Giovanni Bianconi per \"Corriere della Sera\"
Gioacchino Genchi, il consulente dei magistrati presunto possessore di un «archivio segreto» di tabulati e traffici telefonici per il quale è inquisito dalla Procura di Roma, torna a vestire la divisa di poliziotto. E avvia la battaglia legale: ieri mattina il suo avvocato ha depositato una memoria in cui denuncia la fuga di notizie sull\'indagine a suo carico e contesta la competenza dei magistrati romani a condurre gli accertamenti.
Gioacchino GenchiDopo oltre un decennio di aspettativa sindacale, il vicequestore che ha svolto e continua a svolgere «in proprio» il lavoro di ausilio nelle inchieste di molte Procure, ha dunque deciso di rientrare in servizio. «Lascio ogni carica nel sindacato di polizia (il SodiPo, ndr) e rinuncio all\'aspettativa sindacale», comunica lo stesso Genchi nel suo blog personale, e spiega: «Nella condizione di indagato, pur nella consapevolezza di essere vittima di un complotto, non voglio farmi scudo di coperture, immunità e privilegi di casta. Ho sempre tenuto distinto il mio ruolo di consulente dell\'autorità giudiziaria dalla mia funzione e dai miei incarichi nella polizia di Stato e nel sindacato cui appartengo ».
Poi la conclusione: «Non voglio coinvolgere il mio sindacato e la mia Amministrazione in fatti e condotte che mi riguardano solo come consulente dell\'autorità giudiziaria, e che come tali mi impongono di difendermi, come ho iniziato a fare con forza e determinazione, in tutte le sedi mediatiche, giudiziarie e istituzionali».
In polizia Genchi ricoprirà un incarico amministrativo presso la Direzione di alcuni magazzini, un servizio di carattere tecnico-logistico che non ha nulla a che vedere con le perizie in materia di computer e telecomunicazioni per le quali è diventato famoso presso le Procure di mezza Italia.
«Continuerò a svolgere quel lavoro fuori dall\'orario di servizio», assicura Genchi, che nel comunicato aggiunge: «A parte le cattiverie e le mistificazioni di ben individuati soggetti appartenenti ad un reparto del Ros di Roma e di precisi magistrati, indagati dalla Procura di Salerno anche per gravi reati a mio danno, gradirei essere conosciuto e considerato dai tanti italiani onesti che mi sono vicini per il mio operato».
Luigi De MagistrisPer questo ha messo nel blog una sentenza della corte d\'assise di Catanzaro che l\'anno scorso ha inflitto quattro condanne ai presunti responsabili di due omicidi del 2004, anche grazie alla «consulenza tecnica» svolta da Genchi sui traffici telefonici degli imputati. «Ma la stessa giustizia non ha avuto lo stesso corso allorquando si sono incrociati potentati, toghe e \"colletti bianchi\"», lamenta il consulente.
A parte il conflitto con la Procura generale di Catanzaro, che lo vede al fianco dell\'ex pubblico ministero De Magistris rimosso dalla Calabria, Genchi ha ora aperto il fronte con la Procura di Roma, dov\'è indagato per le ipotesi di reato di abuso d\'ufficio e violazione della legge sulla privacy. Ma il consulente nega che i magistrati della capitale possano condurre l\'inchiesta; perché se ha fatto qualcosa insieme e per conto di De Magistris la competenza sarebbe di Salerno, e perché le acquisizioni dei dati di traffico telefonico (e quindi gli eventuali reati) non sarebbero avvenute a Roma.