
Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini e Silvio Berlusconi temono il rottamatore. Per ragioni diverse. Vediamo quali.

Bersani. Sa di avere il caterpillar targato Firenze alle calcagna. Il risultato delle primarie non è in discussione, ma il segretario non è tranquillo. Se Renzi incassa una buona percentuale, sarà iscritto di diritto alla successione al vertice del partito. Non a caso ieri Renzi veniva attaccato da Rosy Bindi, Massimo D'Alema e Nichi Vendola. É il nemico interno da abbattere.

MARIO SECHIMARIO SECHI

Casini. Ha stretto un patto di ferro con il segretario del Pd, ma l'accordo spartitorio riesce solo se Bersani vince bene le primarie. Renzi inoltre è una calamita per gli elettori moderati che non vogliono legarsi alla sacrestia casiniana. Credenti che non sopportano il radicalismo vendoliano, un universo di persone che non ha intenzione di votare per un partito che ha la linea diretta con il cardinal Bertone. Sceglieranno Renzi, "terza via" tra la sinistra hollandista e illuminista e un partito che si ispira alla Dc senza esserne neppure l'ombra.

ROTTAMA STO CAZZO I DALEMIANI CONTRO RENZIROTTAMA STO CAZZO I DALEMIANI CONTRO RENZI

Berlusconi. Il Cavaliere pensa di sfruttare a suo vantaggio la frattura che si sta aprendo nel Pd. Renzi gli sta simpatico, si sono visti ad Arcore, ma sottovaluta i «danni collaterali» della rottamazione a sinistra. Perché in realtà la corsa di Renzi alle primarie del Pd renderà plastica la necessità della competizione democratica dentro il Pdl, metterà in luce come gli outsider e i leader del futuro nascono quando dentro i partiti funzionano meccanismi di competizione e non di cooptazione. Esattamente il contrario di quanto avviene nel partito di Berlusconi, dove le primarie si annunciano in pompa magna, ma poi non si fanno per non disturbare il capo.

PIERLUIGI BERSANIPIERLUIGI BERSANI

Ecco perché un anti-sistema come Grillo ha paura di Renzi: fa in maniera più credibile quel che vorrebbe far lui, la rivoluzione dal basso.


2- LA MELINA DI BERSANI: RIMANDARE LE PRIMARIE CON LA SCUSA CHE CAMBIA IL PORCELLUM E "GESTIRLE" CON UN TAVOLO SULLE REGOLE
Monica Guerzoni per "Il Corriere della Sera"

Un tavolo con tutti i candidati per scrivere le regole delle primarie, contenere Matteo Renzi e disinnescare tagliole e trappole. Pier Luigi Bersani lo insedierà entro la fine del mese, sempre che per allora salti fuori l'accordo sulla legge elettorale. E sempre che i dubbi e i sospetti incrociati, che vanno lievitando tra le varie anime del Pd, non lo convincano che è inevitabile fare dietrofront.

PIER FERDINANDO CASINIPIER FERDINANDO CASINI

D'Alema notoriamente non le ama, Veltroni pensa che in un sistema proporzionale le primarie non avrebbero alcun senso, Rosy Bindi e Franceschini fanno il tifo per un rinvio alle calende greche. Ecco perché da giorni Matteo Renzi non fa che appellarsi al popolo del Pd. «Le primarie sono la regola della casa, le abbiamo inventate noi e dobbiamo continuare a farle - ha risposto a distanza a Rosy Bindi, la quale non sa "se si faranno o no" -. Altrimenti siamo come il centrodestra».

NOVEMBRE BERLUSCONI A PIAZZA SAN BABILA ANNUNCIA LA NASCITA DEL POPOLO DELLA LIBERTANOVEMBRE BERLUSCONI A PIAZZA SAN BABILA ANNUNCIA LA NASCITA DEL POPOLO DELLA LIBERTA

Nei piani di Bersani la sfida si terrà a fine novembre e lui è convinto di vincere. Ma al segretario non sfugge la fondatezza del monito lanciato da Romano Prodi sul Corriere. Se la legge elettorale venisse modificata in direzione proporzionale a che servirebbe chiamare ai gazebo gli elettori per decidere tra lui, Renzi, Vendola e Tabacci?

A nulla, visto che il premier sarebbe scelto dopo le elezioni e nelle segrete stanze dei partiti. «I dissensi crescenti tra i massimi dirigenti del Pd portano in evidenza contraddizioni troppo a lungo nascoste», li sprona a venire allo scoperto Arturo Parisi, che a Bersani chiede di prendersi una pausa di riflessione.

rosy bindi xrosy bindi x

Come dice Beppe Fioroni il primo nodo da sciogliere è la legge elettorale: «Se il premio è alla coalizione le primarie si fanno e i cittadini scelgono il presidente del Consiglio». E se il premio è al partito? «Le primarie saltano - risponde il responsabile Welfare -. Mica possiamo fare il congresso un anno prima... E talmente banale che perfino Renzi dovrebbe capirlo». Cresce la paura che le primarie possano trasformarsi in un congresso anticipato e dunque in una conta interna.

Massimo D'AlemaMassimo D'Alema

A sentire i bersaniani è questo il gioco che Renzi sta tentando ed è per questo che al Nazareno, sede del Pd, si studiano le contromosse. Tornare indietro non si può, ma evitare di farsi male da soli forse sì... «Se un iscritto al Pd vuole sfidare Bersani deve ottenere una deroga, che è un atto formale del segretario - avverte Nico Stumpo, responsabile Organizzazione in segreteria -.

Renzi la deroga la otterrà, ma poi bisognerà scrivere le regole». Il sindaco di Firenze ha detto che se vince cambierà l'Italia e se perde si batterà per «riequilibrare» il Pd. «La parola riequilibrio mi sembra un po' vecchia», lo stoppa Stumpo. E anche Stefano Fassina chiarisce che «il riequilibrio di cui Renzi parla non è oggetto di discussione».

NICHI VENDOLA NEL 1996NICHI VENDOLA NEL 1996

Altrettanto energico suona il monito di Matteo Orfini, altro esponente della segreteria bersaniana: «Spero che l'obiettivo di Renzi non sia fare una corrente dentro il Pd. Ci sono delle regole. Se vuole candidarsi a leader deve chiedere il congresso».

Il non detto, in questa battaglia, sono le trattative per il governo e per le liste elettorali, un aspetto delicatissimo della vicenda che spiega le resistenze dei leader. Giocoforza infatti le primarie spazzano via «caminetti» e posizioni consolidate e ridisegnano l'assetto del partito. E se davvero Renzi dovesse incassare il 30 per cento dei voti che gli assegnano i sondaggi?

ILLUSTRAZIONE FUCECCHI BEPPE GRILLO COME LENIN jpegILLUSTRAZIONE FUCECCHI BEPPE GRILLO COME LENIN jpeg

Non a caso Antonello Giacomelli, braccio destro di Franceschini, scolpisce su Twitter la sua tabella di marcia: «Prima la legge elettorale, poi le eventuali alleanze, infine (se c'è premio di coalizione e servono) primarie».
Al Nazareno tengono alta la guardia, ma a sentire i suoi Bersani non è preoccupato più di tanto. «Se il premio sarà alla coalizione si faranno primarie di coalizione - è il ragionamento di Orfini - se invece il premio sarà al partito i candidati saranno solo del Pd».

Vendola sarebbe fuori gioco, a meno che Bersani non decida di correre con una lista unitaria. Sia come sia «scorrerà il sangue», per usare un'espressione di Prodi che ha fatto storia nel Pd.

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...

DAGOREPORT – CHI SOGNA IL RITORNO DI TRUMP ALLA CASA BIANCA? DI CERTO NETANYAHU ED EMIRATI ARABI UNITI, MA TRA LE VEDOVELLE DI “THE DONALD” NON C’È PUTIN. “MAD VLAD” PREFERISCE IL PREVEDIBILE NEMICO BIDEN A QUEL MATTACCHIONE INAFFIDABILE DEL TYCOON (CHE GIUSTO IERI HA INVOCATO LE BOMBE AMERICANE SU MOSCA). UNA DIFFIDENZA POTENZIALMENTE UTILE A “SLEEPY JOE”: IL CREMLINO POTREBBE “CONCEDERGLI” LA PACE IN UCRAINA PER EVITARE IL RITORNO DI TRUMP – E LA MELONI? TIENE IL PIEDE IN DUE STAFFE: MANDA I SUOI ALLA CONVENTION CPAC, MA SI FA DARE I BACETTI DA BIDEN…