1. ALLA LEOPOLDA, RENZI FURIOSO E BOSCHI MUTA DAVANTI AL FANTASMA DI SAVIANO, CHE HA CHIESTO LE SUE DIMISSIONI PER IL CONFLITTO D’INTERESSI NEL CRAC DI BANCA ETRURIA
2. NEL PATETICO “QUESTION TIME” CON LE DOMANDE DAL PUBBLICO, IN REALTÀ TUTTE CONCORDATE CON PERSONE AMICHE, NESSUN RIFERIMENTO AL DISASTRO DEI QUATTRO ISTITUTI
3. LA BOSCHI ERA RIUSCITA A NON FARE GAFFE O PASSI FALSI. ORA È DIVENTATA LA PROTAGONISTA IN NEGATIVO DI UNA LEOPOLDA DI PROPAGANDA E DI GOVERNO, SENZA LOTTA
4. MA IL PARTITO, E I GIORNALONI, CONTINUANO A ESSERE ALLINEATI AL DIKTAT RENZIANO. DE BORTOLI: “I TITOLI DEI GIORNALI LI FACCIA DIRETTAMENTE LUI, COSÌ FACCIAMO PRIMA”

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1. RENZI FURIOSO PER L' AFFONDO DI SAVIANO SULLA BOSCHI: TEME UNA NUOVA TEMPESTA

Fabio Martini per “La Stampa

 

tweet di de bortoli contro renzi tweet di de bortoli contro renzi

Matteo Renzi sta vivendo la «ferita» all' immagine di Maria Elena Boschi come il possibile preannuncio di una tempesta. Ecco perché, dopo 24 ore di silenzio, irrituale per personaggi loquaci come lui e come la Boschi, alla Leopolda si era creata una certa suspense.

 

Maria Elena alla fine parla o non parla? E Renzi? Farà finta di nulla? Finalmente a fine pomeriggio, a freddo i «presentatori» hanno annunciato: «Bentornata a casa, Maria Elena Boschi!». Dai cinquemila della platea si è alzato un bell' applauso. Un battimani caldo.

 

boschi leopolda boschi leopolda

E finalmente la Boschi ha parlato: «Mi scuso per il ritardo anche perché ho letto in queste ore un sacco di ricostruzioni molto fantasiose e alcune divertenti sul perché non fossi qui. Ero semplicemente a fare il mio lavoro sulla legge di stabilità». E ancora: «Tornare alla Leopolda è come tornare a casa. Vi voglio bene e oggi ancora di più».

 

Tutto qui, non una parola sulla vicenda di famiglia. In platea i più malevoli sussurrano: omissiva, il «minimo sindacale». D' altra parte chi ha parlato in queste ore con Maria Elena Boschi racconta di una donna scossa, per la prima volta ferita. Non era mai entrata nell' occhio del ciclone, Maria Elena Boschi: fino ad oggi un' immagine politicamente immacolata, per la capacità, altamente professionale, di non incorrere neanche in mezza gaffe.

 

maria elena boschi versione banksy maria elena boschi versione banksy

Il problema è che pure Matteo Renzi è preoccupato, molto preoccupato. Dopo aver invaso due sere fa il palco con interventi a getto continuo, per tutta la giornata di ieri, curiosamente Renzi è restato dietro le quinte e ci è restato anche durante il difficile intervento della Boschi.

 

Lo raccontano infuriato. Privatamente si dice «indignato» per come quasi tutti i giornali di informazione hanno trattato il caso-Boschi, nel tentativo - ritiene il premier - di «oscurare la Leopolda». Una vicenda che per Renzi, presenta due insidie molto serie. Il coinvolgimento della famiglia Boschi rischia di colpire la credibilità etica del team di comando del governo, bene prezioso per chi vi ha costruito una carriera.

 

renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei

Ma la vicenda inquieta Renzi, anche perché a promuovere il «j' accuse» («il ministro si deve dimettere per conflitto di interessi») è stato Roberto Saviano, uno dei pochi personaggi ancora dotati di carisma sulla scena pubblica. Un personaggio che può catalizzare, non necessariamente con un ingresso in politica, gli umori anti-Renzi e che ieri ha rilanciato le sue accuse al Pd e alla Leopolda, tacciata in caso di indifferenza, come una «riunione di vecchi arnesi affamati».

 

renzi vincino boschi renzi vincino boschi

La Boschi protagonista, ma in «negativo» è la nemesi di una Leopolda senza «anima». Una Leopolda di governo che fatica a comunicare qualcosa. A dispetto di una regia sapiente, gli interventi degli ospiti si sono succeduti, quasi sempre, ripetendo la stessa litania: ottimismo della volontà e della ragione, auto-promozione dei risultati obiettivamente raggiunti dal governo.

 

Con la «trovata», voluta da Renzi, di indicare le peggiori prime pagine (quasi tutte del «Fatto quotidiano») dell' ultimo anno. Una trovata alla Grillo. Il tutto segnato da un' altra «invenzione», quella del question time con i ministri del Pd (Boschi, Delrio, Franceschini, Gentiloni, Madia, Pinotti, Giannini), che si è rivelata una simpatica finzione.

RENZI LEOPOLDA 6 RENZI LEOPOLDA 6

 

Gli intervistatori del «pubblico», uscendo dal retropalco in fila indiana assieme al ministro, si producevano in domande quasi sempre telecomandate. Una finzione svelata, con sincerità, proprio da Maria Elena Boschi che si è rivolta verso i suoi intervistatori casuali: «Non faccio finta di non conoscervi». Ad una di loro che si presentava: «Sono Virginia», la Boschi ha replicato: «Strano, non l' avrei mai creduto!».

 

 

2. TRA SILENZI E "DOMANDE CLEMENTI" LA MINISTRA-LEADER SI SCOPRE FRAGILE

RENZI LEOPOLDA RENZI LEOPOLDA

Jacopo Iacoboni per “La Stampa

 

Nel 2010-2011 era un giovane avvocato, semisconosciuta e timida, o finto-timida; venne presto l' abito ciclamino e il tavolo diviso con Renzi. Nel 2013 già solcava le navate della vecchia stazione diventata simbolo del renzismo sfoderando scarpe col tacco leopardate, in segno di sfida al Pierluigi Bersani dello slogan «lo smacchiamo lo smacchiamo», e lo diceva lei stessa, «venga, venga qui, sa perché ho messo queste scarpe?».

RENZI LEOPOLDA RENZI LEOPOLDA

 

Nel 2014, con Renzi al governo, faticava a muoversi dal backstage alla zona riservata ai tavoli, dove coordinò quello sulla riforma costituzionale: nonostante una sparata di Davide Serra (quello che «aboliamo il diritto di sciopero»), arrivò lei e riuscì comunque a batterlo nella ressa di fan renziani e telecamere.

 

 Quest' anno no. Il vero cambio di scena non è stato tra la Leopolda delle origini e quella del governo, è stato quello dalla Boschi prima timida poi sbarazzina, a una Boschi quasi forlaniana; è entrata da dietro, senza minimamente affacciarsi nella zona del pubblico, e meno che mai dei giornalisti, per evitare che le facessero l' unica domanda incombente: ministro, cosa dice a Roberto Saviano che chiede le sue dimissioni per il conflitto d' interessi con suo padre, per anni nel cda di Banca Etruria, e per otto mesi vicepresidente? Niente, zero, silenzio.

saviano renzi 4 saviano renzi 4

 

Ha parlato per ventidue minuti senza dir nulla su questo, il che produceva un effetto lunare, e come uno spaesamento; l' idea di un potere che non risponde.

 

DIFFICOLTÀ PSICOLOGICA

saviano renzi 1 saviano renzi 1

Qualche dettaglio di questa metamorfosi tradiva però un eccesso, quindi una difficoltà psicologica. Accolta da un grande applauso, il più caloroso assieme a quello riservato a Renzi, la ministra si è sottoposta a un «question time» - l'«idea» di questa edizione - con tre domande preparate, innocue, ma è suonata irridente, «grazie della clemenza», ha addirittura detto alla fine.

 

Oppure, mentre introduceva delle clip preparate per spiegare la legge elettorale, o la riforma del Senato, scherzava «ci dite sempre che facciamo propaganda, beh, allora: propaganda!»: e partiva il video. Lo sketch s' è ripetuto tre volte. E' sembrato un di più, sintomo remoto del fatto che tra venerdì e ieri ha accusato la botta. Una settimana fa The Politico l' aveva inserita tra le quattro donne europee che più stanno cambiando il loro paese, una delle ventotto personalità emergenti.

 

ivan scalfarotto ivan scalfarotto

Eppure ieri alla Leopolda il fantasma di Saviano era così presente che Boschi ha dovuto riflettere a lungo sul da farsi, come presentarsi, quando (alla fine è giunta alle cinque, in abito nero e ecrù che lasciava scoperte le ginocchia, e quasi rassicurandosi nell' aggressività degli stivaloni neri). E prima aveva scelto di passare la giornata a Roma. «Finalmente sono qui», ha esordito con filo di fiatone. «Ho letto ricostruzioni fantasiose sulla mia assenza, semplicemente ero a Roma, a lavorare». Strano effetto la giaguara trasformata in un gatto.

 

MOMENTI COMICI

matteo renzi e agnese landini e nardella all'inaugurazione di pitti matteo renzi e agnese landini e nardella all'inaugurazione di pitti

«Le dimissioni di Maria Elena sono una roba che non capirebbe neanche un marziano, una cosa fuori dal mondo», diceva Dario Nardella, il sindaco di Firenze. I renziani per la battaglia erano schierati alla contraerea a Saviano, «sciacallaggio», è stata l' espressione usata da Ivan Scalfarotto, dopo momenti comici in cui una tipa l' ha fermato e gli ha chiesto «ma tu cosa ci fai qui?» - l' aveva scambiato per Roberto Speranza, e sperato in una miracoloso riallineamento Bersani-Renzi.

 

Oppure, «per un bravo scrittore perdere la creatività è terribile, Saviano riponga il mattarello» (Andrea Romano). O ancora, reazione sincera, di Silvia Fregolent, renziana torinese della prima ora, «ci siamo rimasti tutti malissimo, un pugno in faccia. Certo, potevamo fare meglio e prima sulle banche, ma noi siamo puliti, fino a poco fa c' era gente che faceva gli impicci, non noi»...

RENZI, BOSCHI, RENZI, BOSCHI,

 

Minimizzazione assoluta dalla Serracchiani, «sono d' accordo con Bersani, dispiace questa uscita di Saviano». Anna Ascani, deputata umbra molto lanciata dal mondo renziano, appoggiata al muro mentre parlava la Boschi, leggeva il post su Facebook di Saviano; rivolta a Federico Sarica, il giovane direttore di Rivista Studio, ha scosso la testa con una smorfia della bocca: «Questo è proprio cattivo».

MARIA ELENA BOSCHI MARIA ELENA BOSCHI

 

 

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