GROSSO GUAIO A VIALE MAZZINI – IL DOPPIO INCARICO DI MARCELLO FOA, PRESIDENTE DELLA RAI E PURE DI RAICOM, CONTINUA A FAR LITIGARE LEGA E CINQUE STELLE – MA I GRILLINI COME AL SOLITO NON RIESCONO AD AFFONDARE E IL VOTO SULL’INCOMPATIBILITÀ IN VIGILANZA VIENE RINVIATO – IL TUTTO MENTRE LA LEGA VOTAVA CON IL PD PER SALVARE RADIO RADICALE...

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Paola Zanca per “il Fatto Quotidiano”

 

fabrizio salini marcello foa fabrizio salini marcello foa

Appoggiato al bancone della buvette, con l' aria di chi ha messo a fuoco la più asfissiante delle verità, un deputato Cinque Stelle ammette: "Il punto è che l' abbiamo ripulito. Chi se li ricorda più i 49 milioni? Con noi al governo, Salvini s' è rimesso a nuovo". Insoddisfatti del regalo fatto in questi 12 mesi di convivenza a palazzo Chigi, ieri, gliene stavano facendo un altro. Di prima mattina, alle 8, a palazzo San Macuto.

 

marcello foa marcello foa

La commissione di Vigilanza Rai - dopo mesi di penare - doveva esprimersi sull' incompatibilità di Marcello Foa, presidente della Rai e pure di RaiCom, la controllata di viale Mazzini che si occupa di distribuire i prodotti della tv di Stato all' estero. Come al solito, i gialloverdi sul punto sono divisi: la Lega è dell' idea che non esista un divieto al doppio incarico, tanto più che Foa ha rinunciato al secondo stipendio.

 

PRIMO DI NICOLA PRIMO DI NICOLA

I Cinque Stelle - così come il Pd - sono del parere opposto, convinti si tratti di un "eclatante conflitto di interessi tra controllore e controllato", per dirla con Primo Di Nicola, il senatore 5 Stelle vicepresidente della Vigilanza, che più si è speso perché le due poltrone tornassero a dividersi.

 

Da settimane vanno avanti le trattative per una mediazione, che non ha trovato sponde nell' amministratore delegato Fabrizio Salini: detta in estrema sintesi, patisce già a sufficienza il ruolo di Foa in viale Mazzini per mettersi a battagliare anche su questo fronte. Una "delusione", quella ricevuta durante l' audizione dell' ad la scorsa settimana, che i Cinque Stelle ancora faticano a digerire. E che non ha fatto altro che rafforzare l' idea per cui se in Rai sono stati "asfaltati" un po' è anche colpa dell' uomo che doveva arginare Foa e la Lega e che invece finora ha mostrato "poca grinta".

 

fabrizio salini marcello foa fabrizio salini marcello foa

Così ci hanno provato da soli a contrattare con gli alleati di governo un compromesso accettabile. Solo che in casa leghista, al solito, hanno interpretato la faccenda a modo loro: un auspicio ad arginare i conflitti di interesse, senza minimamente impegnare la Rai a trovare un nuovo presidente per la sua partecipata.

 

GIANLUIGI PARAGONE 1 GIANLUIGI PARAGONE 1

Per respingere l' affronto, però, i Cinque Stelle ci hanno messo più di un' ora. Gianluigi Paragone, l' altro big che pesa nei 5 Stelle sulle questioni Rai (tra i più critici con Di Maio dopo la sconfitta alle Europee), sosteneva che quella della Lega fosse un' apertura sufficiente, "una mezza vittoria" da portare a casa.

 

La lite - a cui hanno assistito mezza Vigilanza - dalla strada è proseguita nei corridoi, e poi in ascensore, e ancora in Aula: fino a che a tutti è parso chiaro che stavano consegnando l' ennesimo scalpo a Salvini e se ne sono andati: seduta annullata per mancanza di numero legale.

 

MARCELLO FOA FABRIZIO SALINI 1 MARCELLO FOA FABRIZIO SALINI 1

Un pasticcio, come minimo. Perché intanto i colleghi di governo, alla Camera, stavano votando insieme al Pd il salvataggio di Radio Radicale, nonostante il parere negativo della viceministra Laura Castelli. A poco sono servite, dal punto di vista dei Cinque Stelle, le interlocuzioni che il Quirinale nel weekend ha avuto con palazzo Chigi sulla necessità di garantire il diritto all' informazione assicurato dall' emittente fondata da Marco Pannella. La Lega fa come gli pare. "Bisogna sempre stare pronti alle elezioni", ha detto ieri il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti. Di Maio non ha gradito, Paragone non si sa.

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