A DIECI ANNI DALLA MORTE, BERLUSCONI RICORDA (SENZA APRIRE BOCCA) BETTINO CRAXI - CHE C'È DA MERAVIGLIARSI? È LO STESSO SILVIO CHE DOPO AVER OTTENUTO ILLEGALMENTE DA BETTINO BEN TRE TV, DOPO LA CADUTA E LA 'DEPORTAZIONE' AD HAMMAMET PENSÒ BENE DI PROPORRE AL "CARNEFICE" DI PIETRO UN POSTO DA MINISTRO! - SEDUTI FRA STEFANIA E BOBO CRAXI, TARAK BEN AMMAR, CIARRAPICO, MINZOLINI, PILLITTERI, BRUNETTA, DEL TURCO, DE LORENZO, BONDI, FRATTINI, LA PRESIDENTE DEI SENATORI PD ANNA FINOCCHIARO, IL CAPO DELLA SEGRETERIA PD FILIPPO PENATI E CASINI - DE MAGISTRIS: "OGGI CI SI INCHINA AD HAMMAMET PER GENUFLETTERSI VERSO ARCORE" - DI PIETRO, LO STESSO CHE INCONTRò PREVITI PER IL POSTO DA MINISTRO: "UNA VERGOGNOSA BEATIFICAZIONE. SI STA OSANNANDO UN DELINQUENTE LATITANTE" -

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Aldo Cazzullo per il "Corriere della Sera"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

Giuseppe CiarrapicoGiuseppe Ciarrapico

Ciarrapico, senatore Pdl, mormora mentre esce aggrappato al bastone: «Craxi è l'unico statista che abbiamo avuto dai tempi di Mussolini. Non a caso ne era un grande estimatore. Ad Hammamet con Bettino discutevamo per ore del Duce». Ciarrapico, e il suo amico Andreotti? «Un accorto gestore di una democrazia malata. Lo statista era Craxi».
Al braccio dell'avvocato di Stefania Craxi, Renato Ruggiero, c'è donna Assunta Almirante: «Craxi fu il primo a ricevere mio marito. Giorgio gli disse: "Io sono fuori dall'arco costituzionale...". Lui rispose: "L'arco costituzionale è roba da De Mita". Che uomini, Giorgio e Bettino».

Annagrazia Calabria e Melania RizzoliAnnagrazia Calabria e Melania Rizzoli

Alla commemorazione del decennale, nella biblioteca del Senato intitolata a Spadolini, la saldatura tra l'eredità di Craxi e la destra, anche quella dell'appunto ex arco costituzionale, è cosa fatta. Se non altro perché il centrosinistra è praticamente assente. Nessuno o quasi ha preso coraggio dopo le parole di Napolitano. La Finocchiaro se ne va dopo i cinque minuti del discorso di Schifani.

Penati, annunciato come rappresentante di Bersani, la segue poco dopo. Il miniPsi di Nencini è ad Hammamet. Ci sarebbe Del Turco, che però con il Pd è in aperta rotta: «Sono stato assolto da D'Ambrosio e condannato dal mio partito. Roba da matti». Berlusconi lo vede, lo abbraccia, lo bacia sulle guance: «Ho sofferto molto per te».

Resteranno le uniche parole della mattinata del premier. Il moderatore, il verbosissimo professor Michel Martone («molti si chiederanno che cosa ci faccio qui» è il suo incipit), lo invita a prendere la parola, ma Berlusconi fa cenno di no. In altre occasioni non aveva avuto timore di rivendicare appieno l'eredità di Craxi. Al congresso fondativo del Pdl, il 27 marzo 2009, l'aveva indicato come «carissimo amico» e precursore del nuovo partito, in quanto «primo leader ad aprire alla destra».

Il 19 gennaio 2002, per il secondo anniversario della morte, Berlusconi anche allora premier non si era tirato indietro: «Le azioni giudiziarie a lui avverse si erano inestricabilmente intrecciate a un clima di odio e di rigetto callidamente coltivato da chi, con mezzi impropri e inaudito accanimento, aveva scelto di distruggere un uomo». E ancora: «Quando la figura di Craxi avrà ricevuto il giusto riconoscimento da parte di tutti, solo allora l'Italia avrà compiuto un passo in avanti decisivo verso quella riconciliazione e quella unità morale e civile che ancora ci mancano». Un obiettivo ancora lontano, come testimonia lo spiegamento di agenti in borghese e poliziotti in tenuta antisommossa, per timore di contestazioni.

Stefania CraxiStefania Craxi

Stavolta Berlusconi sceglie di tacere. Per non sovrapporre le sue parole a quelle del capo dello Stato. Per non alzare la temperatura del confronto tra giustizia e politica, alla vigilia del voto in Senato sul processo breve. Per non rimarcare ciò che qui è già evidente a tutti: la memoria di Craxi - compresa la resistenza alla magistratura - viene rivendicata come patrimonio dal centrodestra e viene esorcizzata con il silenzio e l'imbarazzo dal campo naturale dei socialisti, il centrosinistra.

I relatori sono i tre ministri tornati da Hammamet: Brunetta, Frattini, Sacconi. Ma ci sono anche esponenti del Pdl che socialisti non sono mai stati. Beatrice Lorenzin ricorda «il fascino che Craxi con la sua fisicità esercitava su noi ragazzi degli anni ‘ 80». Gasparri lo commemora ai microfoni dei tg. Il ministro Fitto saluta Quagliariello e Melania Rizzoli.

Berlusconi Manuela RepettiBerlusconi Manuela Repetti

Bondi prende posto vicino a Forlani, quasi irriconoscibile. Gli uomini di ieri accanto agli uomini di oggi, Francesco De Lorenzo e Sergio De Gregorio, l'ex direttore del Giorno Francesco Damato e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, il regista Squitieri e Caldoro neocandidato alla Regione Campania, Alda D'Eusanio e la sottosegretaria Roccella, lo storico Melograni e Masotti corrispondente Rai da Londra con sciarpa fucsia. Si affaccia Gegè Caligiuri, altro parlamentare Pdl: «Ma il capo non parla?». Parla invece Stefania, la passione la induce ad attribuire al padre anche il successo della dieta mediterranea; suo fratello Bobo resta in silenzio.

arriva Minzoliniarriva Minzolini

Ci sono il cognato di Craxi, Pillitteri, il suo fotografo, Cicconi, il suo avvocato, Guiso, la figlia di Antonio Natali, il suo maestro. E ci sono quelli rimasti sulla breccia: Cicchitto, Enzo Scotti, Anna La Rosa, Sgarbi e Bonaiuti abbronzatissimo. Anche Casini esce anzitempo, Gianni Letta resta seduto accanto a Berlusconi. Ogni tanto si affaccia qualche altro peone per sapere se «il capo» prenderà la parola. Tarak Ben Ammar evoca il legame tra Craxi e il popolo arabo, Brunetta racconta la notte del decreto di san Valentino sulla scala mobile, quando era consigliere di De Michelis, che sorride facendo notare che ora è lui consigliere di Brunetta.

Berlusconi e SgarbiBerlusconi e Sgarbi

Ci sarebbero anche due relatori considerati vicini al centrosinistra, ma sono qui per riconoscere che aveva ragione Craxi. Luigi Angeletti leader Uil ricorda le responsabilità della Cgil e del Pci nella battaglia dell'84 (Berlusconi annuisce); Giuseppe De Rita - se è possibile sintetizzare in poche parole un intervento di altissimo livello - ricorda di essersi occupato per quindici anni di programmazione mentre in realtà il cambiamento, come aveva intuito Bettino, non si programma: «Ci si sta dentro, lo si cavalca come un'onda».

Messaggio di Cossiga. Quando, finita la prima tavola rotonda, Berlusconi dopo aver abbracciato e baciato Stefania si alza per andarsene, quasi tutti i partecipanti alla commemorazione di Craxi vanno via al seguito del «capo», quello vivo. Ciarrapico: «Oggi c'è ressa, ad Hammamet eravamo in pochi».

 

 

Melania RizzoliMelania Rizzoli Maurizio SacconiMaurizio Sacconi

2 - "UNA VERGOGNOSA BEATIFICAZIONE"
Corriere.it - L'Italia dei Valori sul piede di guerra. «In questo momento non si sta dando una lettura più serena di quegli anni, ma più falsa e più distorta» ha detto Antonio Di Pietro, replicando a chi gli chiedeva della lettera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato ieri alla vedova di Craxi e delle celebrazioni di questi giorni per il decennale della morte del leader socialista. Per l'ex pm si sta «osannando un delinquente latitante».

Luca TeleseLuca TeleseManuela RepettiManuela Repetti

«È sufficiente dire che Craxi fu un gigante, e così sarà ricordato, mentre Di Pietro è e resta uno gnomo», è stata la replica del portavoce del Pdl Daniele Capezzone. Torna sulla lettera del presidente della Repubblica alla vedova di Craxi anche il dipietrista Massimo Donadi. Che in una missiva a sua volta inviata a Napolitano e pubblicata sul suo blog afferma di dissentire «rispettosamente, ma totalmente» dal contenuto della lettera del capo dello Stato.

Giuseppe CiarrapicoGiuseppe Ciarrapico

«Da Lei - ha scritto Donadi rivolgendosi a Napolitano - mi sarebbe piaciuto sentire un discorso diverso, che potesse contribuire a riedificare moralmente questa martoriata Repubblica. Un discorso che dicesse con chiarezza, una volta per tutte, che il politico, tanto più se uomo di governo, presta un giuramento solenne verso il popolo che rappresenta. Un giuramento di onestà, di trasparenza e di lealtà. E che quando viola, così gravemente e amorevolmente, questo giuramento, come fece Craxi, tradisce il suo Paese ed il suo popolo e niente, nemmeno il tempo, la può riscattare».

Frattini e Ben AmmarFrattini e Ben Ammar

Affondo su Craxi anche da Luigi De Magistris, europarlamentare Idv, che dal suo blog invita riflettere su quella che a lui appare come una riabilitazione strumentale del leader socialista da parte della maggioranza, finalizzata a giustificare la situazione politica dei nostri giorni. «Oggi ci si inchina ad Hammamet per genuflettersi verso Arcore».

«È davvero una vergogna la beatificazione di un pregiudicato in una sede istituzionale» ha detto il presidente dei dipietristi al Senato Felice Belisario. «Sono davvero addolorato per quanto sta avvenendo in questi giorni e per il cattivo esempio che la classe politico-istituzionale sta dando ai nostri giovani esaltando la figura di un uomo controverso che la storia non ha ancora giudicato, mentre lo ha condannato la magistratura indipendente».

Frattini ascolta Ben AmmarFrattini ascolta Ben Ammar Francesco De LorenzoFrancesco De Lorenzo

MANIFESTAZIONI - L'Idv ha preso parte al «No Craxi Day», la manifestazione che si è svolta a Piazza Navona. Una ventina di persone del «Popolo viola» ha anche inscenato una protesta sventolando bandiere e lanciando in aria monetine davanti all'Hotel Raphael a Roma, dove nel '93 anche Craxi fu duramente contestato. Sono stati esposti anche cartelli dalla scritta «Hotel Raphael 30-4-93 io c'ero - Piazza Navona 19-1-2010 io ci sono».

De LorenzoDe LorenzoDonna Assunta AlmiranteDonna Assunta Almirante

Alcuni hanno invece ironizzato sull'intitolazione di una strada a Craxi mostrando su un foglio l'insegna di una via con la scritta: «Via! Bettino Craxi. Latitante». L'Italia dei Valori è scesa in piazza anche a Milano, con un presidio di una decina di militanti davanti al municipio di Palazzo Marino per dire no alla proposta del sindaco Letizia Moratti di intitolare un parco all'ex leader socialista.

Corrado CalabroCorrado Calabro Cesare De MichelisCesare De Michelis

3 - BEN AMMAR, ERA UN UOMO DI IDEE NON DI POTERE
(Agi) - Alla commemorazione di Bettino Craxi tenutasi nella biblioteca del Senato erano presenti l'ambasciatore libico, quello tunisino e quello egiziano in Italia. Presente anche il tycoon tunisino Tarak Ben Ammar che ha ricordato "l'amore di Bettino per la nostra terra. Lui - ha spiegato - era affascinato dal dialogo interreligioso e dalla nostra cultura. Voleva capire. Non tutti sanno che verso la fine della sua vita faceva ricerche sul Corano e preparava un libro su Sant'Agostino".

BrunettaBrunettabrunetta e Beatrice Lorenzinbrunetta e Beatrice Lorenzin

Tarak Ben Ammar ha ribadito come sia stato proprio Bettino Craxi ad invitarlo a conoscere Silvio Berlusconi. "Su Nessma tv - ha spiegato ancora - e' andato in onda uno speciale su Craxi.
Tredici milioni di nordafricani hanno potuto cosi' ricordare la figura di Craxi. Bettino - ha concluso Ben Ammar - non era un uomo ne' di soldi, ne' di potere, ma di idee".

 

 

 

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