CHI PERDE VA ALLE FORCHE PRIMARIE - GIORGIO GORI, ‘SPIN’ DI RENZI, PAGA PEGNO PER AVER SOSTENUTO IL CAVALLO PERDENTE E FINISCE NEL CALDERONE DELLE PARLAMENTARIE - “NON HO UNA LUNGA MILITANZA ALLE SPALLE E DEVO GUADAGNARE RISPETTO. SE ANDRÒ IN PARLAMENTO E INCONTRO BERLUSCONI, LO SALUTERÒ VOLENTIERI”…

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Simona Poli per "la Repubblica"

È stato l'ombra di Renzi durante tutta la campagna delle primarie, anche se non si stanca di ripetere di non essere lui il "regista" del format che il sindaco di Firenze ha proposto per due mesi nei teatri e nelle piazze d'Italia. Giorgio Gori adesso correrà alle primarie di Bergamo per diventare parlamentare del Pd.

GIORGIO GORI AL BIG BANG DI RENZIGIORGIO GORI AL BIG BANG DI RENZI

Per la maggioranza degli italiani lei resta prima di tutto l'uomo che ha diretto la principale tv commerciale di Berlusconi per dieci anni, prima di fondare la Magnolia con cui ha prodotto L'isola dei famosi e X Factor. Che c'entra col Pd?
«Dalla presidenza di Magnolia mi sono dimesso nel 2011, non mi occupo più di televisione, da un anno mi dedico all'attività politica a sostegno di Renzi e delle idee che propone per il paese. So bene di essere stato vissuto a lungo come un corpo estraneo ma credo di essermi fatto le ossa sul campo. Non ho una lunga militanza alle spalle e devo guadagnare rispetto e stima così come ho fatto nella mia vita professionale. Nella provincia di Bergamo sono nati 24 comitati per Renzi, il risultato qui è stato anche superiore a quello nazionale, 42 per cento».

MATTEO RENZI E GIORGIO GORIMATTEO RENZI E GIORGIO GORI Giorgio GoriGiorgio Gori

Merito suo, Gori?
«Merito di tanta gente, di tutti quelli che hanno lavorato per spiegare il programma di Matteo e costruire un consenso intorno a lui. Ora diventa importante riuscire a portare a Roma un numero significativo di parlamentari per non disperdere il patrimonio accumulato in questi mesi. Voglio impegnarmi in prima persona. Mi sono convinto che non si può sempre stare alla finestra a criticare gli altri».

Avrebbe potuto chiedere una candidatura "protetta".
«Non ci ho pensato neanche per un secondo. Proprio per la mia storia voglio rischiare e misurarmi con la prova del voto. Bergamo è la mia città e credo di poter essere di qualche utilità una volta arrivato in Parlamento».

Quante firme dovrà cercare? Il tempo stringe.
«Ne servono 180, il 5 per cento degli iscritti al Pd nella mia provincia. Tempi stretti, è vero. Ho avuto poche ore per decidere. Mi ha dato una grande spinta l'idea che i candidati venissero selezionati attraverso le primarie, trovo giusto che sia il giudizio degli elettori a valorizzare il lavoro che uno pensa di avere svolto. In Lombardia siamo riusciti ad avvicinare un pezzo di elettorato e di mondo imprenditoriale che da molti anni non dialogava con la sinistra e che ora si è riconciliato col Pd».

SILVIO BERLUSCONI jpegSILVIO BERLUSCONI jpegpier luigi bersanipier luigi bersani

Che le ha detto Renzi?
«Mi ha incoraggiato, "fai bene" ha detto. Condivide la mia scelta. Prima di ufficializzarla però ho chiesto anche il parere dei ragazzi dei comitati di Bergamo e loro mi hanno sostenuto».

Se andrà in Parlamento le capiterà di incontrare Berlusconi.
«Bene, lo saluterò volentieri. Non ci vediamo da tanti anni, non ho più avuto contatti con lui, non ci sentiamo».

Sarà un Natale diverso, niente piste da sci quest'anno.
«Forse a gennaio, giusto qualche giorno con la famiglia».

 

 

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