ICI, QUESTA SCONOSCIUTA - chi paga effettivamente in Italia la tassa municipale sugli edifici istituita nel ’92 dal governo Amato? NON SOLO VATICANO. ESENTI REGIONI E COMUNI, SINDACATI E PARTITI - per questo ora Bruxelles vuole vederci chiaro nell’universo dei fortunati esenti dall’Ici e capire meglio chi effettivamente svolge solo un’attività non commerciale e chi invece si nasconde dietro questo paravento per fare profitti...

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Roberto Sommella per \"MF - Milano Finanza\"

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Scoppia il caso esenzione Ici. È bastato che l\'Unione europea sollevasse nei giorni scorsi la possibile violazione della legge comunitaria sugli aiuti di Stato della normativa italiana in materia di imposta comunale sugli immobili, per riportare d\'attualità un nodo a tutt\'oggi inestricabile: chi paga effettivamente in Italia la tassa municipale sugli edifici istituita nel \'92 dal governo Amato?

È su questa complessa ricostruzione che sta lavorando al momento l\'esecutivo Berlusconi per rispondere entro una ventina di giorni agli uffici del commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia; a Bruxelles, come reso noto lo scorso 12 ottobre, vogliono capire meglio quali sono le attività di enti non profit, associazioni onlus ed enti religiosi che effettivamente danno diritto all\'esenzione.

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La questione non è di poco conto, se è vero che anche dalle parti della Santa Sede (che è stata indicata come la principale beneficiaria dell\'esenzione dell\'imposta) si rimanda a una lunga lista di soggetti «esenti» che nasconde molte sorprese. Nella circolare del 2009 del Dipartimento delle finanze, che sta appunto lavorando alla risposta da dare all\'Ue, viene stilato un elenco incredibile di enti «non commerciali» che già oggi non pagano l\'Ici per via della loro natura e per la particolare attività che svolgono.

Si scopre così che, oltre alla parrocchie e alle sedi religiose che offrono ospitalità e un letto a studenti e immigrati, tra gli enti pubblici non commerciali che possono essere esenti vi sono nell\'ordine: comuni, consorzi, comunità montane, province, regioni, associazioni e enti del demanio collettivo, camere di commercio, aziende sanitarie, enti pubblici non economici, istituti di ricerca, istituti di previdenza e università. Praticamente una giungla.

GIULIOGIULIO TREMONTI

Ma come evitare la tagliola del fisco che ha già visto dimezzare gli introiti dell\'imposta da 10 a 5 miliardi di euro, dopo l\'eliminazione dell\'Ici sulla prima casa? Nei suddetti enti occorre svolgere una delle seguenti otto attività in modo, «non esclusivamente commerciale»: assistenziale, previdenziale, sanitaria, didattica, ricettiva, culturale, ricreativa e sportiva. Ma non basta. Un\'altra scoperta arriva dall\'elenco degli enti «privati» non commerciali che possono non pagare l\'imposta.

Si tratta di «associazioni, fondazioni e comitati», nonché delle onlus, delle organizzazioni del volontariato, delle fondazioni liriche e delle associazioni sportive. Secondo una lettura estensiva delle norma l\'esenzione Ici potrebbe scattare in alcuni casi anche per le sedi dei partiti e dei sindacati. Anche per questo ora Bruxelles vuole vederci chiaro nell\'universo dei fortunati esenti dall\'Ici e capire meglio chi effettivamente svolge solo un\'attività non commerciale e chi invece si nasconde dietro questo paravento per fare profitti.

 

 

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