CROCIFISSO, CROCIFESSO - FACCI CONTRO LA monarchia assoluta d'Oltretevere - "l'Italia è uno stato perfettamente laico e quindi ogni simbolo religioso dovrebbe avere i diritti di ogni altro - come pure sparirà l'ora di religione E il diritto delle chiese cattoliche di scampanare come altre non possono fare"...

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Filippo Facci per Libero

crocifisso classecrocifisso classe

Questa è un'opinione di minoranza, ma rimango convinto che a dover fornire delle spiegazioni è chi vuole mantenere l'obbligo dei crocifissi, non viceversa. Vista con raziocinio, infatti, la versione di chi vorrebbe trasformare il crocifisso in una tradizione facoltativa è di una linearità annichilente.

Questa, più o meno: il crocifisso fu reso obbligatorio quando il fascismo dispose che quella cattolica era la religione dello Stato, quando cioè dei regi decreti diedero una base giuridica a quest'abitudine; dopodiché la Costituzione del 1948 sancì l'eguaglianza delle religioni di fronte alla legge sinché la revisione del Concordato del 1984 perfezionò il tutto: l'Italia da allora è uno stato perfettamente laico - dovrebbe esserlo - e quindi ogni simbolo religioso dovrebbe avere i diritti di ogni altro.

Serrano Andres, Piss Christ 1987Serrano Andres, Piss Christ 1987

Ne consegue che in linea di massima l'obbligo del crocefisso presto o tardi sparirà, come pure sparirà l'ora di religione configurata come è oggi, e sparirà il diritto delle chiese cattoliche di scampanare come altre non possono fare, e sparirà insomma ogni uso e consuetudine che non sia armonizzato con la lettera del diritto positivo.

L'unica incognita è quando succederà: resta il fatto che succederà - piaccia o non piaccia - come è destino di ogni «tradizione» che la legge non preveda espressamente. Il Tar e il Consiglio di Stato, quel giorno, smetteranno di attaccarsi alla mancata esplicita abrogazione di un decreto fascista del 1924. La Corte di Cassazione, da par suo, l'ha già detto il 15 dicembre 2004: nessuna legge impone la presenza dei crocifissi nei luoghi pubblici.

cristo censurato ritoccatocristo censurato ritoccato

Ciò posto, la decisione della Corte di Strasburgo non fa una piega: anche se - sappiamo - non verrà rispettata. La Corte ha stabilito che la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche «è una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni»; una persona di religione non cattolica, allo stesso modo, potrebbe sentirsi a disagio nel sentirsi giudicata da un tribunale che dica «la legge è uguale per tutti» e intanto esponga un simbolo che privilegia un'identità precisa: qualcosa che è davvero arduo liquidare come «tradizione» o «cultura» in senso stretto. E' una religione. Eccome se lo è.

Cristo di SerranoCristo di Serrano

Resta il fatto che alla classe politica italiana, di questo problema, importa meno di zero: si limita perciò a opinare annusando l'aria. La sentenza della Corte di Strasburgo non l'hanno neanche letta, non conta che possa avere sostanzialmente ragione: conta che nessuno è ancora disposto a dargliela.

CrocifissoCrocifisso

A complicare le cose restano gli strascichi dell'11 settembre 2001: le guerre, il confronto tra civiltà, le discussioni sulla Costituzione europea e sulle nostre radici, l'afflato spirituale seguito alla morte di Giovanni Paolo II: nelle more di tutto questo resta intatta la tentazione di riappropriarsi di un pensiero forte che divenga fortilizio d'Occidente.

Da qui, dunque, alcune pretese fuori dal tempo - a opinione di chi scrive - che in questo Paese sono riuscite a bipolarizzare anche il crocifisso. Tra queste la proposta di legge di un deputato leghista, nel 2002, che puntava a che il crocifisso tornasse a troneggiare in Parlamento: quello italiano, non quello - inesistente - della monarchia assoluta d'Oltretevere.

 

 

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