IL MONTI EURO-INCARTATO - LA MERKEL E GLI ALTRI LEADER DELL’EURO STUDIANO IL MODO MIGLIORE PER DARE UNA MANO AL PROF - MEGLIO “ENDORSARLO” O FINGERE UN LITIGIO? PER LA MERKEL E’ BUONA LA SECONDA - E COSI’ IL TEATRINO PRO-BOCCONIANO POTREBBE ANDARE IN SCENA GIA’ SUL BILANCIO EUROPEO, CON RIGOR MONTIS FINTO PALADINO DELL’ITALIA - ANCHE HOLLANDE NELLA “CRICCA” PRO EUROPROF?...

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Alberto D'Argenio per "la Repubblica"

«Anche questa volta dimostrerò che in Europa vengo considerato l'interlocutore più credibile ed efficace che l'Italia abbia a disposizione». I due giorni passati a Bruxelles e Berlino da Mario Monti non sono stati dedicati solo ai tecnicismi sul prossimo negoziato europeo, quello sul bilancio dell'Unione. Ad accompagnare il premier c'era anche la campagna elettorale italiana.

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Il Professore ha bisogno che gli altri leader del Continente gli riconfermino la patente di grande negoziatore che si è guadagnato nei tredici mesi trascorsi a Palazzo Chigi. Per questo è pronto a giocare il tutto per tutto in una partita che non può perdere. Fino ad arrivare ad imbracciare l'arma nucleare, quella del veto. Che - nel caso il summit del 7 e 8 febbraio si mettesse male - gli consentirebbe di tornare a Roma con i galloni di chi in Europa sa farsi rispettare, di quello che al contrario di Berlusconi è realmente in grado di difendere l'interesse nazionale.

Non è un caso che il presidente del consiglio abbia organizzato il suo minitour d'Europa proprio in questo momento. Prima ha parlato con i vertici dell'Ue, ieri con la Merkel e domenica con Hollande a Parigi. Si tratta di un'offensiva rivolta a Berlusconi ma anche a Bersani.

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Sul bilancio europeo 2014-2020, poi, ci sono in ballo un bel po' di soldi. Ogni leader quando si tratta di denaro vende cara la pelle per non tornare a casa con le pive nel sacco. Per Monti è ancora più importante a tre settimane dalle elezioni e a due dal viaggio di Giorgio Napolitano a Washington su invito del presidente Obama.

Oltretutto l'Italia gioca con l'handicap, deve fare i conti con la disastrosa posizione di partenza ereditata da Berlusconi che nel 2005 firmò un accordo tanto catastrofico da portare Roma ad essere la capitale con il peggior saldo tra quanto versa e quanto riceve dalle casse europee. Monti deve recuperare soldi per l'agricoltura e per i fondi di coesione per il Mezzogiorno.

MONTE PASCHI DI SIENA BY VINCINOMONTE PASCHI DI SIENA BY VINCINO

Così come vuole che il bilancio venga tutto orientato verso quelle spese che generano crescita e occupazione. Così se non ce la dovesse fare - circostanza possibile vista la difficoltà del negoziato - Monti è pronto al veto. Concetto che in questi due giorni il premier ha ribadito a Barroso, Van Rompuy e alla Cancelliera Angela Merkel. E domenica all'Eliseo ne parlerà anche con Hollande in un incontro studiato per rinsaldare l'asse che a giugno portò al trionfo sullo scudo antispread.

François Hollande baguetteFrançois Hollande baguette

Per farsi valere Monti è anche pronto a rimettere in discussione i vari sconti e rimborsi di cui godono molti paesi europei, non l'Italia, a partire dal celebre British rebate ottenuto negli anni Ottanta dalla Tatcher. Come ha detto ieri alla Merkel: «E' importante che il contributo dell'Italia sia equo e proporzionato, mentre noi paghiamo più degli altri in termini di benessere relativo. Il sistema dei rimborsi pagato da alcuni Paesi in favore di altri va reso più trasparente ed equilibrato».

VAn Rompuy Dal CorriereVAn Rompuy Dal Corriere

Intanto nei colloqui, anche telefonici, con gli altri leader si affina la strategia da spendere in campagna elettorale: a dicembre a margine del summit di Bruxelles Monti aveva ottenuto l'endorsement di tutti i leader Ue, socialisti e conservatori, del Nord e del Sud. Questa volta il premier chiederà loro qualcosa di diverso: non lodarlo, per l'effetto boomerang delle accuse di ingerenze in campagna elettorale, ma di far notare la sua tenacia sul palcoscenico internazionale.

manuel barrosomanuel barroso

Non a caso ieri Angela Merkel, memore anche dell'abbraccio mortale a Sarkozy, non ha lodato Monti, ma ha detto che con lui in passato ha avuto duri scontri. L'arma migliore per zittire chi ora, in piena campagna elettorale, sostiene che Monti soffra di servilismo verso le grandi cancellerie.

 

 

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