Laura Cesaretti per Velino.it
C'è un'atmosfera di grande attesa attorno alla data del 4 dicembre prossimo, col debutto dell'ormai celeberrimo pentito Spatuzza al processo Dell'Utri. Guarda caso è un venerdì: il giorno prima va in onda Annozero, ed è facile immaginare che la trasmissione di Santoro non mancherà l'occasione di anticipare l'evento e di alimentare la suspence. E guarda caso, il giorno dopo è sabato, il giorno della grande manifestazione dipietrista, intitolata "No-B day", dove la B è facile capire per cosa stia.
Gaspare SpatuzzaUna concatenazione di coincidenze, magari appunto del tutto casuale, ma che sembra fatta apposta per lanciare una grande kermesse mediatica con al centro l'ultimo, orripilante sospetto: il premier mafioso. E pure stragista. Per chi aveva finito per alzare le spalle annoiato alla milionesima riproposizione delle dieci domande di D'Avanzo sul premier maniaco sessuale, il richiamo all'ordine sarà perentorio.
E nel Palazzo si è diffusa rapidamente la sensazione che dopo il 4 dicembre nulla potrà più essere come prima. Annusata l'aria il Pd, con Bersani, continua a non aderire formalmente alla manifestazione di Di Pietro, ma inizia però a sdoganarla: non è una manifestazione "di partito", ragiona, chi l'ha lanciata ha opportunamente fatto "un passo indietro", e comunque le sue parole d'ordine sono compatibili con quelle del Pd e dunque se tanti democrat ci andranno non c'è niente di male.
Marcello Dell UtriE l'editoriale del Corriere di oggi annuncia il "tramonto del bipolarismo", incarnato dalla "parentesi dell'era berlusconiana". Repubblica intanto già avverte con gran clamore che il processo breve sta per passare in cavalleria, davanti all'urgenza di porre un'argine al nuovo, estremo pericolo: a Palazzo Chigi, spiega, si sta studiando in tutta fretta uno "scudo al Cavaliere per i reati di mafia", per salvarlo dai "processi di domani" mettendo mano al concorso esterno in associazione mafiosa, il 416bis.
MICHELE SANTOROFigura di reato che, secondo illustri penalisti, è un "mostro giuridico", il "parto di una fantasia accusatoria senza limiti", e che per altro ha già dato pessima prova giurisprudenziale di sé in altri grandi processi politici (da Andreotti a Carnevale). Ma che intanto sta ancora lì, pronto all'uso.
Antonio Di PietroSpatuzza, come annuncia da settimane il tam tam giudiziario, dirà che Berlusconi aveva stretto un patto con la mafia stragista dei Graviano, ben prima della discesa in campo ufficiale, per prendere il potere e spartirlo equamente, da buoni fratelli, con Cosa Nostra.
Qualcuno, tra i più esperti e meno ideologici cronisti giudiziari (Massimo Bordin intervistato sul Foglio, Marianna Bartoccelli sul Riformista) fa notare un piccolo particolare finora rimosso: tutta la storia raccontata da Spatuzza era non solo già nota, ma era stata già percorsa e ripercorsa a fondo da alcune procure, addirittura fin dal lontano '94, l'anno della discesa in campo berlusconiana.
Pier Luigi BersaniE quelle inchieste su Berlusconi mafioso e stragista, nonostante la volenterosa collaborazione di alcuni pentiti, erano finite nel nulla: con tutta la buona volontà dei pm non si era riusciti neppure ad arrivare ad uno straccio di rinvio a giudizio. Ora si ricomincia, però.