L’INFANTO D’ITALIA - IN OGNI MONARCHIA CHE SI RISPETTI, C’È IL PRINCIPE EREDITARIO. A NOI È TOCCATO GIULIO NAPOLITANO, CON IL REAL PIEDINO IN TUTTA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, DALL’UNIVERSITÀ ALLO SPORT, DAI MINISTERI AL COMUNE DI ROMA - LA SUA REPLICA: 'NON "SUSSURRO" NE' HO "MIEI" MINISTRI, LE MIE OPINIONI SULLA P.A. SONO PUBBLICHE'

Una pioggia di consulenze pubbliche, incarichi e poltrone per il figlio del Presidente della Repubblica, che scrive leggi, studia riforme, diventa giovane professore nell’università dove rettore è lo zio - I suoi protetti, Zoppini e Martone, non hanno brillato come sottosegretari, ma nulla oscura la stella di Giulio…

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Marco Travaglio per “il Fatto Quotidiano”

 

Come ogni monarchia che si rispetti, anche il nuovo Regno d’Italia ha la sua Real Casa con tutta la dinastia. Solo che la successione non spetta al primogenito di Sua Maestà, bensì a un/a suo/a favorito/a ancora in via di selezione (oltreché dei soliti Amato e Cassese, si parla financo della ministra Pinotti). Esclusi dall’eredità al Trono, i figli di Re Giorgio I-II sono comunque ben piazzati.

 

GIULIO E GIORGIO NAPOLITANO FOTO LA PRESSE GIULIO E GIORGIO NAPOLITANO FOTO LA PRESSE

Il primo, Giovanni, è in forza alla Direzione conflitto di interessi dell’autorità Antitrust, dando un tocco di surrealismo al tutto. Il secondo, Giulio, classe 1969, è il più attivo nel bel mondo (si fa per dire) romano fra salotti, atenei, palazzi del potere e spiaggia di Capalbio. È l’Infante d’Italia, omologo dell’Infanta di Spagna Elena María Isabel Dominica de Silos de Borbón y Grecia che tanti guai ha procurato al povero Juan Carlos, accelerandone l’abdicazione (istituto previsto dai cerimoniali della Corona spagnola, non di quella italiana).

 

GIULIO E GIORGIO NAPOLITANO FOTO LA PRESSE GIULIO E GIORGIO NAPOLITANO FOTO LA PRESSE

Nel 2003, a 34 anni, Giulio già beneficiava – per la sua leggendaria bravura, s’intende, mica per i lombi e il lignaggio - di due consulenze legali da 15mila euro dalla giunta romana di Veltroni (la Corte dei conti accertò poi che le sue prestazioni potevano essere tranquillamente svolte dal folto ufficio legale del Comune e condannò la malcapitata funzionaria che l’aveva reclutato a risarcire 10mila euro).

 

Intanto Giulio era già passato a migliori incarichi, tra consulenze pubbliche (Coni, Federcalcio, presidenza del Consiglio) e fondazioni private o quasi (VeDrò di Letta jr. e Arel del duo Amato&Bassanini). Sempre grazie ai meriti scientifici conquistati sul campo, partecipò alla stesura del decreto sulle Authority, che in ultima analisi fanno capo al Papà Re. Poi fu chiamato dal n.1 dell’Agcom, Corrado Calabrò, a presiedere l’Organo di vigilanza sull’accesso alla rete Telecom.

 

Senza trascurare la travolgente carriera universitaria, all’ombra del suo maestro Cassese (di cui ha curato il Dizionario di diritto pubblico), amico del Genitore Regnante (che nel 2013 tenterà di issarlo sul suo trono). Un’irresistibile ascesa, quella dell’Infante prodige, fin sulla cattedra di Istituzioni di diritto pubblico all’università Roma Tre. Lì, per puro caso, ha regnato per 4 mandati (15 anni) il magnifico rettore Guido Fabiani, marito della sorella di donna Clio, cognato di Giorgio e zio di Giulio.

Michel Martone Michel Martone

 

E lì, sempre in ossequio alla meritocrazia, insegnano il Divo Giulio e la cugina Anna Fabiani, figlia del rettore, mentre il di lei marito Alberto Tenderini, non potendo proprio insegnare, cura le iniziative sportive dell’ateneo. Quando l’anno scorso l'amico Letta Nipote va al governo, due fedelissimi dell’Infante diventano finalmente sottosegretari.

 

Alla Giustizia l’inseparabile Andrea Zoppini, avvocato, autore di libri a quattro mani con Giulio e ordinario di Diritto privato a Roma Tre, ça va sans dire (presto costretto a dimettersi da un’indagine per frode fiscale, poi archiviata). Al Lavoro l’indimenticabile Michel Martone, che si segnala per gaffe memorabili prima d'inabissarsi nel nulla.

 

Michel Martone e Giampaolo Toriello Michel Martone e Giampaolo Toriello

Ma ci vuol altro per oscurare la stella di Giulio, che séguita a collezionare poltrone: riformato il diritto sportivo per il Coni di Malagò, è commissario ad acta alla Figc di Abete. Sulle prime Renzi pare infastidito dall’ubiquo Infante, ma poi – in piena “emulsione” con S.A.R. – si arrende.

 

Il Colle storce il naso per il decreto Franceschini sulla Cultura? Ecco sbucare al suo fianco il consigliere Lorenzo Casini, altro gemello siamese di Giulio, con cui firmò l’imprescindibile “Prospettive della globalizzazione. Come uscire dalla crisi”. La Madia tribola a partorire il decreto PA, respinto con perdite dal Quirinale? Chi meglio del rampollo, che le fu pure fidanzato, per lubrificare l’ingranaggio?

 

Lui nega tutto: quello avvistato qua e là dev’essere un fantasma, o un sosia. La Napoli del dopoguerra ironizzava sulla somiglianza fra Umberto di Savoia e Giorgio Napolitano, il “figlio del Re”. Ora che questi s’è incoronato da solo come Carlo Magno, Giulio è figlio di un re e nipote di quell’altro. Viva l’Italia, viva la Repubblica.

Michel Martone Michel Martone

 

REPLICA DI GIULIO NAPOLITANO:

 

Pubblicato sabato scorso da Il Fatto Quotidiano in “Diritto di replica” nello stesso numero nel quale è comparso il pezzo di Marco Travaglio  

 

Gentile Direttore, non è mia abitudine replicare al gossip (nemmeno se “giurato”, purtroppo falsamente, come quello di cui riferite a pagina 7 del numero del 19 giugno), ma ci tengo a smentire quanto congetturato nell’articolo a pagina 4 del numero del 20 giugno e intitolato “L’altro Napolitano, il Giulio che sussurra ai suoi ministri”. Capisco (e apprezzo da appassionato di cinema) il gioco del titolista con il riferimento al film “L’uomo che sussurrava ai cavalli”.

 

Ma, ovviamente, non ho “miei” ministri. E, soprattutto, non “sussurro”, né “consiglio”. Non sono un esperto di beni culturali e quindi non ho nulla da suggerire in proposito, né direttamente al Ministro competente, né per interposta persona del suo staff. Quanto alla recente riforma della pubblica amministrazione, non ho mai visto o discusso con nessuno né i propositi, né le bozze del provvedimento. E non ho nemmeno partecipato ai relativi seminari organizzati in Astrid da Franco Bassanini.

 

Le mie opinioni sulla pubblica amministrazione e sui suoi disegni di riforma, ammesso che siano rilevanti, non sono oggetto di presunti sussurri, ma sono pubbliche: le ho espresse a lezione in università, in un corso molto frequentato dagli studenti e appena terminato, e nel manuale di diritto amministrativo che ho avuto il piacere di donarle. Ringraziandola per l'attenzione e per l’ospitalità, le invio i più cordiali saluti.

 

Giulio Napolitano

 

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