AMERICA FATTA A MAGLIE - ALTRO CHE ESTREMISTI, LA SQUADRA DI TRUMP È COMPOSTA DA GENTE CHE HA DETTO LA VERITÀ SU MEDIO ORIENTE E NATO - MIKE PENCE CONTESTATO DAL CAST DI ‘HAMILTON’, FISCHI DALLA FOLLA, PER TRUMP ‘UNA COSA MOLTO MALEDUCATA’ (VIDEO) - L’INCONTRO DI DONALD CON IL NEMICO MITT ROMNEY, GIULIANI ANCORA FAVORITO PER SEGRETARIO DI STATO

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VIDEO - LA CONTESTAZIONE A MIKE PENCE DA PARTE DEL CAST DI ‘HAMILTON’, MUSICAL DI MAGGIOR SUCCESSO DEGLI ULTIMI ANNI CREATO DA LIN-MANUEL MIRANDA

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Il nemico giurato di Donald Trump o per lo meno il più esplicito, quello a cui i conservatori duri e puri hanno chiesto per un anno fino alla convention repubblicana di candidarsi nonostante la trombatura del 2012, per contrastare l'intruso, il pagliaccio, e’ Mitt Romney,  per questo vale mille punti il lungo incontro tra i due oggi in New Jersey, a Bedminster, dove Trump va a giocare a golf.

ROMNEY TRUMP 2 ROMNEY TRUMP 2

 

L'ultima delle balle sulla transizione verso la presidenza di Donald Trump vuole che un po' l'inesperienza, un po’ i rapporti tumultuosi col partito repubblicano, un po' il pessimo carattere del neopresidente, infine l’affollarsi di personaggi duri e impresentabili - una sporca dozzina come ha scritto Huffington Post che continua a non vergognarsi di non averne azzeccata una di qua e di là dell'oceano - rendano la nomina del prossimo governo e dei consiglieri più importanti della Casa Bianca un compito arduo, difficile, in preda a confusione.

 

ROMNEY TRUMP ROMNEY TRUMP

Ma sono passati meno di 10 giorni dalle elezioni e abbiamo consigliere per la sicurezza nazionale, direttore della CIA, due strateghi della Casa Bianca e l’attorney general, il nostro ministro della Giustizia. Sappiamo anche che la prossima settimana avremo i segretari, ovvero i ministri, al Commercio, al Tesoro, e l'attesissima nomina del segretario di Stato, lo strapotente ministro degli Esteri americano.

 

Non pare un ritmo lento o convulso ma aspettatevi una nuova balla a settimana dai media americani europei e italiani. D'altra parte se non hai capito niente di quello che stava succedendo nel Paese, peggio ancora se lo avevi intuito e hai pensato con i tuoi articoli e con le trasmissioni tv di modificare le opinioni di una fetta grossa e arrabbiata di elettorato, se tutto questo è successo, e invece di chiedere scusa vai cercando polemiche fruste su voto elettorale e voto popolare, poi esalti manifestazioni di quelle “mi indigno a pagamento”, non hai grandi risorse a disposizione.

contestazione mike pence del cast di hamilton contestazione mike pence del cast di hamilton

 

Ma certe scelte non sono prive di responsabilità. Qualcuno dovrà costruire il rispetto intorno a un presidente e al governo eletti, oppure episodi come quello di venerdì sera a Broadway finiranno male. Che cosa è successo? Che il vice presidente eletto Mike Pence è andato con la famiglia a vedere un musical, Hamilton, e gli attori invece di fare il loro mestiere si sono messi a recitare un papiello in cui chiedono che siano rispettati i valori americani. Pence ha fatto buon viso, Trump sì e’ detto incazzato per quello che ha definito un ricatto.

contestazione mike pence del cast di hamilton 2 contestazione mike pence del cast di hamilton 2

 

L'altro argomento polemico di questi giorni vuole che Trump sia scegliendo hardliners, dei duri, per una politica dura. Pensate un po’ che come consigliere per la sicurezza nazionale ha scelto un generale pluridecorato, Michael Flynn, che Obama ha messo in pensione anticipata perché aveva espresso dei dubbi sulla politica in Medio Oriente e su quella contro il terrorismo in patria. Un pazzo, vero, visto che da quelle parti va tutto bene?

 

contestazione mike pence del cast di hamilton contestazione mike pence del cast di hamilton

Quel che pensa Flynn non è di difficile reperimento, visto che ha di recente scritto un libro “field of fight”, campo di battaglia, in cui descrive quelli che sono a suo parere tutti gli errori strategici e tattici degli ultimi otto anni. Difficile dargli torto, dal discorso del Cairo alla esaltazione acritica della primavera araba al ritiro dall'Iraq alla guerra sciagurata contro Gheddafi, alle criminali esitazioni in Siria all'accordo incosciente con l'Iran. L'intera area e’ teatro di guerra, la Libia la Siria l'Iraq l'Afghanistan la Somalia lo Yemen, e tutte sono gestite così male e vilmente che non se ne vede la fine.

hillary clinton con il cast di hamilton hillary clinton con il cast di hamilton

 

 Il neo consigliere per la sicurezza nazionale dice anche che è stata una forma di debolezza politica aver portato a un punto così basso le relazioni con la Russia di Vladimir Putin, e questo subito gli vale l'accusa di essere filo russo. Ma i primi a trarre vantaggio da un accordo finalmente di nuovo forte che consenta di eliminare inutili sanzioni sarebbero proprio governi e paesi europei, noi italiani senza dubbio.

 

Il che ci porta alla scelta dell'altro personaggio fondamentale per relazioni internazionali mai così confuse e pericolose dalla fine della guerra fredda. Si sceglie con qualche fatica il segretario di Stato, e qui si misurerà fino in fondo se per Donald Trump varrà di più durante il suo mandato la fedeltà a coloro che lo hanno aiutato nella più difficile campagna elettorale della storia d'America, la capacità di compromesso politico interno soprattutto col Partito Repubblicano che gli ha fatto una guerra mai vista nella storia delle elezioni presidenziali d'America, la volontà di mediazione con gli alleati europei e non solo che hanno attaccato come un paria e indegno di stare seduto al tavolo dei grandi il presidente eletto, e da lui sono stati ricambiati con eguale disprezzo.

contestazione mike pence del cast di hamilton contestazione mike pence del cast di hamilton

 

Tradotto in soldoni, ce la farà o no Rudolph Giuliani, nipote e figlio di italiani, ad avere la poltrona agognata, l'unica che intende accettare in cambio dell'aver speso tutta la sua influenza di uomo di legge e ordine, di ex sindaco sceriffo amatissimo di New York?

 

In lizza c'è un uomo forte della tradizione neocon che chiuderebbe forse la contesa con la Dinasty dei Bush e di altri potenti del partito, ovvero l'ex ambasciatore alle Nazioni Unite John Bolton, e c'è Mitt Romney, candidato trombato nel 2012 che ha denigrato per un anno intero Donald Trump in modo violento e ora si è messo in coda per accedere a corte, la cui nomina a segretario di Stato, mentre chiuderebbe la diatriba con i never Trump, ne farebbe probabilmente anche un capo della diplomazia con tendenze moderate.

 

rudy giuliani donald trump rudy giuliani donald trump

Non così Giuliani, provate a immaginare che dopo una intervista come quella di oggi del ministro degli Esteri italiano Gentiloni al Corriere della Sera, Rudy segretario di Stato debba incontrare il Gentiloni medesimo. Non si limiterebbe a ricordargli che quando un po' stoltamente un po' incautamente afferma che la Nato non è una organizzazione benefica degli USA ma una collaborazione tra le due sponde dell'Atlantico, dimentica di precisare che degli 828 miliardi di dollari spesi nel 2015, il 71% lo hanno pagato gli americani.

 

No, il segretario di Stato Rudy Giuliani gli farebbe togliere il posto al tavolo delle trattative, non gli manderebbe un invito a pranzo, gli direbbe pubblicamente che l'America si svena da 70 anni per difendere l'Europa e che se non gli sta bene si accomodi da qualche altra parte.

 

FLYNN FLYNN

Bene, Giuliani resta il favorito del prossimo gruppo di nomine che saranno rese note lunedì o martedì e che comprendono anche il segretario al Tesoro e quello al Commercio. Al commercio andrà un signore anziano, Wilbur Ross, 78 anni, uomo d'affari presidente della WL Ross, un esponente di quel mondo industriale e tradizionale, gli uomini dell'acciaio delle miniere dei tessili, che Trump' ha promesso di riportare agli antichi splendori.

 

Al Tesoro invece dovrebbe andare Steven Mnuchin, è un incarico importante perché dovrà negoziare col Congresso tutta l’agenda economica e quindi Trump ha scelto un vecchio amico, l'ex banchiere di Goldman Sachs che ha fatto da supervisore dell'intera campagna finanziaria, che va ricordato è stata un modello di contenimento di spesa.

 

richard grenell ex portavoce di john bolton richard grenell ex portavoce di john bolton

 A sorpresa tra i big che in questi giorni sono entrati direttamente dal garage evitando i giornalisti accampati alla Trump Tower, c'è anche Colin Powell, l’ex segretario di Stato di W Bush che pur parlando malissimo della Clinton e della sua corruzione, aveva dichiarato che avrebbe votato per lei . E, ancora più a sorpresa ma mica tanto perché il diavolo non muore mai e l’uomo vede un piatto ricco, è arrivato e si è trattenuto a lungo, promettendo collaborazione e contatti, Henry Kissinger.

 

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