1. RABBIA E DELUSIONE: RENZI LASCIA E LA MADONNONA DEL VALDARNO SCOPPIA A PIANGERE  
2. APPENA DUE ANNI FA, NEGLI INDICI DI GRADIMENTO, ERA IL MINISTRO PIÙ POPOLARE DEL PAESE: MADRINA DI OGNI RIFORMA COMPRESA QUELLA PIÙ IMPORTANTE, QUELLA DELLA COSTITUZIONE, E PERCIÒ RIVERITA E TEMUTA, INARRIVABILE, CORTEGGIATISSIMA. SARÀ L'EREDE DI RENZI A PALAZZO CHIGI, SCRISSERO. E NELLE PRESENZE TV APPARE, AL PARI DEL SUO PREMIER-SCHIAVO, SEMPRE PIU' ARROGANTE E IMPACCIATA, MATRONA E MAMMA-EBE - VIDEO

Condividi questo articolo


Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera

 

Ad un certo punto, nella notte, a Maria Elena Boschi viene da piangere.

E piange.

Due lacrime scivolano lente sulle sue guance rosa portandosi giù un po' di rimmel.

BOSCHI BOSCHI

Piange - sperando di non essere vista - in un tremendo e comprensibile miscuglio di rabbia e delusione, che insieme affondano nell' incredulità.

Ecco, l' incredulità.

 

RENZI BOSCHI RENZI BOSCHI

Appena due anni fa, negli indici di gradimento, era il ministro più popolare del Paese: madrina di ogni riforma compresa quella più importante, quella della Costituzione, e perciò riverita e temuta, inarrivabile, corteggiatissima.

Sarà l' erede di Renzi a Palazzo Chigi, scrissero.

 

boschi e renzi boschi e renzi

Appena tre giorni fa, più o meno a quest' ora, usciva raggiante dal teatro San Carlo di Napoli fasciata in un abito di seta con spighe turchesi (un filo pacchianotto, va), ma a numerosi osservatori non importò un fico secco del vestito: tutti interpretarono quei suoi sorrisi come la certezza che le cicatrici politiche lasciate dalla vicenda di Banca Etruria fossero in qualche modo rimarginate e la rimonta del Sì fosse ormai compiuta; fu inevitabile quindi supporre che la Boschi avesse sondaggi riservati, sicuri e trionfali.

Non era così.

 

Adesso, comunque, non si deve sapere di queste lacrime.

Ma non è la notte giusta per tenere nascosto un simile segreto. La notizia del pianto di Maria Elena esce dalla sua stanza e arriva ovunque nei corridoi dell' ex Collegio Nazareno, la sede del Partito democratico.

 

BOSCHI SAN CARLO BOSCHI SAN CARLO

Dove dovete immaginare: luci al neon e facce da camera ardente. La voce di Enrico Mentana che esce dalle tivù e legge i primi tragici exit-poll ufficiali. Un minuto dopo, ecco pure la voce di Bruno Vespa, che conferma. Forbice spaventosa, sconfitta netta. Lorenzo Guerini, Matteo Orfini e Francesco Bonifazi, tesoriere e reuccio degli aperitivi al chicchettoso Salotto 42, commentano a bassa voce.

 

Luigi Zanda, che ne ha già viste tante in vita sua, ma certo questa è un po' speciale, si avvicina a Dario Franceschini, che tra i ministri è stato il primo a comparire. C' è anche Marianna Madia. Anna Ascani avanza in fondo al corridoio barcollando su trampoli neri in giacca color fragola. Luca Lotti la evita come si evita un attaccapanni e va via a passo deciso, le pupille come mosche nervose.

 

E Matteo? Matteo dov' è?

È in autostrada, sta scendendo da Firenze. Macché: è già a Palazzo Chigi. E tra un po' terrà una conferenza stampa. Per dire cosa? Per dimettersi? Renziani sgomenti.

Filippo Sensi, il portavoce del premier, non muove un muscolo del viso. Poi, come se si fosse ricordato di qualcosa di molto importante, prende il cellulare e inizia ad inviare sms.

È mezzanotte.

No, scusate: ma la Boschi?

BOSCHI SAN CARLO BOSCHI SAN CARLO

Coraggio, andate a cercare la Boschi.

 

 

2. BOSCHI, L'EX FIDANZATA D'ITALIA CHE HA PERSO IL TOCCO MAGICO

Roberto Scafuri per “il Giornale”

 

Addio monte Citorio sorgente dall'acque, ed elevato al cielo; articoli inuguali, poco noti a chi è cresciuto tra voi, e impressi nella sua mente... addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!

 

AGNESE RENZI MORETTI BOSCHI AGNESE RENZI MORETTI BOSCHI

Se la cavalcata dei Renzi è stata l'avventurosa scorribanda nelle praterie del potere, l'eroina, ora cavallerizza ora puledra, scalpita con i passi modesti di una Lucia Mondella di Laterina, circondario d'Arezzo. Colei che toccato il cielo costituzionale con un dito, e potendo carezzare sogni di futuro, precipitosamente cade assieme al suo cavaliere per un reato di presunzione, per l'oltracotanza verso i Padri fondatori della Costituzione.

 

Triste è il destino di Maria Elena (Etruria) Boschi, le cui nozze con gli italiani, e con le riforme, prematuramente precipitano nel «non s'ha da fare». Di Matteo, Maria Elena è stata controfigura al femminile, anche nei tic e nelle gaffe d'arroganza (sulle fattezze, beh, è tutt'altro discorso).

 

boschi al san carlo inciampa vestito boschi al san carlo inciampa vestito

Come lui, la Boschi ha preso l'infinita campagna referendaria per una spedizione punitiva in Russia. E lo si può capire, considerato il piglio guerresco mostrato più volte durante la conduzione dei lavori in Parlamento per lo stravolgimento di 47 norme costituzionali. Sempre attaccata all'iPhone, presumibilmente con il Capo in diretta, ha ostinatamente promosso arzigogoli e rimosso ostacoli al lesto procedere (leggi: senatori pidì).

 

Più volte tacciata di essere essa stessa, in virtù del carattere saccente, d'ostacolo alla quiete dei lavori parlamentari, la Boschi sembrava comunque destinata a traguardi rosei quando è riuscita a condurre in porto il compitino consegnatogli dal suo boss di Palazzo Chigi.

 

Inevitabile che la maestrina di Laterina, amena località di bassa toscana nella quale ieri ha deposto il voto, prendesse la campagna referendaria per fatto personale, con impeto degno di miglior causa. Dopo discrete incespicature iniziali (persino zittita da uno studente a Catania) che hanno costretto Renzi a sospenderla dalle comparsate televisive (non rendeva e s'impappinava, messa sotto pressione), Maria Etruria s'è ripresa nella parte finale, andando in lungo e in largo per lo Stivale come e più del suo Capo.

boschi al san carlo6 boschi al san carlo6

 

In tv è stata immortalata mentre suggeriva alla Gruber, da padrona a sotto, di togliere parola e collegamento in studio a una contendente. Le sue dichiarazioni roboanti, la sua sicurezza disarmante, come si sarebbe detto nell'antica pubblicità, «con la sua bocca può dir quel che vuole», non tolgono che la Boschi abbia nuociuto alla partita delle riforme costituzionali prima, durante e dopo. «Le riforme sono la cassetta degli attrezzi del futuro, con il Sì vince l'Italia migliore, quelli del No sono coloro che da 30 anni parlano senza far nulla», sono alcuni degli slogan per una campagna che la signorina ha trovato «davvero bella», scaricando sugli avversari l'onere di toni troppo forti.

 

«Nessuno di noi ha mai parlato di serial killer», ha protestata prendendosela con Grillo, suo bersaglio prediletto. Ma omettendo di ricordare l'irruenza strabiliante di Matteo. Che nel frattempo aveva rotto con la sua velocità di parola ogni muro di contenimento, dialettico e non. Ogni sfera elicoidale compresa, di noi poveri elettori.

boschi al san carlo4 boschi al san carlo4

viva santa boschi la processione di crozza renzi viva santa boschi la processione di crozza renzi

 

RENZI E BOSCHI NEL PRESEPE RENZI E BOSCHI NEL PRESEPE viva santa boschi la processione di crozza renzi viva santa boschi la processione di crozza renzi

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…