COGLIONI, NON FASCISTI - MARIO GIORDANO: “È BASTATA L'IRRUZIONE DI UN GRUPPO DI DEMENTI CON LA CRAPA RASATA IN UNA RIUNIONE DI VOLONTARI PRO MIGRANTI PER FAR SCATTARE LE SIRENE DEI SINCERI DEMOCRATICI - QUELL’IRRUZIONE MI PROVOCA LE STESSE SENSAZIONI DI UN RICCIO NELLE MUTANDE: MI FA SCHIFO. MA COME MAI TUTTI QUESTI ALLARMI? NON SARÀ CHE…”

-

Condividi questo articolo


Mario Giordano per “la Verità”

 

MARIO GIORDANO MARIO GIORDANO

All'armi, siam fascisti. È bastata l'irruzione di un gruppo di dementi con la crapa rasata in una riunione di volontari pro migranti per far scattare di nuovo le sirene scandalizzate dei sinceri democratici: Torna lo spettro squadrista», «Avanza la galassia nera», «Il seme dell' intolleranza contagia anche l' Italia». La lettura di un proclama, in una stanza piena di stoffe e costumi teatrali, è diventata quasi il nuovo delitto Matteotti, la marcia su Roma, l'antipasto di una nuova Auschwitz incombente e prossima futura.

 

veneto fronte skinheads veneto fronte skinheads

Ci avete fatto caso? Abbiamo letto un fiume di commenti angosciati, paginate d' inchiesta, focus, approfondimenti, richiami all'impegno civile; sono stati messi in campo editorialisti importanti, storici più o meno autorevoli; si sono scomodati paragoni ingombranti, come se quei quattro dementi fossero davvero un problema per la democrazia. E non, al massimo, un problema per il locale presidio socio-sanitario.

 

Lo dico con sincerità: quell' irruzione mi provoca più o meno le stesse sensazioni di un riccio nelle mutande. Mi irrita, mi fa schifo. La trovo insensata, fuori luogo, assurda e pure controproducente per le cose che quei tizi vogliono sostenere. Ma finisce qui.

 

GIORDANO CARACINO DI VENETO FRONTE SKINHEADS GIORDANO CARACINO DI VENETO FRONTE SKINHEADS

Non è stata forzata una porta, non è stata rotta una sedia, non è stato imbrattato un muro, non è stato divelto un bancomat, non è stata spaccata una vetrina, non è stato picchiato né un poliziotto né nessun altro. Niente, insomma, di quello che succede regolarmente a ogni incontro o convegno o manifestazione dei centri sociali, dove proclami assai più deliranti sono accompagnati da gesti mille volte più violenti di quello che si è visto a Como. Senza che nessun allarme democratico suoni a ripetizione nella gran cassa dei giornaloni. Come mai?

 

Voler costruire attorno a quell'irruzione (lo ripetiamo: demenziale) la narrazione dell'avanzata del nazismo in Italia, è un po' come voler costruire attorno a uno che va contromano sulla A10 la teoria della relatività mondiale dei caselli autostradali. Un filino esagerato, ecco. Oserei dire quasi ridicolo. Del resto l'allarme democratico era già ridicolmente suonato quest'estate quando un bagnino aveva osato mettere cartelli inneggianti al Duce nel suo stabilimento privato. «Ordine e pulizia, se non vi piace me ne frego».

 

VENETO FRONTE SKINHEAD VENETO FRONTE SKINHEAD

E subito era partita la grande battaglia in difesa della democrazia italiana, messa a dura prova dall' ombrellone nero: sdraio fascista, sarai la prima della lista. Come ricorderete, l'onorevole Emanuele Fiano si affrettò a confezionare una legge su misura per dichiarare guerra agli accendini e alle tazze con la faccia del Duce, dimostrando di avere chiaro quello che sta minacciando la nostra democrazia: gadget no pasaran.

 

Avevano provato a far risuonare le medesime sirene d'allarme anche a Ostia, ma è andata male: purtroppo per loro hanno vinto i Cinque stelle. L'avanzata dell' onda nera è stata inopinatamente fermata sulla battigia, ed è un peccato perché era giù tutto pronto, clamore mediatico sul clan Spada compreso. E allora come si fa a riprendere il filo dell'allarme democratico perduto?

 

VENETO FRONTE SKINHEAD VENETO FRONTE SKINHEAD

Per fortuna ci pensano questi quattro crani rasati, gente che ha più capelli che buon senso in zucca, a dare il via al nuovo coro dei benpensanti scandalizzati. Vediamo fino a quando la gran cassa riuscirà a tenerlo alto, magari con la complicità di una rediviva legge Fiano. O se, per dire, bisognerà inventarsi qualche altro allarmeanti-fascista. Che ne so? Magari una irruzione di camicie nere in funivia o uno skilift con scritte naziste, così tanto per seguire l' andamento stagionale della lotta per la democrazia.

 

Resta un dubbio: ma come mai tutti questi allarmi? Non sarà che la democrazia è in pericolo davvero? Proprio oggi scopriamo che lassù al Quirinale hanno avuto l' ultima brillante idea: quella di trasformare il voto in un esercizio di stile, una specie di sondaggio ad uso e consumo di Pagnoncelli, insomma, una gita ai seggi senza nessuna conseguenza pratica sul governo di questo Paese. Sarebbe meraviglioso, non trovate?

 

AFFILIATI A VENETO FRONTE SKINHEAD FA IRRUZIONE NELLA SEDE DI COMO SENZA FRONTIERE AFFILIATI A VENETO FRONTE SKINHEAD FA IRRUZIONE NELLA SEDE DI COMO SENZA FRONTIERE

Dopo un governo abbattuto con un golpe, dopo tre governi non eletti dai cittadini, finalmente si va a alle urne ma già sapendo che non cambierà nulla perché il governo resterà uguale a quello di prima. Epperò l' allarme democratico non suona per questo. Macché. Suona per quattro imbecilli che leggono proclami sulle rive del lago di Como. Eccome no: loro sono un pericolo per la democrazia, gli elefanti volano, miss Friuli è un senegalese e noi siamo un paese fascista e razzista. Sapete dirmi dov' è l' errore?

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…