CI VOLEVA IL GOVERNO MONTI PER SOLLEVARE LA FURIA DEI VERTICI MILITARI

La Marina e tutto l’Esercito italiano rompono gli indugi e attaccano il governo sulla questione dei due marò - “Con quale serenità possiamo continuare a fare il nostro dovere sapendo che non troveremo difesa e tutela da parte della Nazione?” - Il capo della Marina è volato a Brindisi...

Condividi questo articolo


Vincenzo Nigro per "la Repubblica"

TERZI E MAROTERZI E MARO

Oggi il capo di stato maggiore della Marina, l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, sarà a Brindisi. Nel comando del battaglione San Marco incontrerà gli ufficiali, i responsabili del corpo di élite della sua forza armata. Non c'è bisogno di spiegare perché: per quattro giorni la Marina Militare italiana ha sbandato dolorosamente, a tutti i livelli sono emerse l'incomprensione, la rabbia per le decisioni non chiaramente decifrabili del Governo sui due marò in India. Un movimento che da sotterraneo, venerdì all'improvviso è diventato pubblico.

I comunicati del Cocer Marina e poi del Cocer Interforze, i due "sindacati" dei militari, erano un segnale chiaro. Il Cocer Marina scriveva di «sconcerto e disorientamento del personale della Marina di ogni grado e ruolo in merito alla tragica vicenda che ha coinvolto nuovamente il destino di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone».

I DUE MARO GIRONE E LATORREI DUE MARO GIRONE E LATORRE

«Non possiamo immaginare lo stato d'animo dei nostri ragazzi e delle loro famiglie che nel giro di pochi giorni hanno visto assumere due decisioni profondamente contrapposte da parte del Governo, che pur ribadendo nei giorni scorsi le ragioni di diritto in base alle quali l'Italia aveva legittimamente deciso di non far rientrare i nostri fucilieri in India, oggi ne dispone il tempestivo rientro».

DANIELE MANCINI TRA SALVATORE GIRONE E MASSIMILIANO LATORRE jpegDANIELE MANCINI TRA SALVATORE GIRONE E MASSIMILIANO LATORRE jpeg

Una aggiunta ancora più allarmante è quella che segue: «Con quale serenità gli uomini della Marina, oggi possono continuare a fare il loro dovere, a bordo delle unità navali e nei teatri operativi, avendo constatato che le quotidiane azioni, che impongono l'assunzione diretta di rischi e responsabilità, non troveranno una adeguata difesa e tutela da parte della Nazione?».

I DUE MARO LATORRE E GIRONEI DUE MARO LATORRE E GIRONE

Oggi quindi De Giorgi vola a Brindisi. Un ufficiale a lui vicino spiega chiaramente la posizione del capo: «Quello italiano non è un esercito da terzo mondo, affronteremo questa fase difficile con sacrificio e dignità. Ma le cose vanno spiegate, e condivise, non ci sono ordini che tengono se non c'è conoscenza e condivisione».

Un altro segnale di responsabilità è il "mantra" che gli stessi Latorre e Girone hanno ripetuto anche ieri da New Delhi al Tg1: «Siamo militari, abbiamo le stellette, sappiamo obbedire, nella buona e nella cattiva sorte». E ancora, non a caso ieri anche i capi di Esercito e Aeronautica, Claudio Graziano e Pasquale Preziosa, hanno battuto un colpo: «Ogni uomo e donna di Esercito e Aeronautica è vicino a Massimiliano e Salvatore».

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…