COMMISSARIAMENTO, DI NOME E DI FATTO – GIUSEPPE CONTE HA PERSO LA BATTAGLIA CON BEPPE GRILLO: IL SUO NOME NON SARÀ NEL SIMBOLO DEL MOVIMENTO. L’ELEVATO DI TORNO SI È OPPOSTO IN TUTTI I MODI: NON VUOLE UN’ECCESSIVA PERSONALIZZAZIONE, E SOPRATTUTTO NON VUOLE CHE LA SUA CREATURA SIA IDENTIFICATA CON L’AVVOCATO DI PADRE PIO, CHE DETESTA – PEPPINIELLO PREPARA LA RESA DEI CONTI: SE IL MOVIMENTO VA SOTTO IL 10%, POTREBBE MOLLARE PER CREARE IL SUO PARTITO (E CORRERE TRA LE BRACCIA DI BETTINI E ZINGA…)

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1 - "NO AL NOME DI CONTE NEL NOSTRO SIMBOLO" VITTORIA DI GRILLO NEL BRACCIO DI FERRO M5S

Federico Capurso per “La Stampa”

 

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

Il simbolo del Movimento è pronto. Ci pensa Giuseppe Conte, accompagnato da Vito Crimi, ad affiggerlo alla bacheca del Viminale per la gioia dei fotografi, dopo aver depositato il contrassegno negli uffici del ministero. Nel marchio c'è sempre la scritta «MoVimento», con la tradizionale V maiuscola, le cinque stelle bene in vista e la data «2050» a indicare l'orizzonte temporale del loro programma di governo: «Avete visto che bel "rosso cuore"? Il coraggio ce lo mettiamo noi», scherza il leader M5S.

 

Nel simbolo manca qualcosa, però. E lo notano in tanti. Non c'è la scritta «Conte presidente». Forza Italia, Lega, Azione, Impegno civico, tutti indicano il loro candidato premier.

 

GIUSEPPE CONTE AFFIGGE IL SIMBOLO DEL M5S AL VIMINALE GIUSEPPE CONTE AFFIGGE IL SIMBOLO DEL M5S AL VIMINALE

Non lo fa il Movimento e non è un dettaglio da poco, perché l'ex premier, fino a pochi giorni fa, era deciso a inserire il suo nome nel simbolo, convinto che il suo consenso personale avrebbe potuto fare da traino. Invece, niente da fare, Beppe Grillo non vuole.

 

Il Garante si è opposto e anche sul simbolo, del quale mantiene la proprietà e il controllo, impone la sua visione. Non vuole una eccessiva personalizzazione della sua creatura politica: «la nostra forza sono le idee», ha ripetuto a tutti quelli che hanno provato a convincerlo nell'ultima settimana.

 

giuseppe conte a zona bianca 5 giuseppe conte a zona bianca 5

Conte sarebbe anche d'accordo, in linea di principio, ma nella sua applicabilità elettorale non è d'accordo proprio per niente. Il suo nome - ragionano i fedelissimi del capo - gode ancora di una forte popolarità: «È un errore non averlo usato e lo pagheremo». La figura di Conte, poi, non è ancora pienamente sovrapposta al simbolo del Movimento, i due mondi sono sovrapposti, ma non sono una cosa sola: un altro problema che si sarebbe potuto attenuare.

 

Grillo però si è messo di traverso e anche stavolta l'ha spuntata. Nessuno scontro aspro come quello di qualche settimana fa sulle possibili deroghe per chi era al secondo mandato. Eppure, in questo modo, per la seconda volta in pochi giorni, viene offerta al mondo l'immagine di un partito in cui il leader può decidere molto, non tutto.

 

giuseppe conte beppe grillo giuseppe conte beppe grillo

Non c'è però tempo per le recriminazioni. Conte deve correre per la presentazione delle liste. Martedì 16 agosto si terranno le "parlamentarie", con gli attivisti chiamati a dare fino a tre preferenze online alla lista di candidati grillini.

 

Nel regolamento pubblicato ieri spunta anche una nuova norma, in base alla quale gli iscritti saranno chiamati a votare, oltre ai candidati, un elenco di nominativi proposti dal leader, «selezionati anche tra coloro che hanno già proposto la propria autocandidatura», da inserire, «con criterio di priorità», nelle liste in uno o più collegi plurinominali.

 

GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE

È il via libera alle pluricandidature e ai capilista decisi da Conte; l'unica strada possibile per cercare di attenuare nelle liste l'effetto negativo di non avere più la disponibilità di tanti big arrivati al limite di due mandati. A proposito dei due mandati, Conte ha deciso di inserire nel programma elettorale M5S, depositato ieri insieme al simbolo, una proposta di modifica costituzionale per introdurre un massimo di due legislature per i parlamentari di tutte le forze politiche. Mal comune, mezzo gaudio.

 

Intorno al nome nel simbolo sorgono problemi anche in Sicilia, dove l'intesa tra Cinque stelle e Partito democratico scricchiola vistosamente. Il Movimento non voleva il nome della candidata Caterina Chinnici, proveniente dal Pd, ma la richiesta non è stata accolta. Il referente del Movimento in Sicilia, Nuccio Di Paola, attacca gli alleati: «Il Pd siciliano somiglia sempre di più a quello nazionale, così non va». Le possibilità di correre insieme, ora, sono «al cinquanta per cento». Tutto potrebbe crollare sulle nove richieste poste dai Cinque stelle alla coalizione: se anche una sola non dovesse essere accettata, addio. A Roma, infatti, pare abbiano già dato mandato di preparare tutti i documenti necessari per correre da soli, con la senatrice Barbara Floridia candidata presidente.

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO

 

2 - CONTE E DI MAIO VANNO ALLA RESA DEI CONTI SFIDA DIRETTA NEL COLLEGIO DI POMIGLIANO D'ARCO

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

A due giorni dal voto online per le parlamentarie, Giuseppe Conte si prepara a occupare manu militari ciò che resta del M5s. «Vi faremo sapere a breve», dice Conte affiggendo il simbolo dei grillini - senza il suo nome - nella bacheca del Viminale, quando i cronisti gli chiedono se correrà alla Camera o al Senato e in quante circoscrizioni è pronto a correre.

 

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

L'ipotesi del paracadute in più collegi è confermata indirettamente da un'indiscrezione che è cominciata a circolare negli ultimi giorni, e in serata è messa nero su bianco nei criteri per la formazione delle liste, che consentono le pluricandidature e concedono al leader ampia facoltà di scelta dei nomi da inserire tra le candidature. Di fatto un blitz. Conte sta valutando di candidarsi nel collegio maggioritario della Camera di Pomigliano d'Arco (Campania 1). Pomigliano è la città natale di Luigi Di Maio e proprio lì dovrebbe correre l'ex capo politico del M5s in quota centrosinistra.

 

Ovviamente non si tratterebbe di una sfida per la sopravvivenza, perché Di Maio con tutta probabilità si candiderà anche in un collegio blindato nel listino proporzionale. E lo stesso, in virtù delle nuove regole, farà Conte.

 

conte draghi grillo 4 conte draghi grillo 4

Che di certo non può esporsi al rischio di una mancata elezione in Parlamento per colpa di una sconfitta nell'uno contro uno con il suo predecessore alla guida dei Cinque Stelle. Detto ciò, la singolar tenzone ha quasi il sapore del regolamento di conti e già attira come una calamita l'attenzione mediatica. Il collegio Campania 1 di Montecitorio è considerato come uno di quelli contesi tra il M5s e il centrosinistra. Uno dei pochi uninominali dove potrebbero spuntarla i pentastellati.

 

CONTE GRILLO CONTE GRILLO

Infatti, a dispetto della fuga dei dimaiani, la Campania è rimasta una delle poche regioni in cui il Movimento può arrivare oltre il 20%, circa il doppio rispetto alle percentuali accreditate a livello nazionale.

 

Se la sfida con Di Maio è ancora incerta, Conte però sembra aver prevalso nel braccio di ferro con Beppe Grillo e Virginia Raggi sulla modalità di formazione delle liste. Gli iscritti al M5s voteranno martedì 16 agosto in una sola giornata, dalle 10 alle 22.

 

di maio conte di maio conte

Gli iscritti potranno esprimere da una a tre preferenze, ma la vera novità consiste nel potere, concesso a Conte, di mettere in votazione, oltre alla propria candidatura, un elenco di nominativi «da inserire, con criterio di priorità, nelle liste di candidati in uno o più collegi plurinominali».

 

L'ex premier indicherà agli iscritti i suoi preferiti, in numero massimo di dodici per la Camera e sei per il Senato. Praticamente blinderà diciotto persone, circa la metà dei quaranta parlamentari che, secondo i sondaggi, dovrebbero essere eletti tra le fila dei Cinque Stelle. Mentre il M5s si avvia a diventare il «partito di Conte», l'avvocato anti-M5s Lorenzo Borrè polemizza in punta di diritto: «Le regole derogano allo Statuto, Conte introduce una categoria di ottimati».

 

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