1 - 1992: MIELI, FELTRI, BOSSI, RUTELLI, OCCHETTO, PAOLO ROSSI: DE PROFUNDIS CRAXI - BETTINO: "MI HANNO GIÀ SEPPELLITO. MENO MALE CHE HO FATTO I BUCHI NELLA BARA E CONTINUO A RESPIRARE"
Filippo Facci per "Libero"
Mancano cinque giorni al decennale eccetera. Paolo Mieli sul "Corriere della Sera" del 16 dicembre 1992, giorno successivo al primo avviso di garanzia a Craxi: «Ha perso la sua partita, indipendentemente da quella che sarà la sentenza dei giudici». Comunicato della Lega Nord, stesso giorno: «L'avviso a Craxi cessa di essere un fatto politico e diventa solo uno squallido episodio di cronaca nera».
Craxi con una coppia di HammammetAchille Occhetto sulla Repubblica, stesso giorno: «Siamo alla fine del regime ». Francesco Rutelli su Repubblica del 2 dicembre 1993: «Voglio vedere Craxi consumare il rancio nelle patrie galere». Vittorio Feltri sull'Indipendente del 9 gennaio 1993: «Se è vero che anche un politico è innocente fino a prova contraria, è anche vero che questa vicenda non è un giallo e non si tratta di aspettare l'ultimo capitolo per capire chi è l'assassino». Strofa della canzone «Hammamet» cantata dal comico Paolo Rossi nel 1993: «Oh Hammamet, e la prigione mia più bella sei tu. Silvio consentimi... che prima o poi, vedrai, ci vieni anche tu».
Bettino Craxi e Giovanni MinoliUmberto Bossi, 26 luglio 1993, mesi prima che Craxi lasciasse l'Italia: «Quando scoppiano le rivoluzioni, i re non sono mai destinati alla galera. Salgono sulla ghigliottina o muoiono in esilio. Craxi ha già scelto l'esilio». Bettino Craxi, 29 dicembre 1992: «Mi hanno già seppellito. Meno male che ho fatto i buchi nella bara e continuo a respirare. I nervi sono saldi, è del cuore che non mi fido».
2 - QUEI RAMPANTI AL POTERE - SOLO ORA SI COMINCIA A INTRAVEDERE COME I VIZI DELL´ERA DI CRAXI FOSSERO L´ALTRA FACCIA DELLE SUE VIRTÙ
Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"
Per farsi un´idea del craxismo cogliendolo ai suoi albori, primavera 1981, congresso di Palermo, gigantesco garofano collocato da Panseca in cima al monte Pellegrino, primitivi giubbotti, embrioni di belle donne e di piduisti in platea, proto religione garibaldina e anticipo di culto della personalità del leader, semi-plebiscitato con opportune forzature carismatiche...
Insomma: per capire quello che a quei tempi ancora non si chiamava craxismo occorre forse ricordare il pallore e la misoginia dei dorotei; così come si deve ripescare, sempre dai cassetti della memoria, l´espressione arcigna con cui nella nomenklatura comunista era accolto qualsiasi accenno al nuovo segretario socialista e ai suoi "rampanti" seguaci.
VITTORIO FELTRIEcco. Senza le curiali mollezze democristiane e la grigia severità in vigore a Botteghe Oscure l´avventura dei craxiani sarebbe stata certamente più noiosa. Mentre invece - sia detto qui senza alcuna malignità - se la spassarono così alla grande che nessuno di loro oggi ammetterà mai di aver sbagliato. Quattrini, certo, ché in politica sono indispensabili.
Bossi al raduno Lega Nord PadaniaMa anche balli, canti, letti, avventurieri, nobildonne, ambasciatori, zoccole, viaggi esotici, pranzi con l´Avvocato, vita d´albergo, gli asciugamani per terra, le briciole sul divano. E poi le terrazze, le griffe, il salotto di Adelina Tattilo, la Gbr di Ania Pieroni, il libro sulle discoteche del ministro De Michelis, la villa sull´Appia antica ribattezzato da Martelli "I giardini di Politeia", i casali nelle terre di Ghino di Tacco. A un certo punto si comprarono pure un cinema, il Belsito, per farne il loro tempio: è ancora lì, abbandonato.
Fu una scommessa durata appena dieci anni e solo ora si comincia a intravedere come i vizi del craxismo fossero l´altra faccia delle sue virtù. Non c´entrano né il whisky, né il poker, né i primissimi lifting. È che questi irriconoscibili socialisti fecero scandalo, ruppero piatti, seppellirono la falce e martello e tagliarono la barba al profeta, cioè a Marx, per qualche mese intestandosi un Proudhon che quasi nessuno di loro aveva letto. E nel frattempo tolsero un certo numero di Casse di Risparmio alla Dc.
francesco rutelliNel 1977 alcuni di loro continuarono a civettare con l´estremismo e anche con l´autonomia; però l´anno seguente, di punto in bianco, si misero in testa di salvare Moro; quindi fecero di tutto per segnalarsi al di là dell´oceano, erano gli anni di Reagan, offrendosi come alternativa possibile a quei conigli dei loro alleati e concorrenti democristiani. A quel punto il craxismo, misurato secondo i parametri delle già declinanti culture politiche, fece l´effetto della televisione a colori rispetto al vecchio bianco e nero.
Craxi e OcchettoCome sia andata a finire dopo l´epopea di Palazzo Chigi lo sanno tutti: malissimo, con il vecchio e glorioso Psi cancellato dal paesaggio. Forse non fu solo Mani Pulite. Sta di fatto che il centenario venne drammaticamente ricordato fra prestanomi, fughe, voltafaccia, monetine, fratricidi, carcere, esilio - o latitanza che sia.
LADONNA PIU POTENTE AI TEMPI DEL CAF, ANIA PIERONIE però. Alla sconfitta politica, che ai vecchi padri sarebbe sembrata rovinosa ed esemplare, corrisponde una vittoria che con le dovute cautele e senza nemmeno troppa ironia si potrebbe designare come "morale". E che magari se ne sta nascosta dietro l´ambigua retorica della "modernizzazione": nel senso che il craxismo, la sua gloria lampo e ritardata, hanno anticipato il presente.
DE MICHELIS AVANZO DI BALERAConcezione del comando e della politica, fiducia cieca nella comunicazione, ansia di vitalismo e conseguente stile di vita. Incertezza, infine, del futuro. Primum vivere, diceva del resto Craxi, ed era implicito che si viveva una volta sola. (Anche per questo è vano rimpiangere sia il latte bevuto che quello versato).