“LA FIDUCIA? AL MOMENTO È TUTTO FERMO” – IL MOVIMENTO 5 STELLE SI IMPUNTA SUL SUPERBONUS: SENZA UN ACCORDO E UNA NORMA CHE SOLLEVI DALLE RESPONSABILITÀ L’ULTIMO TITOLARE DEL CREDITO, I GRILLINI MINACCIANO DI NON VOTARE IL DL AIUTI – IL PD PROVA A MEDIARE, LA LEGA SPINGE PER LA FIDUCIA AL DECRETO: “SAREBBE UN PRECEDENTE GRAVE, CON NOI CERTE ATTENZIONI NON CI SONO MAI STATE, SI APRIREBBE UN PROBLEMA POLITICO” – DOMANI L’INCONTRO DRAGHI-CONTE: SI CHIARIRANNO O SI APRIRÀ UNA CRISI DI GOVERNO?

-

Condividi questo articolo


SUPERBONUS 110 SUPERBONUS 110

1 - M5S A VERTICE MAGGIORANZA, ACCORDO SU 110% O NIENTE FIDUCIA

(ANSA) - I 5 stelle, secondo quanto riferito di alcuni partecipanti, durante la riunione di maggioranza in corso alla Camera hanno anche ipotizzato di non votare la fiducia al dl aiuti finchè non ci sarà l'accordo sulla questione del superbonus 110%. Gli altri partiti, a partire dal Pd, strebbero provando a mediare per trovare una soluzione.

 

2 - DL AIUTI, BRACCIO DI FERRO SU FIDUCIA: M5S PUNTA PIEDI SU SUPERBONUS

Da www.adnkronos.com

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

E' braccio di ferro sulla fiducia al dl aiuti. Oggi c'è stata una riunione dei capigruppo di Montecitorio dove si sono registrate posizioni distanti tra le varie forze politiche. Tanto da indurre il governo ad aggiornare la riunione alle 15, per decidere se porre o meno la questione di fiducia sul provvedimento con 23 miliardi di aiuti per famiglie e imprese.

 

Il vertice è stato poi riaggiornato ulteriormente. La riunione è stata sospesa e, a quanto si riferisce, sarebbero due i nodi sul tavolo: il Superbonus e il price cap. Su entrambi i punti si cerca una soluzione che al momento non è ancora stata individuata. "La fiducia? Al momento è tutto fermo", spiega un partecipante alla riunione.

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

 

Il M5S, riportavano stamane alcune fonti, avrebbe infatti puntato i piedi per evitare la fiducia, chiedendo con forza una norma sul superbonus che sollevi dalle responsabilità l'ultimo titolare del credito, con l'obiettivo di oliare un meccanismo che sembra essersi inceppato. Pd e Leu chiedono che, in caso di mancata fiducia, il governo dia garanzie su alcuni temi sensibili contenuti nel decreto.

 

La Lega spinge per la fiducia, "sarebbe un precedente grave non porla, perché con noi certe attenzioni non ci sono mai state, quindi si aprirebbe un problema politico", il ragionamento consegnato al ministro con i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, chiamato a gestire una partita difficile, tanto più indossando la 'casacca' del M5S.

 

report intervista giuseppe conte sul superbonus report intervista giuseppe conte sul superbonus

Ma c'è chi, nei Palazzi romani, è pronto a scommettere che la Lega sarebbe disposta a chiudere un occhio sulla fiducia al dl aiuti pur di veder slittare il testo sullo ius scholae, un rinvio che sarebbe tuttavia irricevibile per i dem e Leu. Una situazione complessa e sintomatica del travaglio che sta vivendo il governo, alle prese con le fibrillazioni delle forze di maggioranza. Tanto più alla vigilia dell'incontro chiarificatore tra il premier Mario Draghi e il leader M5S Giuseppe Conte.

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

 

La questione è ancora da dirimere, ma per ora, a Palazzo Chigi, sarebbero orientati a venire incontro alla richiesta del M5S, nonostante la contrarietà delle altre forze politich e. L'auspicio, nel governo, è che la discussione sia rapida, "ovviamente garantendo che il testo venga approvato nei tempi", la deadline è il 16 luglio, "anche perché c'è tanta gente che attende le risorse stanziate dal decreto". Gli altri gruppi, però, sono pronti a dare battaglia, in particolare Lega, Fi e Ipf, i neo gruppi capitanati da Luigi Di Maio.

 

SUPERBONUS 110 SUPERBONUS 110

Nella maggioranza si aprono crepe e volano stracci per la scelta del governo di non mettere quindi per ora la fiducia al dl, decreto che, tra le altre cose, contiene la norma sull'inceneritore a Roma. L'importante per il governo, che tende così la mano al M5S, è che l'approvazione sia rapida -la deadline è il 16 luglio per il disco verde di Montecitorio- perché famiglie e imprese, viene rimarcato, attendono le risorse contenute nel dl, ben 23 miliardi di euro.

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

 

Un'apertura, quella concessa al M5S, che viene vista con fumo negli occhi da gran parte della maggioranza, tanto da indurre in molti a chiamare Palazzo Chigi per invertire la rotta, riportano diverse fonti all'Adnkronos. Anche perché, viene spiegato, solo Fdi e M5S avevano emendamenti pronti per l'Aula alla scadenza -fissate alle 12 di ieri-, il resto delle forze politiche erano sprovviste di proposte di modifica avendo data per scontata la fiducia.

 

E così ora il rischio è che i 5 Stelle vedano passare l'emendamento finalizzato a 'oliare' gli ingranaggi del superbonus, mentre le altre forze di maggioranza si ritroverebbero a bocca asciutta. Da qui il pressing su Palazzo Chigi, anche perché, accusano all'unisono gli 'scontenti', si aprirebbe un caso senza precedenti. "A noi certi favoritismi non sono mai stati concessi, quindi si creerebbe una questione politica gravissima", sentenziano dalla Lega. Dove è in primis il segretario Matteo Salvini a voler battagliare sulla questione. Chi segue il dossier da vicino prevede colpi di scena nel pomeriggio.

SUPERBONUS FRODI SUPERBONUS FRODI SUPERBONUS RECORD DI TRUFFE SUPERBONUS RECORD DI TRUFFE

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…