la LEGA ce l’ha duro (come un semolino) - BOSSI HA LA VALIGIA PRONTA, MA NON SA DOVE ANDARE, NÉ QUANDO E NÉ CON CHI - MA PRIMA DEL SENATUR L’HANNO PREPARATA GLI ELETTORI, VOLATI CON BEPPE GRILLO (O col pd come a gallarate) - LA NOVITÀ È CHE LA LEGA CHE STA SUL \"TERRITORIO\" SI È PRESA DUE SBERLE PROPRIO DAL \"TERRITORIO\". E NON PUÒ ESSERE SOLO COLPA DEL BANANA - BISOGNA CAPIRE COSA NON FUNZIONA IN UN MOVIMENTO CHE È SEMPRE PIÙ PARTITO, CON I SUOI FUNZIONARI, I SUOI DIPENDENTI, E CHI CERCA UN POSTO ALLA RAI, E CHI IN UN CDA…

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BOSSIBOSSI MORATTI dito big

Giovanni Cerruti per \"La Stampa\"

Siccome non sbaglia mai, come piace ripetere ai militanti leghisti, Umberto Bossi una legnata così se l\'aspettava. O meglio, come ragionava dopo il primo turno di queste amministrative, non l\'aveva affatto esclusa. E sabato 21 maggio, davanti a un ambasciatore del Pd e ad un cronista, era stato fin troppo chiaro: «Se si perde in tutte le grandi città - ragionava sulle previsioni - vorrà dire che ci ritroveremo con la valigia in mano».

ROBERTOROBERTO COTA

Pronti a partire, pronti a lasciare il condominio del Cavaliere. Seduto sulla panchina dei Giardini Estensi di Varese, con la frase si è fermato lì. Non ha messo ora e data, perché ancora non le sa.

Anche ieri, come due settimane fa, è rimasto chiuso nel suo ufficio di via Bellerio, lontano da microfoni e telecamere. Meglio aspettare le parole di Silvio Berlusconi, o la riunione di oggi del Pdl. Meglio mandare avanti Roberto Calderoli, a dire e non dire. Il bilancio, da mettere sul conto dell\'amico Silvio, è un bollettino della disfatta padana.

CALDEROLICALDEROLI FIAMME

Milano, e ormai si sapeva. La provincia di Mantova, e si temeva. Novara, città del governatore Roberto Cota: e questa è da brivido. Domodossola, dov\'era salito per benedire il candidato leghista. E poi Nerviano, Trecate, Rho, Desio, Malnate, Trieste. Perfino Oderzo, provincia di Treviso.

A «Radio Padania» mandano in diretta il lamento del leghista. «Più che la sconfitta della Lega è la sconfitta di Berlusconi. Mandiamolo a casa!». Al posto del «Va\' Pensiero» mettono «Bandiera Rossa», «per adeguarci ai tempi». Ma poi sarà Calderoli, dopo la telefonata tra il Cavaliere e Bossi, a dare la linea.

«Si vince e si perde e abbiamo perso. Il governo andrà avanti fino al 2013. Federalismo, decentramento, riforma fiscale e costituzionale. Meglio andare avanti con questa squadra, e farsi un bell\'esame di coscienza per ripartire da domani». Belle parole, ma non una sulle città, le province e i voti perduti.

BOSSIBOSSI BERLUSCONI

Ecco, la valigia. Prima di Bossi l\'hanno già preparata i suoi elettori: se ne sono andati altrove, e in parecchi. Magari da Beppe Grillo e dal Movimento 5 Stelle, che dicono oggi quel che la Lega sosteneva vent\'anni fa: no al finanziamento pubblico dei partiti, no alla lottizzazione, non più di due mandati in Parlamento.

Il problema, adesso e per il prossimo futuro, è come recuperare quei voti, come evitare di sentirsi considerati un partito come tutti gli altri. E, peggio ancora, il partito che in cambio di un federalismo che l\'elettore non ha ben capito cosa sia, sostiene il premier, le sue promesse e le sue debolezze.

La valigia di Bossi è pesante da spostare. Sono quasi vent\'anni di rapporti con Berlusconi, anche personali, e ben solidi. Il ribaltone del \'94 sarebbe soltanto un brutto ricordo. Però, e da almeno un mese Bossi non riesce più a nasconderlo, il Cavaliere non è più quello di una volta, è «poco lucido», «ossessionato dai giudici», «prende decisioni e non ci avvisa», come per la guerra in Libia. E si è pure candidato a Milano senza avvertire. E ha voluto, con il voto, un referendum su sé medesimo, «Così se perdiamo a Milano è lui che perde». Fino alla notte del primo turno, e al commento gelido: «Ormai è Silvio che ci fa perdere».

Chi scende dalla stanza di Bossi racconta di umori indecifrabili, disorientamento, attesa non si sa bene di cosa. A fine pomeriggio le uniche buone notizie arrivano da Varese, dove il sindaco leghista Attilio Fontana è riconfermato; e Gallarate: dove l\'elettorato leghista ha punito il candidato del Pdl e portato alla vittoria il candidato del Pd. «Un dato politicamente interessante», farà sapere da Bucarest il ministro Roberto Maroni. Vorrebbe dire che l\'elettorato leghista, che al primo turno aveva portato Giovanna Bianchi Clerici vicinissima al ballottaggio, turandosi o meno il naso preferisce il candidato Pd.

ROBERTOROBERTO MARONI

Con Berlusconi, prima della telefonata del pomeriggio, si erano già parlati a Roma. Sapevano che tutti i sondaggi li avrebbero condannati alla sconfitta. Dunque meglio prepararsi, bisognerà dire che si va avanti. «E\' stata una bella sberla. Il governo resta in piedi comunque - spiega Maroni - ma bisogna vedere per fare che...».

Le riforme, il federalismo, le tasse da abbassare. Ma Bossi sa che non basterà. E agli amici del Cavaliere l\'ha spiegato così: «Non è che noi vogliamo litigare con Silvio, è che così non si può andare avanti». Non si sa se ha concluso con una delle sue frasi da tempi grami: «Poi finisce che i miei mi tirano i cachi...».

Nella valigia di Bossi, e questa no che non l\'aveva prevista, da queste elezioni mancano i voti. E il vero incubo, per la Lega, è proprio questo. Capire perché. Capire se davvero, come sostengono buona parte dei parlamentari leghisti, l\'alleanza con Berlusconi non ha futuro, è perdente, una zavorra.

GiovannaGiovanna Bianchi Clerici

E capire cosa non funziona, o non funziona più, in un movimento che è sempre più partito, con i suoi funzionari, i suoi dipendenti, e chi cerca un posto alla Rai, e chi in un consiglio di amministrazione. La novità è che la Lega che sta sul territorio si è presa due sberle proprio dal territorio. E non può essere solo colpa del Cavaliere.

Con la valigia in mano Bossi non sa dove andare, né quando e né con chi. Si domanda se il Pdl tiene, se gli arruolati nella maggioranza non se ne vanno. Così la valigia è bene che sia pronta, magari accade l\'imprevisto, e gli ambasciatori sono già al lavoro su una nuova legge elettorale. Perché Berlusconi lo deve capire: «Non è che noi vogliamo litigare, però...».

Però la Lega non s\'impiccherà per il Cavaliere. Con la valigia Bossi è pronto a partire per Pontida, appuntamento per il 19 giugno. Nessuno gli tirerà cachi, non è stagione. Però, almeno dal sacro pratone, dovrà dire che treno vuol prendere. E con chi.

 

 

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