IN CULO ALL’EVASORE/1 – IL GOVERNO TEDESCO PAGA FONTI ANONIME PER AVERE LA LISTA DEI FURBETTI COI CONTI SVIZZERI - LA MERKEL SPENDE IL MINIMO, 185MILA EURO, E OTTIENE IL MASSIMO: 20 MILA NOMI E MOVIMENTI DI CONTI CORRENTI - IL VALORE DELL’A SOFFIATA È CROLLATO: A FEBBRAIO IL LÄNDER DEL NORDRENO VESTFALIA AVEVA PAGATO 2,5 MLN PER 1.500 NOMI – LA NECESSITÀ DI FARE CASSA PER ORA HA LA MEGLIO SUI DUBBI LEGALITÀ…

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Marika de Feo per \"il Corriere Della Sera\"

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Angela Merkel alza la pressione sugli evasori fiscali e sui Paesi che offrono loro rifugio. E per farlo, la cancelliera tedesca non esita a percorrere strade considerate fino ad oggi poco ortodosse per un governo occidentale. Incluso l\'acquisto da fonti anonime di dati sottratti non si sa bene come, relativi ai conti bancari dei cittadini tedeschi in Svizzera.

La Cancelliera tedesca, Angela Merkel, posa con il robot «Justin» all\'Ila International Air Show di Schoenefeld. Ieri la Germania ha annunciato di aver acquisito insieme alla Bassa Sassonia, da fonti anonime, un elenco con i nomi di 20 mila cittadini tedeschi titolari di conti in Svizzera

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Da quando i paradisi fiscali sono diventati meno attraenti, si è infatti intensificata la ricerca di dati sugli evasori che sottraggono capitali ai grandi Paesi industrializzati scossi dalla crisi. E la Germania è la prima ad aprire la strada all\'acquisto di dati rubati, iniziando una vera e propria caccia all\'evasore, che è proseguita anche ieri, quando il Land della Bassa Sassonia, insieme al governo di Berlino ha deciso di rilevare da un anonimo un cd contenente 20 mila dati, con nomi, indirizzi, e movimenti di conto corrente di un numero imprecisato di presunti evasori tratti da banche svizzere.

FALCIANIFALCIANI LA TALPA

Prezzo dell\'operazione: 185 mila euro, che saranno pagati in parti uguali da Berlino e dagli altri Länder nei quali risiedono gli evasori. In realtà, all\'inizio della trattativa alcuni mesi fa, la richiesta dell\'anonimo venditore era di 500 mila euro. Ma il rifiuto iniziale delle autorità, con i tempi di crisi e il capitale scarso, ha abbassato il prezzo.

Il nuovo acquisto segue quello più clamoroso, avvenuto nel Nordreno Vestfalia nel febbraio scorso, quando i servizi segreti avevano aiutato le autorità ad acquistare in Francia, sempre da un anonimo, probabilmente ex dipendente di una banca svizzera, una lista di 1.500 dati per un prezzo di 2,5 milioni di euro.

Ne era nata una controversia sulla legalità di un simile acquisto, poiché si trattava di dati rubati. La polemica aveva anche scatenato una serie di autodenunce di evasori, proseguite fino ai nostri giorni. Perché di liste offerte alle autorità ce ne sono molte, ma non tutti i governi dei Länder hanno accettato di comprarle.

Come è accaduto nel Baden-Württemberg, nel Sud della Germania, molto ricco e industrializzato, dove i liberali, in coalizione con i cristiano-democratici, si sono rifiutati di dare il loro benestare. E ora, con il precedente della Bassa Sassonia, potrebbero ripensarci. In Italia, recentemente, la Guardia di Finanza ha acquisito la cosiddetta «lista Falciani», dal nome di Hervé Falciani, ex dipendente della banca Hsbc in Svizzera, con i nomi di oltre 7 mila presunti evasori.

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Un vero «tesoretto» da 5,6 miliardi di euro, che si trova ora al vaglio delle Fiamme Gialle per verificare l\'esistenza di reati ed evasione fiscale. La Guardia di Finanza starebbe consegnando progressivamente le informazioni agli uffici competenti nelle varie aree.

In questo quadro si muove anche la procura di Torino, che da tempo ha iniziato a indagare sui conti esteri di presunti evasori piemontesi, e aveva chiesto anche la rogatoria al magistrato di Nizza, per la «lista Falciani», che le Fiamme Gialle hanno poi ottenuto più in fretta grazie alla cooperazione fra le forze di polizia dell\'Ocse. Proprio la spinta contro l\'evasione iniziata nei Paesi dell\'Ocse ha condotto alla firma del protocollo di «mutua assistenza fiscale» da parte di 35 Stati, che aiuterà a «contrastare l\'evasione e l\'elusione fiscale».

Anche il premier Silvio Berlusconi, presidente di turno dell\'Ocse, ha ribadito l\'impegno del governo italiano allo scambio di dati sui contribuenti, espresso anche nella manovra finanziaria approvata recentemente. Tuttavia, la Svizzera non ha aderito al protocollo dell\'Ocse sullo scambio di informazioni in materia fiscale, perché ritiene «che gli standard attuali dell\'Ocse siano sufficienti e certi punti della convenzione pongano dei problemi».

 

 

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