COME NON DETTO? “LA CASSETTA CON LE OSSA NON ERA NELLA TOMBA DI RENATINO, MA IN UNA CRIPTA DEL ‘700 CON ALTRE 200 RELIQUIE”, SPECIFICANO GLI AVVOCATI DELLA VEDOVA DE PEDIS - MA GLI ESPERTI LI ANALIZZERANNO COMUNQUE PER VERIFICARE SE TRA QUEI RESTI CI SIANO QUELLI DI EMANUELA ORLANDI - IL BOSS SARÀ POI “CREMATO O TRASFERITO AL VERANO” - NOTARILE, CHE SCRISSE UN LIBRO CON LA MINARDI, DONNA DI DE PEDIS: “TEMO CHE ORA SI FERMERANNO LE INDAGINI…

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1 - CASO ORLANDI: OSSARIO DEL '700 NON IN TOMBA BOSS
(AGI) - E' composto da circa 200 contenitori l'ossario risalente al 1700 rinvenuto nella cripta dove si trova seppellito il boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis. Per arrivare all'ossario gli investigatori hanno dovuto abbattere una parete che si trova di fronte alla lapide di De Pedis. Gli esperti analizzeranno ora le ossa per chiarire se si tratta di reperti antichi o se, per caso, e' possibile trovare qualche ossa moderna riconducibile ad Emanuela Orlandi.

EMANUELA ORLANDI CERCASIEMANUELA ORLANDI CERCASI

2 - LEGALE DE PEDIS, ALTRE OSSA NON IN BARA RENATINO
(AGI) - "Le ossa rinvenute non si trovano nella bara di De Pedis ma nell'ossario della cripta". E' quanto precisano i legali della famiglia De Pedis, Maurilio Prioreschi e Lorenzo Radogna. "Nella bara di De Pedis - hanno precisato i due avvocati - c'era soltanto il suo corpo".

Emanuela OrlandiEmanuela Orlandi

3 - ORLANDI:LEGALE VEDOVA DE PEDIS,NON SI FARA'ESAME DNA REPERTI
(ANSA) - "La Procura di Roma ci ha comunicato che per il momento non reputa necessario eseguire l'esame del Dna sui campioni prelevati nel corso dell'ispezione dalla salma di Enrico De Pedis, dal momento che l'esame delle impronte digitali e il confronto con i dati già in possesso della polizia, hanno permesso di accertare che si tratta di De Pedis". E' quanto fa sapere l'avvocato Lorenzo Radogna, legale di Carla Di Giovanni, vedova di Enrico De Pedis, al termine dell'ispezione nella chiesa di S.Apollinare.

DePedis EnricoDePedis Enrico

Ricostruendo le varie fasi della ricognizione a cui ha partecipato direttamente, Radogna spiega che "prima è stata rimossa la lapide superiore, quindi hanno estratto il sarcofago costituito da tre bare: quella più esterna di zinco, una di rame e una di legno. Le tre bare non sono legate a un trattamento speciale riservato a De Pedis: è semplicemente la procedura obbligatoria per una tumulazione che non è avvenuta in un cimitero, ma in un locale sottostante la chiesa, per evitare fuoriuscite di gas".

De Pedis EnricoDe Pedis Enrico

Per questo stesso motivo oggi si è proceduto all'apertura delle bare non nella cripta, ma all'esterno nel cortile. "Qui è stato attrezzato un patio chiuso. Sono state aperte le casse, si è fatto l'esame della salma e sono stati prelevati alcuni campioni di tessuto da un dito, visto il buono stato di conservazione. Al termine dell'ispezione la salma è stata spostata in una nuova bara e richiusa, in attesa, in tempi rapidi, del suo trasferimento". "Non mi risulta ci fosse nessuno del Vaticano - aggiunge il legale -. Ad accompagnarci nella cripta è stato il rettore della basilica, mons. Pedro Huidobro".

chiesa sant apollinarechiesa sant apollinare

4 - LEGALE VEDOVA, RESTI DE PEDIS CREMATI O AL VERANO
(ANSA) - "Finalmente lo hanno fatto". Con queste parole l'avvocato Lorenzo Radogna, legale di Carla Di Giovanni, vedova di Enrico De Pedis ha commentato le operazioni effettuate oggi nella chiesa di S.Apollinare a Roma. "Tutta l'ispezione è stata condotta con grande correttezza - aggiunge il legale - e con senso di rispetto per il defunto". Quando l'iter si sarà chiuso, "i resti di De Pedis saranno o tumulati nella cappella di famiglia al Verano o cremati. La signora Di Giovanni non ha ancora deciso".

sabrina minardi bruno giordano rep2sabrina minardi bruno giordano rep2

5 - IN CORSO ESAME OSSARIO CHIESA, OLTRE 100 CASSETTE
(ANSA) - - L'esame sull'ossario che si trova nella cripta di S.Apollinare, dove oggi è stata aperta la tomba di De Pedis, è in corso e riguarda i resti sistemati in oltre un centinaio di cassette. Nulla, a quanto si apprende, è stato prelevato per essere esaminato in laboratorio: a un occhio esperto basta l'esame macroscopico per stabilire se si tratti di ossa antiche, che hanno 200-300 anni o piuttosto resti recenti, che al momento non sarebbero stati rinvenuti. Non è ancora certo se l'esame potrà terminare oggi stesso.

cardinale ugo poletticardinale ugo poletti

6 - ORLANDI: NOTARIALE, ORA TEMO CHE SI FERMINO LE INDAGINI
(ANSA) - "Temo che con l'apertura della tomba di Enrico De Pedis si stia per chiudere un pezzo importante della storia delle indagini sulla sparizione di Emanuela Orlandi". A parlare è la giornalista Raffaella Notariale che, nel 2005 mostrò in esclusiva per "Chi l'ha visto?", le fotografie della tomba di Renatino e i documenti inediti relativi alla sua sepoltura eccellente nella basilica di Sant'Apollinare. Notariale è l'autrice del libro "Segreto criminale" sulla storia della banda della Magliana, scritto con Sabina Minardi, la donna di De Pedis. "Quei documenti che tanto scalpore fecero perché firmati da monsignor Piero Vergari e dal Cardinale Ugo Poletti, allora Vicario del Papa e Presidente della Cei.

I due alti prelati - ricorda Notariale - definirono De Pedis un 'benefattore dei poveri', incuranti della storia di Renatino che, invece, il giorno dopo la sua uccisione, avvenuta a Roma il 2 febbraio del 1990, venne definito dal "Corriere della sera" un "capo dei capi", appellativo che è stato poi dato solo a Totò Riina". "Sabrina Minardi era stata seguita e pedinata dagli investigatori che, nel 1984, volevano arrestare De Pedis che era latitante da tempo. E' per questo che ho pensato di rintracciarla, era stata la sua amante per diverso tempo, non poteva che sapere diverse cose", ha aggiunto la Notariale che nel 2006 rintraccia e intervista l'ex moglie del calciatore Bruno Giordano che poi fu amante di De Pedis.

BANDA DELLA MAGLIANABANDA DELLA MAGLIANA

"La Minardi, pur nella sua precaria condizione di salute, venne poi avvicinata dai magistrati della Procura di Roma che si stavano occupando della scomparsa di Emanuela Orlandi e le sue dichiarazioni diedero nuovo impulso alle indagini permettendo ai magistrati di iscrivere diverse persone nel registro degli indagati. Evento storico, mai avvenuto nelle precedenti inchieste sull'affaire Orlandi".

"Il timore, adesso, - riprende Raffaella Notariale - è che si possano fermare le indagini che hanno riscontrato nessi tra le malefatte della Banda della Magliana e la sparizione di Emanuela. Quella sepoltura resta scomoda e per raggiungere l'obiettivo della tacitazione, c'è chi potrebbe avere urgente bisogno di un capro espiatorio: Sabrina Minardi, chi meglio di lei? E' talmente malmessa... Si ha ovviamente la necessità impellente di sminuire la teste dalla quale è partito tutto. E' il solito meccanismo, ma con un po' di esperienza di retroscena, si sa che questa è la regola. Mi pare che qualcuno abbia già cominciato".

 

 

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