CHI È RAIMONDO MESIANO, IL GIUDICE VIVEUR, AMICO DI BORRELLI JR. E AMANTE DELLE DONNE E DELLA COCA COLA CHE HA MESSO A TERRA L'IMPERO DI BERLUSCONI - FINORA ERA RIUSCITO A CHIUDERE UN BAR O FAR RISARCIRE UN CITTADINO PENALIZZATO DALLE POSTE. CON TALE BAGAGLIO DI CAUSE MINORI ALLE SPALLE AL MAGGIORE RISARCIMENTO DELLA STORIA…

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Alessandro Da Rold per "Il Riformista"

PALAZZO DI GIUSTIZIA DI MILANOPALAZZO DI GIUSTIZIA DI MILANO

Al sesto piano del palazzo di Giustizia di Milano aveva un vicino di stanza noto negli ambienti di Magistratura Democratica: Andrea Borrelli (figlio di Francesco Saverio del pool di Mani Pulite ndr). Ma Raimondo Carmelo Mesiano, reggino, 57 anni, in magistratura dal 1980 - giudice della decima sezione del Tribunale (ora trasferito alla Corte d'Appello), balzato all'onore delle cronache per la sentenza sul Lodo Mondadori - all'associazionismo della magistratura pare aver mostrato sempre poca attenzione.

Certo, secondo alcuni avvocati civilisti del foro di Milano è visto come "uno di sinistra" (anche perché amico di Borrelli) per i suoi modi poco consueti e disinvolti: Mesiano non è un vip della giustizia, né sembra alla ricerca della ribalta. È un tipo normale. Ha il numero sull'elenco telefonico.

GiudiciGiudici

Come lui stesso ha ribadito al Giornale di proprietà della famiglia Berlusconi: «Quello che avevo da dire è tutto scritto nella sentenza». Prima di far tremare la Borsa, quella poca notorietà a mezzo stampa, Mesiano l'aveva ricevuta per cause minori. Quelle del sesto piano del palazzo di giustizia, dove arrivano soprattutto cause di risarcimento danni per inadempienze sanitarie e disagi pubblici.

Giuseppe Fioroni Nicola Latorre e Massimo D'alema - Copyright PizziGiuseppe Fioroni Nicola Latorre e Massimo D'alema - Copyright Pizzi

Fu Mesiano,il 24 maggio scorso, a ordinare la chiusura anticipata a mezzanotte della birreria MacDuff, in zona Moscova, vicino alla chiassosa corso Como, a due passi dall'abitazione di Fabrizio Corona, dove vip e veline trascorrono il sabato sera. Un provvedimento accolto euforicamente dagli abitanti della zona, perché si trattò del primo locale chiuso per ordinanza di un tribunale: dopo essersi rivolti all'Arpa, alla polizia locale e a palazzo Marino non trovarono altro modo che ricorrere alla giustizia civile. Mesiano riconobbe loro il diritto costituzionale al riposo «di cui è garante l'autorità giudiziaria».

romano vaccarellaromano vaccarella

Il 16 luglio scorso, Mesiano compare sui giornali per una sentenza a favore di un cittadino penalizzato dai disservizi di Poste Italiane. Giovanni Colleoni perse un lavoro perché un telegramma non era giunto in tempo. Il giudice del tribunale civile di Milano condannò le Poste a pagare 3mila 800 euro e a fare fronte alle spese di giudizio per altri 3mila.

SAVERIO BORRELLISAVERIO BORRELLI

Non è la prima volta che il giudice calabrese ha avuto a che fare con il governo.
Sua un'altra sentenza nel settembre del 2006, quando condannò il ministero dell'Istruzione (allora in carica c'era Giuseppe Fioroni con il governo Prodi) a risarcire con oltre 7mila euro i genitori di un bambino di sette anni che si era rotto un dente durante una gita nel capoluogo lombardo: Mesiano evidenziò la responsabilità della maestra che accompagnava la comitiva. Alcuni lo apprezzano per essere un giudice leale, con cui si riesce a discutere. Altri lo definiscono un orco, per la stazza e i modi poco convenzionali.

È un magistrato un po' fuori dal comune. Per il suo modo di vestire stravagante, per il fascino che riscuote nel genere femminile, ma anche perchè fumatore instancabile di sigarette, particolarmente amante delle bevande frizzanti, dall'acqua fino alla Coca Cola, che d'estate mostra in bella vista sulla sua scrivania al sesto piano del palazzo di Giustizia.

La causa intentata dalla Cir di Carlo De Benedetti contro Fininvest, gli è capitata tra le mani per pura casualità, come quelle relative all'insonnia dei condomini o al dente caduto di un bambino. Peccato che questa volta si sia trattato di uno dei risarcimenti più alti della storia italiana: 750 milioni di euro.

Romano Vaccarella, legale della Fininvest ha promesso «che sarà presentato appello il più rapidamente possibile». Contestualmente dovrebbe essere presentata l'istanza di sospensione della sentenza.

 

 

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