GRILLINI COL TURBO - DOPO LE ULTIME “SVOLTE” DEL M5S, MOLTI ELETTORI SONO PRONTI A VOTARE CINQUESTELLE - PIZZAROTTI: “CON L’ITALICUM POSSIAMO VINCERE. L’EFFETTO PARMA SI PUÒ REPLICARE ANCHE A LIVELLO NAZIONALE”

Flavia Perina, condirettore dell’agenzia Adn-Kronos: “Anche a destra c’è un’attenzione nuova e diversa verso i Cinque Stelle. La sorpresa è che si tratta di persone che hanno una formazione politica, ma che davanti alla diaspora della destra organizzata e al salvinismo, stanchi di votare per gli stessi degli ultimi 20 anni, sono pronti a dare il proprio voto al Cinque Stelle”… -

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1 - QUELLI CHE IMPROVVISAMENTE ORA DAREBBERO IL VOTO AI 5 STELLE

Fabio Martini per “la Stampa”

 

beppe grillo intervistato dal financial times al cala di volpe beppe grillo intervistato dal financial times al cala di volpe

Una parte degli elettori che in passato mai e poi mai avrebbero pensato di votare Cinque Stelle ora sono pronti a farlo. Anche elettori «insospettabili», che magari detestano Beppe Grillo, ma sono talmente delusi da tutti gli altri, da essere pronti a fare un passo (per ora mentale), impensabile fino a poche settimane fa. È un fenomeno recente, carsico, per ora avvistato, ma non ancora certificato dai migliori istituti di sondaggi.

 

Dice Roberto Weber, l’unico sondaggista che due anni fa capì in anticipo l’escalation del Movimento Cinque Stelle: «Sì, è così. È’ un fenomeno recente, che riguarda elettori prevalentemente della sinistra tradizionale, quelli che votavano Pci, Ds o Pd, che in parte potrebbero “colmare” una parte di elettori che sono invece tornati a propendere per l’astensione. Ora sarà interessante studiare a fondo le ragioni di questa novità». 
 

GRILLO GRILLO

Anche il professor Gianfranco Pasquino, già allievo di Norberto Bobbio e di Giovanni Sartori, è dell’idea che qualcosa si stia muovendo: «In questa stagione la politica classica non è migliorata: può essere che Renzi non abbia responsabilità nella crisi di Roma, ma questa crisi c’è. Può darsi che l’Italia non abbia responsabilità nella difficoltà dell’Europa di affrontare i flussi migratori, ma questa Europa non ci rassicura sulle sue capacità di farcela. Questi e altri problemi persistenti, a cominciare da quelli economici, stanno creando in una parte di elettorato “normale” e attento alle vicende politiche una disponibilità a guardare verso il movimento Cinque Stelle». 

 

Sostiene Flavia Perina, negli anni dell’Msi militante della destra sociale, oggi condirettore dell’agenzia Adn-Kronos: «Vero, anche a destra c’è un’attenzione nuova e diversa verso i Cinque Stelle. La sorpresa è che si tratta di persone che hanno una formazione politica, ma che davanti alla diaspora della destra organizzata e al salvinismo, stanchi di votare per gli stessi degli ultimi 20 anni, sono pronti a dare il proprio voto al Cinque Stelle. col quale condividono la pulsione anti-sistema».

BEPPE GRILLO A OSTIA BEPPE GRILLO A OSTIA

 

La percezione, per ora epidermica di una crescente simpatia verso i grillini aveva trovato una prima segnalazione ai primi di agosto: in una sondaggio di «Scenari Politici», il Pd calava del 6,3% rispetto all’aprile scorso, mentre il Cinque Stelle cresceva del 4,9% nello stesso periodo, portandosi al 26,1%. 


Quali le ragioni? L’emersione di una classe dirigente che non sfigura in tv? Restare alternativi al sistema ma senza le invettive della prima ora? «Bisogna riconoscere - dice il professor Arturo Parisi, uno dei “padri” dell’Ulivo - che i Cinque Stelle hanno superato ampiamente la prova che li attendeva. Dopo il 25% alle Politiche i giornali scrivevano è “una bolla” che si sgonfierà e hanno tenuto; dopo hanno scritto: sta arrivando la frana e invece hanno tenuto.

 

BEPPE GRILLO A OSTIA BEPPE GRILLO A OSTIA

Senza fare chissà che. si sono dati un ceto politico riconosciuto e riconoscibile; il profilo di Grillo si è relativizzato e quanto a Renzi sta alimentando un mal di pancia diffuso: per il Pd potrebbe diventare problematico un ballottaggio con i Cinque Stelle». Ma davvero un elettorato tradizionalista di sinistra ora è disponibile al grande salto? «Un Grillo leggermente più moderato, gli insulti lasciati a Salvini, i grillini in tv che sembrano parlamentari “normali” - sostiene Pasquino - sono fattori che consentono ad un elettorato “normale” di prendere in considerazione il voto per un movimento che rappresenta l’unica alternativa. Ora tocca a Grillo fare la mossa successiva: indicare un candidato credibile alla guida del governo». 

 

2 - PIZZAROTTI: “FINALMENTE BEPPE L’HA CAPITOCON LA RETE NON SI RISOLVE TUTTO”

Francesco Maesano per la Stampa”

 

grillo e pizzarotti grillo e pizzarotti

Federico Pizzarotti sente di averla avuta vinta. Ieri pomeriggio il sindaco di Parma, spesso al centro di polemiche col vertice milanese del M5S, era raggiante. Perché quello che ha detto Grillo qualche sera fa «è quello che ho sempre detto io a partire dalle Europee. Sia per quanto riguarda il tono della comunicazione, sia sulla scelta dei candidati».
 

Strutturarsi, selezionare la classe dirigente.

«Esatto. Occorre che si apra un dibattito a livello locale. Bisogna conoscere chi andiamo a votare. Altrimenti finisce, come è capitato, che ci ritroviamo in lista persone che non abbiamo mai visto né conosciuto, solo grazie ai voti online. Prima serve un feedback dal territorio. Dopo si può fare un passaggio online, ma il gomito a gomito vale ancora più della rete: l’aspetto umano non può essere sorpassato dall’aspetto curriculare».


Come cambierà l’approccio del M5S alle prossime amministrative?

«Io so solo quello che è stato annunciato per Bologna. Si dice che si vuole presentare una squadra. Bene, è la direzione giusta ed è una cosa ben diversa che mettere dei nomi in votazione sul sito».

PIZZAROTTI IN COLLEGAMENTO CON MATRIX DI ALESSIO VINCI PIZZAROTTI IN COLLEGAMENTO CON MATRIX DI ALESSIO VINCI

 

Si sente di nuovo una figura di primo piano nel M5S?

«Sì, sicuramente. Il Movimento sta convergendo sulle cose che dico da tanto. Ora mi piacerebbe che ci fosse una presa di coscienza da parte di quanti mi accusavano di giocare contro».

 

La svolta del M5S ha il volto di Luigi Di Maio. Com’è il rapporto tra voi?

«Mi piacciono molto il tono e il modo di Luigi. Detto questo ci siamo visti tre volte. Spero che si possa provare a lavorare assieme, anzi, me lo auguro davvero. Anche perché sarebbe lui il referente per i Comuni».

 

Crede che occorra un allargamento del Direttorio, magari a un rappresentante dei Comuni?
«Certo, sarebbe auspicabile allargarlo ai rappresentanti dei Comuni come a quelli dei parlamentari europei. E poi servono delle regole per il ricambio del Direttorio».

 

Lo chiederà a ottobre, a Imola, al vostro raduno?

luigi di maio all incontro con renzi luigi di maio all incontro con renzi

«Mi piacerebbe che tanti in quell’occasione facessero un esame di coscienza. E vorrei che stavolta ci fosse uno spazio per i sindaci come l’altra volta c’era lo spazio per i parlamentari italiani ed europei. Se il tema della manifestazione è il Governo, chi meglio di noi può raccontare cosa significhi governare?».

 

Cosa serve al M5S per proporsi come forza di Governo?

«Bisogna cambiare la filosofia che passino più gli slogan delle azioni concrete. Io qui ho scelto una strada faticosa. Parma è un esempio dal punto di vista della raccolta differenziata, dell’abbassamento del debito. Abbiamo puntato tutto sulla riqualificazione energetica, sismica e sulla decenza di scuole e asili. Cerchiamo, con realismo, di tenere un equilibrio che dia soddisfazione a numerosi bisogni. Sarebbe importante poterlo spiegare al resto del Movimento».

 

Potete arrivare a governare il Paese?

Luigi Di Maio Luigi Di Maio

«Con l’Italicum che prevede il premio alla lista e il ballottaggio assolutamente sì. Con i numeri che ci sono in gioco ora l’effetto Parma si può replicare anche a livello nazionale».
 

Servirebbe candidare Pizzarotti, che ha già esperienza di Governo?

«No. Quando ho vinto ero anch’io senza esperienza di Governo. Quello che conta è spiegare le cose. Non bisogna inseguire Salvini che tocca la pancia delle persone, bisogna spiegare in modo concreto cosa vogliamo fare, come vogliamo farlo, senza avere la pretesa di avere la bacchetta magica. Occorrerà anche un momento di sintesi».

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

 

Senza usare la parola congresso.

«Non è che “congresso” sia una parola vietata. Chiamiamolo meet up nazionale, ma il punto è lavorare sulle idee».

 

 

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