AL JAZEERA SVELA NUOVI DOSSIER DI WIKILEAKS ED E’ SUBITO MATTATOIO DI STRAGI E TORTURE - DALL’INIZIO DEL CONFLITTO IN IRAQ NEL 2003 FINO AL 2009 SONO MORTE PIÙ DI 109.000 PERSONE DI CUI OLTRE LA METÀ, 66.000, ERANO CIVILI. DI QUESTI ULTIMI BEN 15MILA HANNO PERSO LA VITA IN INCIDENTI DI CUI FINORA NON SI SAPEVA NULLA E CHE NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI SONO ASCRIVIBILI AI MILITARI IRACHENI. WASHINGTON AVEVA SEMPRE NEGATO DI DISPORRE DI UNA CONTABILITÀ DELLE VITTIME IN IRAQ. E TRA I DOCUMENTI SPUNTA LA RICOSTRUZIONE DELLA MORTE DELLO 007 ITALIANO NICOLA CALIPARI -

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1- MATTATOIO DI STRAGI E TORTURE
La Stampa.it

La bomba di Wikileaks è esplosa sull\'Iraq, con la pubblicazione di 400mila documenti secretati da cui emergono torture sistematiche praticate dalle truppe di Baghdad, migliaia di casi di vittime civili, gli aiuti forniti dall\'Iran alle milizie sciite. Dai file apparsi subito dopo sul sito di Julian Assange, si apprende che dall\'inizio del conflitto in Iraq nel 2003 fino al 2009 sono morte più di 109.000 persone di cui oltre la metà, 66.000, erano civili. Di questi ultimi ben 15mila hanno perso la vita in incidenti di cui finora non si sapeva nulla e che nella maggior parte dei casi sono ascrivibili ai militari iracheni, ha riferito il gruppo londinese Iraq Body Count. Washington aveva sempre negato di disporre di una contabilità delle vittime in Iraq.

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Le reazioni della Casa Bianca
Nel racconto dell\'orrore quotidiano della guerra emergono storie imbarazzanti per gli Usa che potrebbero avere effetti imprevedibili sulle elezioni di Mid-Term del 2 novembre. Anzitutto la copertura delle torture praticate dai militari iracheni, ma anche tantissime le uccisioni di civili ai posti di blocco americani, 681 tra cui donne incinte e bambini. Dai file emergono le scomode verità sull\'Iran. In particolare per quanto riguarda il tipo di supporto fornito alle milizie sciite, ma anche ad altri gruppi ribelli. Il ruolo dell\'Iran porta direttamente al coinvolgimento delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche.

Il Pentagono sotto assedio
A finire sul banco degli imputati il segretario americano alla Difesa, Robert Gates, che ha dichiarato che i circa 70 mila documenti riservati sull\'Afghanistan, non contengono informazioni importanti anche se possono danneggiare gli afghani che aiutano gli Stati Uniti.

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Le ombre su Baghdad
Nel tritacarne c\'è pure Al Maliki. I responsabili principali delle stragi, secondo quanto emerge dalla documentazione, sono i soldati iracheni, su cui cade il fardello delle reiterate violenze compiute nei confronti di prigionieri in loro custodia. Almeno sei detenuti, se non di più, sono morti mentre erano in stato di detenzione per le percosse ricevute: i prigionieri venivano costantemente frustati, percossi e maltrattati.

Almeno in un caso gli americani hanno avuto il sospetto che a un detenuto iracheno fossero state amputate le dita e disciolte nell\'acido. I documenti di Wikileaks - afferma Al Jazira - «rivelano che gli Stati Uniti erano al corrente del ricorso alla tortura autorizzato dallo Stato (iracheno)». Su alcuni episodi, afferma il New York Times, sono state svolte indagini da parte americana, ma nella maggior parte dei casi le segnalazioni dei soldati sono state ignorate.

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La condanna della Clinton
La fuga di notizie è stata condannata dal Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, secondo cui c\'è il rischio di mettere in pericolo «la vita dei soldati e dei civili americani e dei loro alleati». Accusa respinta da Assange, secondo cui nei rapporti non c\'è «nessuna informazione che possa rivelarsi pericolosa per nessuno». Da parte sua, il governo iracheno ha fatto sapere che i documenti non contengono «nessuna sorpresa».

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2- AL JAZEERA SVELA NUOVI DOSSIER DI WIKILEAKS: \"IN IRAQ CI SONO STATE STRAGI DI CIVILI AI POSTI DI BLOCCO SORVEGLIATI DAI SOLDATI USA\". E TRA I DOCUMENTI SPUNTA LA RICOSTRUZIONE DELLA MORTE DELLO 007 ITALIANO NICOLA CALIPARI
Francesca Caferri per La Repubblica

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Fu una telefonata dell´uomo di al Qaeda responsabile della maggior parte dei rapimenti in Iraq, a indirizzare sulla macchina che portava Giuliana Sgrena e Nicola Calipari all´aeroporto di Bagdad il fuoco dei soldati americani e a provocare la morte di Nicola Calipari. È questa la rivelazione più scottante e dolorosa che riguarda l´Italia che si trova nei documenti di WikiLeaks anticipati ieri sera da Al Jazeera.

I file messi in onda - e in rete - dalla tv del Qatar raccontano l´interrogatorio - apparentemente da parte dei servizi segreti giordani - di un certo Sheik Husain, definito «ex leader della cellula di Bagdad di Al Qaeda, responsabile della maggior parte dei rapimenti di stranieri in Iraq». L´uomo, dopo il suo arresto, avrebbe rivelato ai servizi segreti giordani che per la liberazione della giornalista italiana sarebbe stato pagato un riscatto di 500mila dollari.

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E che lui stesso, una volta incassato il denaro, avrebbe chiamato il ministero dell´Interno iracheno e fornito una dritta (tip nel testo). Nella macchina che andava verso l´aeroporto c´era dell´esplosivo pronto ad esplodere: per questo i soldati americani l´avrebbero fatta saltare in aria. Nella ricostruzione c´è però un particolare che non torna: la macchina nei files viene definita una \"bleu chevy celebrity\", una vecchia Chevrolet blu: ma l´auto su cui viaggiavano la Sgrena e Nicola Calipari era una Corolla Bianca.

Il particolare dovrà ora essere chiarito, ma la ricostruzione che emerge dai documenti americani getta comunque una luce nuova sulla morte dell´agente dei servizi segreti italiani. Il documento sottolinea che le informazioni sono state confermate da «fonti indipendenti», ma l´affidabilità non è stata verificata.

Ma le versioni su quanto accaduto sono sempre state differenti fra Italia e Usa. Secondo quanto riferito alla procura di Roma che ha messo sotto inchiesta il mitragliere americano Mario Lozano dalla giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, l´auto sulla quale viaggiava con Calipari guidata dal maggiore dei carabinieri Andrea Carpani non sarebbe stata avvertita del posto di blocco.

Dopo una curva, la Toyota Corolla è stata investita da un fascio di luce che li ha accecati. Subito dopo la vettura è stata centrata da centinaia di proiettili. La sparatoria, secondo l´autista, è durata circa 15 secondi. Giuliana Sgrena aveva assicurato che non c´era alcun posto di blocco e che i soldati Usa non avevano fatto segnali per intimare l´alt.

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Diversa la versione degli americana diffusa ufficialmente il primo maggio del 2005. Stando alla versione dell´esercito Usa, l´auto sulla quale si trovavano i tre italiani viaggiava ai cento chilometri all´ora con i fario spenti. Quando i soldati del ceck-point 541 l´hanno intercettata, avrebbero seguito la procedura delle 4 S che prevede alcune procedure per intimare l´alt.

Alcuni proiettili sparati per avvertimento, tuttavia, sarebbero rimbalzati accidentalmente da terra contro la vettura, colpendo alla testa Calipari che nel frattempo s´era buttato sulla Sgrena per proteggerla. Stando alla versione delle autorità americane, la miorte di Calipari sulla Route Irish sarebbe stato soltanto un «tragico incidente».

L´8 maggio 2007, tuttavia, il Tg5 trasmette in esclusiva un video con alcune immagini immediatamente successive alla sparatoria, un video girato dallo stesso mitragliere Usa che ha aperto il fuoco con il suo telefonino. Quelle immagini avrebbe contraddetto la versione ufficiale statunitense: la Toyota aveva le luci accese. La ricostruzione usa fino a quel momento invece aveva riferito che la macchina viaggiava senza illuminazione come avviene in genere

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3- L\'ULTIMA SFIDA DEL SITO WIKILEAKS
Francesco Semprini per La Stampa

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E\' stato definito il più imponente dossier di documenti militari riservati che sia mai stato pubblicato e riguarda argomenti scottanti della guerra in Iraq. Tra questi un report del governo americano secondo cui dall\'inizio del conflitto in Iraq, e sino alla fine del 2009 sono morte oltre 109.000 persone, di cui 66.081 civili. Lo rivelano i documenti segreti di Wikileaks, pubblicati dal sito del britannico Guardian ripreso da altri media internazionali.

I dossier, quasi 400 mila rapporti raccolti tra gli ambienti militari americani, sembrano esser stati passati a Wikileaks dallo stesso analista dell\'intelligence militare Bradley Manning che avrebbe già dato al sito «tutto segreti» di Julian Assange una buona fetta di 90 mila documenti sulla guerra in Afghanistan. Ad aver ricevuto quei documenti sono stati l\'emittente televisiva panaraba Al Jazeera e altri media tra cui il Guardian che ha pubblicato online un primo resoconto delle rivelazioni. Tra i 109.000 morti, oltre i 66.081 civili, ci sono 23.984 persone classificate come «nemici», 15.196 membri delle forze di sicurezze irachene e 3.771 tra soldati Usa e delle forze alleate.

JulianJulian Assange Fondatore di Wikileaks nicolanicola calipari

Altre rivelazioni riguardano «numerosi casi di tortura praticati da poliziotti e soldati iracheni nei confronti di prigionieri iracheni», mentre gli Usa «erano al corrente del ricorso alla tortura autorizzato dallo Stato (iracheno), ma hanno ordinato alle loro truppe di non intervenire». Inoltre, ha aggiunto Al Jazeera, «centinaia di civili sono stati uccisi durante il conflitto ai checkpoints dell\'esercito americano». I dossier di Wikileaks sull\'Iraq sono usciti sulla rete Internet perché l\'emittente qatariota ha rotto l\'embargo, secondo quanto detto dagli stessi gestori di Wikileaks su Twitter. I documenti erano stati passati a un gruppo di media internazionali in vista di una conferenza stampa del sito di intelligence prevista per oggi a Londra. I documenti, quasi 400.000 rapporti sul campo dell\'Esercito americano, sono quanto resta della prima «tranche» di 90 mila documenti pubblicati dal sito a fine luglio. Al Jazeera ha avuto accesso ai documenti per le ultime dieci settimane.

Tra i media che hanno avuto acceso ai dossier c\'é il britannico Guardian che ha pubblicato online un primo resoconto delle rivelazioni.Ancora una volta la fuga di informazioni passata per il portale di Wikileaks ha creato polemiche. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha condannato «nel modo più chiaro» la decisione del sito di pubblicare una serie di documenti segreti sulla guerra in Iraq.

lala home page di wikileaks

La Clinton ha detto di «opporsi alla pubblicazione di qualsiasi documento che possa mettere a repentaglio la nostra sicurezza e quella di coloro che lavorano insieme a noi». Il segretario di Stato nella mattinata di ieri aveva detto di non voler entrare nel dettaglio dei documenti che il sito Wikileaks intende pubblicare nelle prossime ore. «Ho la ferma convinzione che si debba condannare nel modo più chiaro la diffusione di tutte le informazioni, da parte di individui o di organizzazioni, che possano mettere a rischio la vita dei soldati e dei civili degli Stati Uniti e dei loro alleati», ha detto la Clinton durante una conferenza stampa col collega pachistano Shah Mehmood Qureshi.

 

 

 

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