1. IL BRACCIO DESTRO (MARRA) ARRESTATO, IL BRACCIO SINISTRO (ROMEO) CACCIATO, L’ANIMA GEMELLA (FRONGIA) SILURATA: ALLA RAGGI RESTANO SOLO LE FORBICI PER TAGLIARE I NASTRI
2. IERI È FINITA L’AVVENTURA DI VIRGI SINDACO DI ROMA: D’ORA IN POI È UN AVATAR TELEGUIDATO DALLA CASALEGGIO, COME DA CONTRATTO. MA È FINITA PURE LA PUREZZA GRILLINA
3. ASSESSORI INDAGATI, DIRIGENTI ARRESTATI, GRILLO CHE DICE ‘NON CI FERMERANNO CON GLI AVVISI DI GARANZIA’, PREVEDENDO INCHIESTE PURE SULLA SINDACA E SU MARRA FRATELLO. IL M5S NON POTRA' PIU' CHIEDERE LE DIMISSIONI DI UN POLITICO INDAGATO, IL SUO CORE BUSINESS
4. ORA BISOGNA SALVARE IL MOVIMENTO, SALVARE DI MAIO DALL’ATTACCO DEI PURI, PIAZZARE IL VENETO INDIPENDENTISTA COLOMBAN COME VICESINDACO. SARANNO MESI CALDISSIMI

Condividi questo articolo


1. CASALEGGIO FRENA LA RABBIA DI BEPPE "SALVIAMO VIRGINIA O AFFONDERÀ DI MAIO"

Annalisa Cuzzocrea per ‘la Repubblica

 

A mezzanotte, come per incanto, prende la palla Davide Casaleggio. E quello che doveva essere un addio a Virginia Raggi diventa un commissariamento della capitale da parte dei vertici del Movimento 5 stelle.

virginia raggi roma m5s virginia raggi roma m5s

 

Venerdì sera Roberto Fico, Paola Taverna, Roberta Lombardi erano usciti dall' hotel Forum di Roma con la certezza che la sindaca fosse arrivata al capolinea. Il post per toglierle il simbolo dei 5 stelle e chiedere ai consiglieri di sfiduciarla era già pronto. Beppe Grillo scherzava: «Mandiamolo, dai sì mandiamolo. Anzi no, ferma». Ma già durante la riunione - chiamato al telefono dal capo politico - Davide Casaleggio frenava: «Calma, abbiamo delle responsabilità. Bisogna pensarci bene prima di perdere Roma». Così, quando Grillo esausto - congeda tutti, per la prima volta il figlio di Gianroberto assume davvero il ruolo che un tempo aveva il padre. E comincia a trattare.

 

Nella casella di posta ha una mail spedita da un gruppo di legali che ieri hanno visto Grillo.

Una lettera accurata in cui l' ordinanza di arresto di Raffaele Marra viene spiegata punto per punto. Casaleggio studia le carte, in cui si paventa anche un avviso di garanzia in arrivo per Raggi per abuso d' ufficio. «Abuso in riferimento a cosa?», chiede lui. La risposta sono le nomine di Raffaele Marra e Salvatore Romeo, «ma potrebbe essere un atto dovuto ».

 

alessandro di battista virginia raggi alessandro di battista virginia raggi

A quel punto la decisione è presa: bisogna chiedere a Virginia Raggi di rinunciare agli uomini di cui si è circondata. E convincerla ad affidarsi a chi è stato invece scelto da Grillo e Casaleggio Associati. Quel Massimo Colomban catapultato dal nord a occupare il posto di assessore alle Partecipate dopo l' addio di Raffaele Minenna. E a un pool di avvocati milanesi che controlli gli atti. Casaleggio rimane al telefono con il Campidoglio fino alle 4 del mattino. Detta condizioni durissime, che la sindaca prova a respingere convocando i consiglieri per una conta disperata.

 

Beppe Grillo lascia: punta un' inusuale sveglia alle 5 e prende un treno per Genova.

Il capo politico è intercettato per caso da un ragazzo appassionato di politica, Giovanni Naso Forti, che riporta il suo sfogo su Facebook: «Raggi potrebbe autosospendersi - dice Grillo ai compagni di carrozza - perché arriva l' avviso». Quanto a Frongia, «dovrebbe anche lui levarsi dal ca...».

alessandro di battista virginia raggi alessandro di battista virginia raggi

 

La strada dell' autosospensione in caso di indagine è solo un' ipotesi. «Adesso l' importante è che Virginia sia circondata da persone capaci, professionisti», dice Davide Casaleggio a chi gli ha parlato. Ma il commissariamento - che non piace a Nicola Morra e Carla Ruocco, ma che Paola Taverna e Roberto Fico ritengono accettabile - protegge anche Luigi Di Maio. Gli ortodossi lo descrivono silente e in un angolo. Non una parola davanti a Grillo. Non una dichiarazione pubblica.

 

Nella notte più lunga del Movimento 5 stelle, però, Grillo ha fermato chi ha provato ad attaccarlo. «È un bene che i suoi nemici siano venuti allo scoperto», dice chi difende ancora il vicepresidente della Camera. Indebolito, certo, perché su Roma aveva protetto Raggi dopo la notizia dell' indagine su Paola Muraro.

beppe grillo virginia raggi beppe grillo virginia raggi

 

Dando - dicono i suoi detrattori «copertura politica» al "raggio magico". Ma ben attento negli ultimi tempi a non interferire sulle decisioni del Campidoglio. «Sarei un pazzo se mettessi bocca su Roma», confidava pochi giorni fa. Un consigliere lombardo influente come Stefano Buffagni scriveva ieri su Facebook: «Si deve smettere di vedere uno capace come un nemico internamente solo per meri egoismi o rendite di posizione». Mentre il deputato Manlio Di Stefano si univa al coro dei falchi anti-Raggi: «Il nostro percorso si fonda sul rifiuto del compromesso, sulla rivoluzione culturale a discapito del vippismo, sulle idee invece che le ideologie e sulla rettitudine del comportamento».

 

L' asse con Casaleggio, quindi, aiuta ancora Di Maio. L' imbarazzo però è reso evidente dal suo silenzio. E da quello di Alessandro Di Battista, finora al suo fianco, ma che per la prima volta non posta nulla, non twitta, sfugge le telecamere. Si inabissa in attesa che passi la bufera.

VIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRA VIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRA

 

Fico annulla un' intervista programmata facendo saltare il programma di Maria Latella, a Sky, ma solo perché avrebbe dovuto parlare quando la decisione non era ancora presa. «Non ho problemi a mettere la faccia sul caso Roma, non scappo davanti ai problemi », dice ai suoi colui che appare ormai come il principale oppositore di Di Maio. Lo ha fatto a caldo, dicendo che la versione di Raggi era gravemente insufficiente e che il caso Marra - gravissimo - richiedeva misure definitive.

L ARTICOLO DI FITTIPALDI CHE ANTICIPAVA DI TRE MESI L ARRESTO DI RAFFAELE MARRA E I RAPPORTI CON LA RAGGI L ARTICOLO DI FITTIPALDI CHE ANTICIPAVA DI TRE MESI L ARRESTO DI RAFFAELE MARRA E I RAPPORTI CON LA RAGGI

 

Lo farà ancora. Adesso, però, bisognerà vedere quanto regge l' architettura ideata da Casaleggio in Campidoglio. E lavorare sul codice etico in caso di indagini che il direttorio stava scrivendo prima di essere sciolto. E che, da mesi, divide il Movimento.

 

 

2. PSICODRAMMA M5S, RAGGI ALL' ANGOLO ORA AVRÀ UN VICE DECISO DAI VERTICI

Lorenzo D' Albergo per ‘la Repubblica - Roma’

 

La giornata più sofferta nella semestrale storia di Virginia Raggi si apre sotto i riflettori di Suburra. La statua della Lupa è circondata da telecamere transenne. Filippo Nigro, attore della serie tv, passeggia sotto l' ingresso del Campidoglio in attesa del ciak. Scherza con il resto della troupe all' ombra di quella "casa di vetro" ieri rimasta per 24 ore senza padrone. Perché, dopo le pizze notturne e la riunione d' emergenza della maggioranza durata fino alle 3.30 della notte, il destino del M5S capitolino ieri si è deciso in trasferta. La sindaca e il resto della ciurma grillina si sono visti a palazzo Valentini.

 

VIRGINIA RAGGI E LA CARTA DI CREDITO VIRGINIA RAGGI E LA CARTA DI CREDITO

IL vicesindaco Daniele Frongia è tra i primi ad arrivare nella sala consiliare della Città Metropolitana. Quindi il presidente dell' aula Giulio Cesare Marcello De Vito: sarà il primo alasciare la riunione. Sbattendo la porta, per la seconda volta dopo il vertice di venerdì sera, davanti al resto della maggioranza, ai presidenti di municipio e alle assessore Linda Meleo e Laura Baldassarre. A far saltare i nervi di "mister preferenze" ieri sera sono stati ancora una volta i tentennamenti della sindaca.

 

RAGGI LOMBARDI RAGGI LOMBARDI

Le giustificazioni di Virginia Raggi lo lasciano sbalordito: «Mi hanno imposto Raineri e Minenna - insiste la prima cittadina - e poi c' è stato il disastro dei contratti art. 90». Al primo «nessuno può toglierci il simbolo», De Vito scatta in piedi e lascia quella che per i consiglieri più critici «è somigliata tanto a una riunione di condominio. O forse è meglio dire a una seduta di gruppo». «Speriamo che Virginia resti sindaco e che tenga il simbolo», sfila via davanti ai microfoni un più che mai democristiano De Vito.

 

MASSIMO COLOMBAN MASSIMO COLOMBAN

Nel frattempo su viale IV novembre si parcheggia un blindato della polizia. Ed è mentre gli agenti in tenuta antisommossa si posizionano davanti al portone d' ingresso che in strada sfreccia un' auto blu dell' ambasciata di Malta con tanto di scorta. Brivido lungo la schiena: il pensiero dei consiglieri pentastellati corre immediatamente agli affari della famiglia Marra nell' isola tra Sicilia e Tunisia.

 

Gli eletti del Movimento sono in evidente imbarazzo, nonostante i 20 sostenitori assiepati in strada. La presidente della commissione cultura Eleonora Guadagno arriva in ritardo. Citofona, fatica a trovare l' ingresso: «Siamo tranquilli - spiega con qualcosa in più di un filo di imbarazzo nella voce - e la sindaca non ha mai detto di non sentirsi più parte del M5S». La scena si ripete all' arrivo delle colleghe Cristiana Paciocco e Simona Ficcardi.

L' ultima prova quasi a forzare l' ingresso della sede della prefettura e di quella che un tempo era la Provincia. Poi c' è Enrico Stefàno, consigliere al secondo giro in assemblea capitolina ma non per questo più loquace.

 

beppe grillo davide casaleggio beppe grillo davide casaleggio

La tensione è palpabile: «Speriamo che dalle carte su Marra non esca fuori qualche tentativo di incastrare De Vito o frasi su Beppe».

Il clima si fa ancora più pesante quando inizia a spargersi la voce di un possibile intervento sul blog di Grillo per staccare la spina alla giunta Raggi. Alla sindaca che, partita da casa alle 14.36, ieri ha impiegato quasi un' ora per arrivare in centro dalla borgata Ottavia.

 

La prima manovra, con stop sotto il Campidoglio, è tutto un bluff. La direzione giusta è quella di palazzo Valentini. Lì dove si gioca una trattativa su cui Grillo e i vertici del M5S non sono pronti a fare sconti: via il capo della segreteria politica Romeo e il suo scomodo contratto; addio a Renato Marra, fratello del Raffaele finito in carcere per l' imbarazzo di Raggi; silurato Daniele Frongia, che dovrà dire addio alla carica da vicesindaco e accontetarsi dell' assessorato allo Sport.

RAGGI DE VITO RAGGI DE VITO

 

I sostituti sono già pronti, l' ipotesi di un mini-rimpasto concreta: ecco Massimo Colomban come numero due della sindaca e la possibilità di vedere De Vito in giunta e il nuovo corteggiamento alla magistrata contabile Daniela Morgante. Nei sogni grillini per il Raggi-bis per lei è sempre pronto il posto da capo di gabinetto.

E la sindaca? «Ora le vanno lasciate solo le forbici per tagliare i nastri alle inaugurazioni», si legge su una delle chat grilline.

RAGGI DE VITO LOMBARDI DI MAIO FRONGIA RAGGI DE VITO LOMBARDI DI MAIO FRONGIA

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VANNACCI, MA LI MORTACCI! - È BUFERA NELLA LEGA PER LE CONTINUE MINCHIATE DEL GENERALE AL CONTRARIO, CHE LA DISPERAZIONE DI SALVINI HA CANDIDATO ALLE EUROPEE. OGGI L’INCURSORE PARACADUTATO È ARRIVATO A PROPORRE LE CLASSI SEPARATI PER I DISABILI (FREGANDOSENE CHE IL MINISTRO DELLA DISABILITÀ È LEGHISTA). UNA PROPOSTA TALMENTE ALLUCINANTE DA FAR SBIANCARE PURE CEI E FDI. MA IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE: I LEGHISTI SONO INFATTI CONVINTI CHE UNA VOLTA ELETTO… - ANCHE QUEL SEMOLINO DI GIANCARLO GIORGETTI PRENDE POSIZIONE: "VANNACCI NON È DELLA LEGA. NON CONDIVIDO LE SUE AFFERMAZIONI"

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...