FARSA ITALICUM - LEGGE ELETTORALE SPIAGGIATA AL SENATO: PD E FI DIVISI DAL BALLOTTAGGIO - RENZI VORREBBE CHE FOSSE TRA I PRIMI DUE PARTITI, NON TRA LE COALIZIONI - IL CAV PRIMA DÀ VIA LIBERA E POI SU IMBECCATA DI VERDINI FA MARCIA INDIETRO: FI RISCHIEREBBE DI ARRIVARE TERZA DOPO GRILLO

I ritardi sull’Italicum sono legati alle modifiche da apportare alla riforma elettorale ad iniziare dal premio di maggioranza: Renzi vorrebbe alzare la soglia dal 37 al 40% - Pd e Fi divisi dal ballottaggio: con quello di coalizione i partitini sarebbero costretti a schierarsi dall’inizio - Il nodo relatore con Ncd che rivendica quel ruolo...

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Ugo Magri per “la Stampa

 

renzi e berlusconi 2 2 renzi e berlusconi 2 2

Delle riforme rimaste a metà, l’«Italicum» è il caso più misterioso. Quasi nessuno sa spiegare come mai la riforma elettorale resti chiusa in un cassetto. Renzi aveva fatto fuoco e fiamme per approvarla alla Camera entro marzo. Sembrava che non ci fosse un minuto da perdere. Invece poi, messo il timbro di Montecitorio, da sei mesi l’«Italicum» giace «spiaggiato» a Palazzo Madama: immagine cruda del «Mattinale», bollettino web ispirato da Brunetta.
 

renzi berlusconi renzi berlusconi

L’esame in seconda lettura non è nemmeno incominciato. Tantomeno è stata fissata una data. Però sarebbe ingiusto prendersela con Anna Finocchiaro, che presiede la Commissione incaricata: mille volte è stata sul punto di iscrivere la riforma all’ordine dei lavori, ma l’hanno sempre pregata di attendere. Ci sono problemi lassù, nelle altissime sfere dove solo in pochi hanno diritto di accesso: Renzi, la Boschi, Berlusconi, Lotti, Verdini, Gianni Letta... Tutti gli altri possono solo intuire che cosa sta accadendo. E pare che causa dei ritardi siano certe modifiche da apportare all’«Italicum».

 

DENIS VERDINI DENIS VERDINI

Anzitutto sul famoso premio di maggioranza: nel testo attuale scatta per chi supera il 37 per cento, altrimenti si va al ballottaggio. Renzi vuole portare la soglia al 40 per cento, rendendo il ballottaggio molto probabile. E poi insiste perché il duello finale abbia luogo non tra due coalizioni ma tra i due partiti meglio piazzati.
 

maria elena boschi maria elena boschi

La cosa cambia parecchio sebbene Silvio, il quale su questi temi poco si applica, sulle prime non abbia colto la differenza. Tanto che nel loro ultimo incontro aveva dato via libera a Renzi. «Mi sta bene un ballottaggio tra i due maggiori partiti», aveva detto distratto. «Un momento», l’aveva stoppato Verdini, «questa cosa non ci conviene, perché Forza Italia rischia di arrivare terza dietro Grillo, dunque di essere esclusa dai ballottaggi». Non solo: se ogni partito corresse per conto suo, quei furboni di Ncd sarebbero tentati di scegliere da che parte stare solo all’ultimo momento, idem Lega e Fratelli d’Italia, un po’ come fanno i piccoli partiti in Francia dove vige un sistema analogo. Meglio obbligarli a schierarsi fin dall’inizio, tramite un ballottaggio di coalizione.
 

luca lotti nozze carrai luca lotti nozze carrai

Insomma, c’è questo primo nodo da sciogliere. L’altro riguarda il relatore della legge in Senato. La Boschi vedrebbe bene Doris Lo Moro, di cui molto si fida, il resto del Pd un po’ meno. I forzisti pretendono un relatore loro, altrimenti che accordo sarebbe? Ma pure Ncd rivendica quel ruolo. Cosicché Renzi deve scegliere, come segnala Quagliariello, tra patto del Nazareno e patto di maggioranza. Il premier fa sapere che deciderà quanto prima.

 

 

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