Marco Alfieri per \"La Stampa\"
congresso italia dei valori bersani e vendola jpegGiuliano Pisapia ha vinto le primarie del centrosinistra a Milano. Effetto Vendola sotto il Duomo, debacle Pd, con ricadute devastanti sui rapporti di forza nazionali. Sarà lui, in primavera, a sfidare Letizia Moratti, che proprio ieri si è vista ufficializzare dal premier Berlusconi la ricandidatura. «È la vittoria della democrazia delle primarie e della vitalità del centrosinistra. Abbiamo fatto un grande miracolo. Ora dobbiamo farne uno più grande: battere la Moratti. Dunque avanti insieme perché qualcosa a Milano è cambiato», è il primo commento del vincitore.
Giuliano PisapiaL\'avvocato ex Rifondazione, sponsorizzato da Nichi Vendola, ha battuto con il 45,3% dei consensi gli sfidanti Valerio Onida (13,4%), Michele Sacerdoti (1%) e soprattutto Stefano Boeri (40,1%), l\'architetto appoggiato dal Pd e dai suoi big nazionali. Un endorsement sconfessato che apre una falla clamorosa a sinistra e dentro ad un partito sempre più assediato dal vendolismo. A fare la differenza non è stata tanto la scarsa affluenza registrata nei 128 seggi allestiti in città. Un dato lontano (67.499) dagli 82mila votanti del 2006, quando il centrosinistra scelse Bruno Ferrante.
ONIDADietro il trionfo di Pisapia, appoggiato da un partito (SeL) che a Milano vale l\'1,8% dei consensi contro il 26,8 del Pd, c\'è probabilmente un\'altra ragione. L\'idea del voto utile pro Boeri, indicato alla vigilia come il più attrezzato per battere il sindaco Moratti, si è rivelata fallace. Ha vinto piuttosto l\'apatia democratica insieme alla narrazione vendoliana di superamento della dicotomia riformisti/radicali per 15 anni tabù sacrale ma perdente della sinistra milanese e italiana. Un paradigma che ha trasformato una primaria in una specie di referendum sul Pd, antipasto della sfida Vendola-Bersani, accusato dal popolo gauchiste di essere a cuore freddo, morbido nell\'opposizione al berlusconismo e in certi esponenti subalterno al leghismo.
Stefano BoeriLa ricetta offerta dal tandem Vendola-Pisapia, borghese gentile e avvocato famoso (processo Sme e caso Ocalan), è stata valutata più identitaria, simboleggiata dal pienone al teatro Dal Verme, sala stracolma e 3mila persone in fila fuori per ascoltare il governatore pugliese. «Una vittoria della politica sull\'antipolitica», la definisce a caldo Pisapia. Anche qui un ritorno alle origini dopo una lunga stagione di profili tecnici squagliatisi al dunque come neve al sole. Non è un caso che molti militanti Pd abbiano votato per l\'avvocato, violando l\'ordine di scuderia.
ALBERTINIInsomma una vittoria che da Milano potrebbe aprire un laboratorio per tutta la sinistra italiana, farà saltare i vertici del Pd locale disintegrando la credibilità di un Bersani che su Boeri ha messo la faccia. Il resto lo ha fatto Valerio Onida, che ha pescato in quel mondo cattolico in sofferenza dentro al Partito democratico.
Evidenti le ricadute sulle elezioni di primavera. Pisapia ieri notte ha chiesto (e ottenuto dal Pd e da Boeri) \"l\'appoggio di tutti\" gli altri candidati, nonostante le polemiche su Facebook siano durate fino all\'ultimo.
Ma insieme apre spazi per un terzo polo consistente capace di pescare nel mezzo dello scacchiere moderato (candidando Gabriele Albertini?). La cosa in fondo non dispiace allo stesso avvocato: avrebbe più chance di arrivare al ballottaggio.
Dopodiché il suo compito è proibitivo: dovrà tirare fuori un\'idea di città convincente anzitutto per quelle periferie egemonizzate dal forzaleghismo (ieri si è votato poco oltre la seconda circonvallazione) dove si deciderà la contesa. In attesa di capire se, la partita ambrosiana, si giocherà in solitaria o sarà abbinata all\'election day nazionale.
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Da \"La Stampa\" - Anche l\'ex numero uno di Unicredit Alessandro Profumo si è messo in fila per votare alle primarie di Milano. Accompagnato dalla moglie Sabina Ratti, l\'ex banchiere ha espresso la sua preferenza per il candidato sindaco del centrosinistra nel seggio allestito al centro civico di corso Garibaldi. Nello stesso seggio è andata l\'architetto Gae Aulenti. Nel pomeriggio il patron dell\'Inter Massimo Moratti ha votato a Chiamamilano, la sede dell\'associazione civica presieduta dalla moglie Milly. Nel gazebo di piazzale Cadorna l\'ex presidente della Consob Guido Rossi. Dario Fo e la moglie Franca Rame hanno votato al circolo del Pd di via Orti.