CHE SI FA’ PE’ CAMPA’, VERO BERSANI? - PUR DI TENERSI ATTACCATO ALLE CHIAPPE LA POLTRONA DI SEGRETARIO PD, E DI AVERE L’APPOGGIO DI “REPUBBLICA”, CULATELLO SI FA IMPORRE I DUE CONSIGLIERI RAI - E SARTORI LO CRITICA: “GESTO IRRESPONSABILE E SBAGLIATO DA PARTE DI BERSANI. TOBAGI E COLOMBO NON HANNO COMPETENZE SPECIFICHE DI SETTORE” - REPUBBLICA ‘’DIMENTICA’’ CHE LA TOBAGI E’ UNA SUA COLLABORATRICE E CHE FU LA PUNTA DI DIAMANTE DELLA LISTA PENATI ALLE ELEZIONI PROVINCIALI A MILANO NEL 2009…

Condividi questo articolo


1 - DAGOREPORT...
Perché "la Repubblica" non ricorda, nel momento in cui il PD lancia la candidatura di Benedetta Tobagi al Cda Rai, che la giovane giornalista - tra l'altro collaboratrice del giornale diretto da Ezio Mauro - fu la punta di diamante della Lista Penati alle elezioni provinciali a Milano nel 2009? E' poco (radical) chic ricordare l'impegno politico della figlia di Walter Tobagi a fianco dell'ex capo segreteria di Bersani divenuto per tutti i ‘sinistri' - dopo lo scandalo del "Sistema Sesto" - un appestato da cancellare?

BENEDETTA TOBAGI E FILIPPO PENATI ALLE ELEZIONI PROVINCIALI DEL 2009BENEDETTA TOBAGI E FILIPPO PENATI ALLE ELEZIONI PROVINCIALI DEL 2009

2 - RAI, LA BAMBINATA DI BERSANI - SARTORI CRITICA L'APPOGGIO DEL PD A TOBAGI E COLOMBO.
Paola Alagia per "Lettera 43"

Ormai è deciso: l'ex pubblico ministero di Mani pulite Gherardo Colombo e la giornalista radiofonica e collaboratrice di Repubblica Benedetta Tobagi sono i due candidati scelti dalla società civile che il Partito democratico sosterrà per il nuovo consiglio di amministrazione Rai.

LA ROSA DI QUATTRO ASSOCIAZIONI.
Il problema casomai è capire se il metodo prescelto da Pier Luigi Bersani (raccogliere le indicazioni suggerite dalle quattro associazioni contattate: Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, Libera di don Ciotti, Libertà e giustizia e Se non ora quando) sia efficace o meno. E a sentire tutte le altre sigle non coinvolte dal segretario democrat non si direbbe.

Benedetta TobagiBenedetta Tobagi

L'EXIT STRATEGY DEL SEGRETARIO.
Grillo sta facendo scuola? Può essere. Anche se a Largo del Nazareno sul caso Rai più che la rincorsa al civismo sul modello del Movimento 5 stelle pare aver pesato la necessità di uscire dall'impasse in cui Bersani si era cacciato col rifiuto categorico a partecipare alle nomine del consiglio d'amministrazione. Con il sostegno a Tobagi e Colombo, insomma, il suo «no» si è trasformato in maniera indolore in un «ni».
Rimane, però, da scoprire fino a che punto i due candidati della 'società civile' piacciano davvero alla società civile. Senza contare la loro assenza di competenze specifiche, come se bastasse la patente di cittadino per aprire tutte le porte.

GHERARDO COLOMBOGHERARDO COLOMBO

«UNA STRANEZZA INCOMPRENSIBILE».
«Bersani applichi questo metodo a tutto il sistema di governo e poi vediamo che succede», ha detto a Lettera43.it con ironia il politologo Giovanni Sartori. Il professore ha quindi bollato questa strategia come «una stranezza incomprensibile». «Anzi, direi», ha aggiunto, «imbecille perché non la comprendo».

DOMANDA. A questo punto pare sia necessario munirsi di una «tessera della società civile», come dice provocatoriamente Antonio Polito?

RISPOSTA. Sono sbigottito da questo gesto irresponsabile e sbagliato da parte di Bersani.

D. Cosa avrebbe dovuto fare il segretario del Pd?

R. Poteva semplicemente designare un esponente non piddino, ma di certo non rimettersi al caso.

D. Intravede un comportamento ipocrita?

R. Certo che c'è ipocrisia. È tutto uno scaricabarile. C'è bisogno di assunzione di responsabilità e non di ricorrere a trucchi truffaldini.

D. Non la convince questa linea democratica per superare la politicizzazione della Rai?

R. La Rai è stata lottizzata da Berlusconi, ma lo era anche prima che il Cavaliere arrivasse al governo. Adesso era il momento di fare dell'azienda di servizio pubblico un organismo come la Bbc.

D. In che senso?

R. Un'azienda indipendente, ma competente.

D. Cosa non va nella coppia Colombo-Tobagi?

BERSANIBERSANI

R. Sono due persone rispettabilissime. Il mio dubbio è sulle loro competenze specifiche di settore.

D. Può spiegare meglio?

R. Io ho scritto anche per la televisione, ma se mi chiedessero la disponibilità per un'esperienza di questo tipo direi di no proprio perché non ho la formazione che serve.

D. La Rai, insomma, ha bisogno di indipendenza e competenze insieme?

R. Certo. È vero che ogni mestiere si impara facendolo, ma viale Mazzini non è in condizione di fare la scuola dei nuovi arrivati. È al capolinea, casomai.

D. Se estendessimo il metodo Bersani a tutti gli altri board delle società pubbliche che accadrebbe?

R. Spero vivamente che l'esperimento si chiuda qui. È una pensata bambinesca e basta.

D. In caso contrario?

R. Affogheremmo nell'incompetenza.

GIOVANNI SARTORIGIOVANNI SARTORI

D. Allora, non bisognava coinvolgere la società civile?

R. Non si doveva fare in questo modo.

D. Pensa alle associazioni che non sono state chiamate in causa?

R. Dico solo che le idee balzane spesso e volentieri finiscono in un grande fiasco.

D. E le sigle che hanno accolto l'appello di Bersani hanno sbagliato?

R. No. Le associazioni coinvolte hanno fatto ciò che dovevano fare.

D. La colpa, insomma, è della classe dirigente...

R. Siamo in un mare di guai e alcuni ce li stiamo procurando da soli. Siamo governati da politici di professione che hanno letteralmente perso la testa perché si sentono insidiati.

D. Secondo lei, il segretario del Pd si sente all'angolo?

R. Bersani è una persona rispettabile e brava, ma non è mai stato un numero uno. In questa fase, a mio avviso, siccome si sente insidiato per esempio da Matteo Renzi o da Nichi Vendola si dibatte senza abilità.

D. Il rinnovo dei vertici Rai, quindi, a chi dovrebbe spettare?

R. Io dico che chi ha il potere di fare le nomine deve farle bene, senza perdere di vista gli obiettivi. E in questo caso specifico l'obiettivo è un servizio pubblico non lottizzato.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…