1. CACCIARI: SE BERLUSCONI VINCE A MILANO RITORNA IL PDL CON ALFANO, CASINI E VERDINI
2. "E’ VERO, AL MOMENTO SOSTENGONO IL GOVERNO, MA DATO CHE SUL PIANO DEI VOTI HANNO POCO O NULLA, O SI ISCRIVONO ORGANICAMENTE AL PD – E METÀ DEGLI ELETTORI DI QUEL PARTITO NON LI DIGERIREBBE – OPPURE SI GUARDANO INTORNO IN VISTA DELLE ELEZIONI POLITICHE. BERLUSCONI NON VUOLE PERDERE OGNI CONTATTO CON LORO E VICEVERSA”
3. “ALFIO MARCHINI È UN CANDIDATO SERIO E CREDIBILE CHE PUÒ RENDERE DURO PER CHIUNQUE ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO. CI SONO 4 NOMI PAPABILI E SARÀ UNA BELLA SFIDA”
4. PD MORTO: “UN PARTITO NON PUÒ ESSERE RENZI E LA SACRA FAMIGLIA INTORNO A LUI"

Condividi questo articolo


Federica Fantozzi per l’Unità

CACCIARI CACCIARI

 

Professor Massimo Cacciari, come legge la convergenza di Silvio Berlusconi sul candidato “civico” Alfio Marchini?
«Al di là dell’esplosione dei dissensi all’interno della pseudo-coalizione di centrodestra, vanno valutati alcuni fattori. Il primo è che il vero laboratorio del centrodestra è Milano, non Roma. Lì quello che conterà sarà l’eventuale sconfitta del Pd, non la loro. L’obiettivo è far perdere il Pd. Non facciamoci incantare dalle divisioni romane».

 

BERLUSCONI ALFANO BERLUSCONI ALFANO

E il secondo fattore?
«È evidente che Berlusconi non avrebbe potuto sposare una candidatura di destra così radicale come Giorgia Meloni senza provocare altri disastri nel suo partito. E avrebbe approfondito il solco con le componenti di Alfano, Casini, Verdini».

 

Che però, al momento, sostengono il governo…
«Sì, ma dato che sul piano dei voti hanno poco o nulla, o si iscrivono organicamente al Pd – e metà degli elettori di quel partito non li digerirebbe – oppure si guardano intorno in vista delle elezioni politiche. Berlusconi non vuole perdere ogni contatto con loro e viceversa».

 

Significa che nel 2018 potrebbe riproporsi il vecchio Pdl più Udc versione 2.0?
«Questa è stata la valutazione di Berlusconi. Dopo aver tentato di portare gli altri su Guido Bertolaso ha virato su Marchini. Dal suo punto di vista è stata la scelta giusta».

 

RENZI VERDINI BERLUSCONI RENZI VERDINI BERLUSCONI

Marchini ha chances?
«È un candidato serio e credibile che può rendere duro per chiunque arrivare al ballottaggio. Ci sono 4 nomi papabili e sarà una bella sfida. Ma è una questione tattica. La partita decisiva si gioca a Milano, dove la destra ha scelto bene».

 

Lì come finirà?
«Stefano Parisi è molto agguerrito. Al di là del fatto che la corsa di due city manager in una grande città la dice lunga sullo stato dei partiti e delle coalizioni in Italia, Parisi e la giunta Albertini hanno lasciato un ottimo ricordo in città. Ed è lì, dove Berlusconi e Matteo Salvini si sono accordati, la prova politica per il centrodestra. Milano è ormai l’unica grande città italiana. C’è da augurarsi che non emergano fatti legati a Expo in quest’ultimo mese».

BERLUSCONI PISTOLA PUNTATA A CASINI BERLUSCONI PISTOLA PUNTATA A CASINI

 

Che riflessi avrà il voto amministrativo a livello nazionale?
«Dipende da molte variabili. A Napoli non c’è gara, stravincerà Luigi De Magistris per colpa di scelte incredibili del Pd. De Luca che fa la guerra a Bassolino. Non parliamone neanche. Si è vista una totale assenza di radicamento territoriale e di direzione. Ma anche Roma è allucinante: chi, come e dove ha deciso di mandare a casa Ignazio Marino? A Milano si sono salvati candidando Giuseppe Sala, che ha tutta la mia stima, ma è stato paracadutato in politica».

ALFIO MARCHINI ALFIO MARCHINI

 

Lei considera più probabile alle prossime politiche una CdL a trazione lepenista o due destre separate, una radicale e una moderata?
«Anche qui dipende dal quadro che si delineerà. Un’eventuale vittoria a Milano sarebbe un’attrattiva irresistibile per creare qualcosa di analogo sul piano nazionale».

 

In caso contrario?
«Se invece vince Sala, come mi auguro, e a Roma Meloni va al ballottaggio o comunque supera Marchini, Berlusconi dovrà cedere le armi e il centrodestra comincerà a organizzarsi intorno al duo Lega-FdI. Altrimenti nascerà piuttosto il laboratorio dei moderati. Ci sono due scenari diversi».

 

PARISI BERLUSCONI PARISI BERLUSCONI

È il tramonto definitivo dell’ex Cavaliere?
«Berlusconi sta giocando le sue ultime carte per vedere se riesce a riprendere in mano la direzione dei lavori e fare nuovi accordi con Alfano e Casini».

 

Punto debole e punto forte del Pd?
«Il punto debole è l’assenza di radicamento. Un partito non può essere il leader e la sacra famiglia intorno a lui. Deve dare vita a gruppi dirigenti anche locali. Il punto forte è il leader. Soltanto Matteo Renzi, con la sua spregiudicatezza e volontà di potenza. Ma dietro non c’è più un partito».

 

 

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…