BLOCCO DUNQUE SONO – LO STOP DEGLI ALFANIANI SULLA GIUSTIZIA NASCE DALL’ESIGENZA DI NON LASCIAR SPAZIO A BERLUSCONI – STASERA RENZIE DECIDERÀ QUANTA CARNE METTERE AL FUOCO

I tempi lunghissimi delle future prescrizioni e i nuovi ostacoli ai ricorsi in appello e in Cassazione vanno contro i cavalli di battaglia garantisti dell’Ncd. Che su questo campo non possono lasciare la bandiera tutta nelle mani di Forza Italia. La paura di “una riforma sbilanciata che ci dà in pasto a Berlusconi”…

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Ugo Magri per “La Stampa

 

ANGELINO ALFANO ANGELINO ALFANO

Il dramma della giustizia, e di Renzi alle prese con la sua riforma, è che i possibili interventi sono tutti etichettati. Vent’anni di «guerra civile» hanno profondamente falsato il metro di giudizio. Cosicché le intercettazioni sono considerate un tema di Forza Italia, laddove il falso in bilancio passa per un cavallo del Pd; idem la battaglia contro i tempi troppo brevi della prescrizione, mentre la responsabilità civile dei magistrati risulta una bandiera del centrodestra...

 

Andrea Orlando Andrea Orlando

Cosa non esatta perché c’è modo e modo. Il testo messo a punto dal ministro Orlando, per dire, è un piccolo capolavoro di acrobazia, chi ha la pazienza di leggerlo non ci troverà nulla di berlusconiano (e nemmeno di anti). Però, ahilui, è con queste deformazioni che il premier dovrà fare i conti nella giornata odierna, per decidere cosa portare nel Consiglio dei ministri di domani e dove invece soprassedere.?Il dilemma si pone in quanto gli alfaniani sono parecchio agitati.

 

matteo renzi matteo renzi

Ieri mattina, quando Orlando ha riunito in Via Arenula la maggioranza per spiegare gli intendimenti sul terreno penale, l’imbarazzo dei rappresentanti Ncd si tagliava a fette. Da una parte volevano mostrarsi cordiali. Dall’altra non facevano nulla per nascondere il disaccordo sui tempi lunghissimi «anzi eterni» delle future prescrizioni, sui ricorsi in Appello e in Cassazione che il ministro vorrebbe frenare (perché a furia di ricorrere non si finisce mai) e invece, secondo Ncd, «così si rischia di limitare i diritti dell’imputato».

 

gaetano quagliariello pennarello argento gaetano quagliariello pennarello argento

Oggi Alfano riunirà i vertici del partito con l’intenzione di mettere dei paletti. Alza la voce Quagliariello: «Ci sono questioni non negoziabili in quanto fanno parte della civiltà giuridica». Ed è qui che scatta, perverso, il gioco delle etichette: uno sbilanciamento vero o presunto a sinistra esporrebbe Ncd agli attacchi dei «berluscones», alle solite accuse di tradimento, insomma a tutto il repertorio degli insulti che Forza Italia scaglia contro i fratelli separati.

 

GIACOMO CALIENDO GIACOMO CALIENDO

Diverso sarebbe se Renzi spingesse avanti la riforma delle intercettazioni, o quella del Csm: in quel caso da destra nessuno potrebbe obiettare.?Ma la legge sulle intercettazioni è ancora in cantiere. L’altra sul Csm si trova anch’essa in stand-by per un giusto scrupolo istituzionale segnalato dal Colle (l’organo di autogoverno dei giudici dev’essere rieletto). Se Renzi decidesse di procedere infischiandosene di tutto ciò, Alfano finirebbe in pasto al Caimano. Affamatissimo.

 

Silvio Berlusconi Silvio Berlusconi

Narrano che Berlusconi non abbia preso bene le anticipazioni della riforma. Chi è con lui ad Arcore lo racconta «preoccupato». Lui pensava che il premier volesse limitarsi a un decreto per smaltire l’arretrato civile. Invece Caliendo e Chiarelli (cioè la delegazione che nel pomeriggio è andata da Orlando) gli ha dipinto un quadro a tinte fosche: «Questa riforma della giustizia è una regressione di 30 anni», «un danno per il sistema», anzi «il peggio del peggio del peggio...».

 

DENIS VERDINI DENIS VERDINI

Cosicché l’ex Cavaliere ha deciso di vederci chiaro. Telefonata a Verdini, ambasciatore accreditato presso il premier, con la «mission» di sondare le intenzioni del «giovanotto» (Matteo) e di fargli presente che così non va.?Si ipotizza a breve un faccia a faccia tra Renzi e Orlando per decidere se approvare domani sera il disegno di legge su prescrizioni e falso in bilancio, oppure rinviarlo prudentemente a settembre. Il questo secondo caso, Grillo accuserebbe il premier di connivenza col condannato (non vede l’ora di rinfacciarglielo).

 

Nel primo, invece, si aprirebbe una crepa nella maggioranza. Inoltre Berlusconi farebbe fatica a trattenere i suoi che scalpitano e mal sopportano la disciplina imposta dal Patto del Nazareno.?Il puzzle si scioglierà entro le 18 di stasera. Per quell’ora è convocata a Palazzo Chigi una riunione preparatoria del Consiglio di domani. I provvedimenti che Orlando è pronto a scodellare sono sette. Vedremo quanti ne arriveranno sul tavolo del governo, e se qualcuno si perderà per strada.

 

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