GETTIAMO L’ANKARA - LA TURCHIA CI RIPENSA E APRE LE FRONTIERE CON LA SIRIA PER FAR PASSARE I DETESTATI CURDI CHE VOGLIONO COMBATTERE L’SIS A KOBANI - A GUERRA FINITA, IL MONDO SI RICORDERÀ CHE I CURDI NON HANNO UNO STATO E NE CHIEDONO UNO?

Gli americani lanciano armi e medicine dal cielo per aiutare i peshmerga - Fra le armi paracadutate vi sarebbero missili anticarro per bersagliare i tank di Isis - Il Pentagono ritiene che sia giunto il momento di sostenere i curdi in un tentativo di controffensiva, puntando a infliggere ai jihadisti uno smacco militare…

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Maurizio Molinari per “la Stampa

Sumeyye Erdogan Sumeyye Erdogan

 

La Turchia afferma di aver aperto i confini ai guerriglieri curdi iracheni che vogliono soccorrere la città siriana di Kobani, assediata dai jihadisti dello Stato Islamico (Isis). È il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, a sfruttare una conferenza stampa ad Ankara per far sapere che «stiamo già aiutando i peshmerga ad attraversare i nostri territori per raggiungere Kobani». La frase contiene un sensibile passo indietro di Ankara, che finora si era opposta ai transiti di forze curde dall’Iraq alla Siria respingendo le forti pressioni esercitate da Washington. 

 

armamenti curdi 12 armamenti curdi 12

È possibile che proprio l’amministrazione Obama sia riuscita ad ottenere la concessione turca, anche perché poche ore prima il Segretario di Stato John Kerry, parlando da Jakarta, aveva detto: «Sarebbe irresponsabile e molto difficile da un punto di vista morale non sostenere i curdi di Kobani in questo momento di crisi».

 

Il riferimento di Kerry è stato all’ennesimo braccio di ferro con Ankara avvenuto nel finesettimana, quando il Pentagono ha iniziato a paracadutare su Kobani aiuti militari e medicinali trovandosi davanti il veto della Turchia ad adoperare le proprie basi, inclusa Incirlik. I lanci effettuati, secondo i portavoce del Comando Centrale delle truppe Usa a Tampa, sono stati «almeno 11» e sono stati paracadutati «27 carichi di munizioni, armi e medicinali ricevuti dalle autorità curde irachene» a conferma del crescente ruolo di Erbil nel sostegno a Kobani.

ragazzi curdi ragazzi curdi

 

I lanci dovrebbero continuare nei prossimi giorni e, assieme all’arrivo di peshmerga attraverso il territorio turco, puntano a consentire ai difensori di Kobani di prendere l’iniziativa contro i jihadisti di Isis, per liberare dall’assedio la città. Se infatti i raid aerei della coalizione realizzati nelle ultime due settimane hanno consentito di frenare l’avanzata delle milizie del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, il Pentagono ritiene che sia giunto il momento di sostenere i curdi in un tentativo di controffensiva, puntando a infliggere ai jihadisti uno smacco militare.

KOBANE ISIS KOBANE ISIS

 

Abu Hasan, comandante curdo a Kobani, parla di «morale alto fra i combattenti» perché fra le armi paracadutate vi sarebbero, secondo il portavoce curdo-siriano Polat Can, i «missili anticarro» destinati a bersagliare i tank di Isis.


Resta tuttavia da verificare se la svolta turca è davvero tale perché finora il presidente Recep Tayyp Erdogan si è opposto con fermezza ad ogni sostegno per i combattenti siriani del Partito dell’unione democratica del Kurdistan (Pyd) considerandoli alleati del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) che opera in Turchia ed è considerato un gruppo terrorista.

kobane assediata dall'isis 1 kobane assediata dall'isis 1

 

Al Pyd Erdogan contesta anche di essersi battuto a fianco delle forze di Assad contro i ribelli islamici. Kerry è esplicito nel descrivere la pressione Usa: «Tanto io che il presidente Obama abbiamo parlato con la Turchia per sostenere la necessità di questi sforzi» per Kobani. A confermare le ambiguità di Ankara ci sono le indiscrezioni trapelate sulla scelta dei circa duemila ribelli siriani da addestrare a Kirsehir: si tratterebbe di turcomanni di Damasco e Aleppo, selezionati sulla base della fedeltà turca.

 

JOHN KERRY JOHN KERRY

 

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