1. CASINI/ALFANO MORIRANNO DEMOCRISTIANI PER SUICIDIO O SI STANNO ORGANIZZANDO PER CERCARE DI UCCIDERE AL MOMENTO BUONO RENZI E PORTARNE LA TESTA ALL'UOMO DI CESANO BOSCONE, BERLUSCONI? E' QUESTA LA DOMANDA CHE SI PONGONO OGGI NEI PALAZZI DELLA POLITICA, CON L’ARRIVO DEL NUOVO FORMAT “COALIZIONE POPOLARE” 2. CON LA SUA NOTA FURBIZIA, PIERFURBY CERCA DI AUMENTARE IL SUO POTERE CONTRATTUALE NEI CONFRONTI DI RENZI SIA PER ACQUISIRE UN COSPICUO NUMERO DI POSTI NELL'INFORNATA DI CIRCA 300/350 NOMINE IN PREPARAZIONE NEI CDA DI SECONDO LIVELLO DELLE AZIENDE PUBBLICHE SIA PER POSIZIONARSI NELLA SUCCESSIONE A RE GIORGIO. O MI FAI ELEGGERE AL QUIRINALE OPPURE IL GOVERNO POTREBBE NON AVERE LA FIDUCIA AL SENATO 3. L'OPERAZIONE CASINI NON SI FERMA A NCD, LA CILIEGINA SULLA TORTA CUI IL GENERO DI CALTARICCONE STA LAVORANDO E' DI CONVINCERE FITTO A ENTRARE IN QUESTA PARTITA

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1. DAGOREPORT

boschi a casini hai una pistola in tasca o sei felice di vedermi boschi a casini hai una pistola in tasca o sei felice di vedermi

Moriranno democristiani per suicidio o si stanno organizzando per cercare di uccidere al momento buono Renzi Matteo e portarne la testa all'uomo di Cesano Boscone, Berlusconi Silvio? E' questa la domanda che si pongono oggi nei palazzi della politica, se davvero dovesse venire alla luce Coalizione Popolare, nuovo format del duo Casini/Alfano. 

 

E, se davvero la proposta dovesse andare avanti (di seguito, l'articolo di Ugo Magri su La Stampa), il premier dovrebbe riflettere attentamente su due questioni:

MARIO MAURO MARIO MAURO

 

IL TRIO ABC ALFANO CASINI BERSANI jpeg IL TRIO ABC ALFANO CASINI BERSANI jpeg

1. La sommatoria dell'eventuale nuovo Format politico sarebbe pari a zero, non solo politicamente (gli elettori si sono espressi chiaramente alle elezioni europee e alle amministrative) ma soprattutto dal punto di vista parlamentare poiché tale operazione non aggiunge neppure un voto ai numeri della maggioranza, anzi ne sottrae tre o quattro a seguito della decapitazione di Mauro Mario, anch'egli buttato a mare da Pierfurby allo stesso modo con il quale ha liquidato nel passato compagni di viaggio come Mastella Clemente o Follini Marco.

 

fefe fefe

2. Con la sua nota furbizia, Pierfurby cerca di aumentare il suo potere contrattuale ed il suo personale condizionamento nei confronti del premier sia per acquisire un cospicuo numero di posti nell'infornata di circa 300/350 nomine in preparazione nei cda di secondo livello delle aziende pubbliche sia, soprattutto, per posizionarsi al meglio nella successione a Re Giorgio. Pierfurby vuole farsi trovare pronto per poter tirare la giacchetta a Renzi al momento giusto: o mi fai eleggere al Quirinale (candidatura cui persino Berlusconi, obtorto collo, dovrebbe acconsentire) oppure il governo potrebbe non avere la fiducia al Senato.

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Sarebbe un'operazione da manuale della Prima Repubblica, poco importa se Alfano Angelino e il suo travagliato Ncd finirebbero con l'essere gli "inutili idioti" di Pierfurby dopo che si sono rifiutati di essere gli "utili idioti" dell'ex Cav. L'operazione Casini non si ferma a Ncd, la ciliegina sulla torta cui il genero di Caltariccone sta lavorando in queste ore  e' quella di convincere Fitto Raffaele a entrare in questa partita insieme a Carfagna Mara.

 

RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE

Intanto al Senato i rivolgimenti sono appena cominciati: i 10 senatori del gruppo di Mauro si stanno disperdendo, Quel che resta di Scelta Civica e' alle ultime battute della trattativa per entrare direttamente nel Pd, mentre l'Ncd che Alfano progetta di unire con Casini e' impaurita e paralizzata ma pronta ad esplodere per motivi politici e personali. 

 

Politicamente sono almeno tre le linee che si combattono: 

1. Sostenere Renzi sino alla fine 

2. Rapido dietrofront verso Arcore, cercando di avere qualche ruolo nel raccogliere i resti di Forza Italia 

3. Tirare a campare, e questa sarebbe la linea di Alfano, mentre Lupi Maurizio sta pensando seriamente di dimettersi da ministro e disintossicarsi dalle Infrastrutture, dal Mose e dall'Expo andandosene a fare il parlamentare europeo onde evitare altri problemi.

 

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Nel primo caso un pezzo consistente del filone ex spennino e post fascista (da Augello a Saltamartini) e' pronto ad andare verso Forza Italia e Fratelli d'Italia, la Di Girolamo ha in tasca un biglietto per Arcore (nonostante la Pascale non ce l'abbia in simpatia), Schifani sta facendo carte false per fare il capogruppo al Senato ma sa che semmai venisse eletto molti senatori lascerebbero il gruppo subito dopo, Quagliariello non e' pervenuto.

 

Il duo Lorenzin/Bonaiuti invece punta fortemente ad un collegamento organico con Matteo Renzi, linea peraltro sostenuta pubblicamente da Cicchitto e Naccarato e sulla quale Alfano continua ad essere indeciso. Dunque la maggioranza al Senato può allargarsi e in tal caso la golden share di Casini e Alfano si diluisce, oppure può restringersi. Ma il trasformismo italiano propende per Renzi Matteo.

 

Mara Carfagna Elsa Fornero Casini Mara Carfagna Elsa Fornero Casini

Ps. Filtro del cerchio magico a parte, uno dei motivi per cui ultimamente è tecnicamente difficile interloquire politicamente con Berlusconi Silvio e' che nel corso della conversazione si assopisce. La cosa accade diverse volte, a qualsiasi ora, ed è stata segnalata con preoccupazione da tutti quelli che nelle ultime settimane hanno avuto modo di cominciare a parlargli via telefono.

 

2. SI CELEBRANO LE NOZZE ALFANO-CASINI CON IL GRUPPO PARLAMENTARE UNICO “COALIZIONE POPOLARE”

Ugo Magri per ‘La Stampa’

 

È molto prossimo al traguardo il tentativo di mettere insieme una quarantina di senatori, forse qualcuno di più, che a vario titolo si definiscono centristi. Se ne stanno occupando intensamente Alfano, Cesa e Casini che, da un paio di giorni, vivono quasi in simbiosi: l’altra sera hanno passato ore a discutere le strategie e ieri nuovo interminabile round di colloqui, stavolta con la presenza di Cicchitto.

L’accordo di massima c’è già: entro un paio di settimane nascerà un gruppo parlamentare unico Ncd-Udc tanto a Palazzo Madama quanto a Montecitorio: globalmente, un centinaio tra «onorevoli» e senatori. Ma guai a considerarla una semplice sommatoria tra due partitini. L’ambizione dei promotori è smisuratamente più grande, come del resto lascia intendere la nuova insegna che verrà adottata: Coalizione Popolare si chiamerà il nuovo gruppo, un nome dal richiamo storico impegnativo poiché riecheggia la vittoriosa Coalicion Popular della Spagna post-franchista. 

maurizio lupi pennarello argento maurizio lupi pennarello argento

 

Nel 2018, quando torneremo a votare, cercherà di replicarne le gesta. Da subito, invece, cercherà di inglobare tutti i parlamentari moderati dell’area governativa, lanciando di fatto un’Opa su Scelta civica e sugli ex-montiani di Per l’Italia (senza trascurare i potenziali apporti da Gal, dal gruppo delle autonomie e da quello misto).

Se tutto andrà secondo i loro piani, Alfano e Casini diventeranno determinanti per l’equilibrio politico. Non occorre un pallottoliere: al Senato la maggioranza si raggiunge con 161 voti, sebbene l’assenza sistematica di qualche senatore a vita abbassi la soglia a 158-159. Il Pd non riuscirebbe mai a raggiungerla perché da solo sta a quota 108. Né ce la potrebbe fare con il soccorso di Sel e degli ex-Cinque Stelle, pure loro in trattativa per formare un gruppo (pare siano una dozzina). 

 

Né basterebbero a Renzi i superstiti di Scelta civica oppure cani sciolti come l’ex ministro Mauro, ieri vittima di un’umiliante sostituzione quale membro della Commissione Affari costituzionali (destino comune di quanti metteranno i bastoni tra le ruote al governo). Insomma: nel momento in cui dovesse nascere, quelli di Coalizione Popolare avrebbero la «golden share» della maggioranza, il potere di vita o di morte sull’esecutivo.

Lupi D e il vicepremier e ministro degli Interni Angelino Alfano Lupi D e il vicepremier e ministro degli Interni Angelino Alfano

Loro, beninteso, non intendono fare le scarpe a Renzi; al contrario, l’obiettivo conclamato è quello di dargli una mano a governare con successo di qui fino al 2018. In cambio del sostegno, semmai, vorrebbero più voce in capitolo. Si sono accorti che, restando sparpagliati, il giovane Matteo se li divora a uno a uno; per cui provano a unirsi anche nella speranza di farsi rispettare e, possibilmente, ascoltare dal premier. Uno dei protagonisti sintetizza così gli obiettivi del futuro rassemblement: «Primo, stabilizzare la legislatura. Secondo, realizzare le riforme con Renzi. Terzo, dialogare con Silvio (come del resto sta già facendo il presidente del Consiglio)».

Restano solo da definire certi «dettagli», tipo: chi guiderà i due gruppi parlamentari? Questione, come al solito, spinosissima. Casini non avanza pretese, ma in compenso Ncd rischia una guerra fratricida tra i fautori di Sacconi e quelli di Schifani. Se lo spumante non è stato ancora stappate, il motivo pare sia questo. 

 

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