LEGA ER CANE - LA LEGA FA ELEGGERE A VIGGIù SANDY CANE, IL PRIMO SINDACO NERO D’ITALIA – è UNA (MASCOLINISSIMA) DONNA ITALO AMERICANA (DEL MASSACHUSETTS): “In America ho votato per Obama, in Italia per Bossi” – “non conoscO leghisti xenofobi o razzisti”…

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Fabio Poletti per "La Stampa"

Il viceministro Roberto Castelli le ha fatto i complimenti in diretta televisiva. Pierferdinando Casini si è detto cavallerescamente contento. La centralinista del Comune smista le telefonate dei giornalisti che arrivano pure dall'estero. Sandy Cane, americana del Massachusetts, italiana di Viggiù, pelle color Barack Obama e tessera della Lega in tasca, in tuta blu e pochette verde dietro la scrivania in noce, si allarga in un sorriso grande così: «E' chiaro che adesso utilizzano la mia immagine, ma io devo far capire bene che non sono solo una novità».

Manifestazione leghistaManifestazione leghista

Per incontrare il primo sindaco nero d'Italia bisogna arrivare fino al confine con la Svizzera, alta Valceresio, 5000 abitanti quasi tutti frontalieri. Viggiù la conoscono per la canzoncina sui pompieri, per aver dato i natali al sassofonista Fausto Papetti e allo scrittore Aldo Nove, per gli scalpellini e un paio di scultori famosi. E ora pure per questo sindaco con il doppio passaporto - «In America ho votato per Obama, in Italia per Bossi» - figlia di un militare Usa e di una viggiutese sfollata durante la guerra.

Traduttrice dall'inglese di professione, direttrice d'albergo in Val d'Aosta durante la stagione invernale, Sandy Cane giura di essere stata folgorata sulla via di Pontida da un paio di manifesti. «Di politica capivo niente. Da americana ho apprezzato subito i messaggi diretti della Lega. Alla fine sono quelli che fanno più presa sulla gente e che mi hanno fatto vincere».

Padani docPadani doc

Assicura di non conoscere leghisti xenofobi o razzisti. Smentisce che i respingimenti degli immigrati, la lotta agli extracomunitari clandestini, certe sparate di Bossi e Maroni, siano l'anima nera del movimento in verde. «Tollerare l'immigrazione clandestina è prima di tutto un danno a chi entra nel nostro Paese solo con la voglia di lavorare e di integrarsi, di avere una vita normale».

Adesso che è diventata sindaco con il 30% dei voti, 800 preferenze su 3000, 38 voti di scarto con il candidato di una lista civica, Sandy Cane sa che niente sarà più come prima. «Voglio ripulire questo paesino che è così bello ma molto sporco. Voglio pensare agli anziani e ai giovani. Qui c'è niente. Li capisco se tirano con la fionda ai lampioni».

SANDY CANESANDY CANE

Più Obama che Bossi, Sandy Cane giura che in 47 anni solo una volta l'han presa di mira per il colore della pelle: «In discoteca a Varese ma era un ubriaco...». Un'altra volta invece ha dovuto difendere lei i suoi amici, che le avevano dato pubblicamente della negra scansafatiche solo per aver sbagliato un rigore, squadra di Viggiù, calcio femminile, serie D, la sua passione prima di lasciare una caviglia sul campetto.

«Quelli dell'altra squadra volevano linciare i miei compagni, sono dovuta intervenire per dire che era tutto uno scherzo...». Mica uno scherzo invece questo finale di partita elettorale che l'ha catapultata sulla poltrona di sindaco e davanti agli obiettivi dei fotografi. Lei promette di dare il massimo. E assicura che prima di essere una leghista, adesso cercherà di essere il sindaco di tutti: «Domenica indosserò per la prima volta la fascia tricolore alla processione del Corpus Domini. Mi spiace per Bossi, ma non andrò a Pontida».

 

 

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