LIBERAZIONE MA NON DALLA SCEMENZA – AL CORTEO DEL 25 APRILE DI MILANO LA BRIGATA EBRAICA È STATA COPERTA DI INSULTI – A CONTESTARLA ESPONENTI DELL’ESTREMA SINISTRA AL GRIDO DI “ASSASSINI”

La contestazione ai duecento ebrei che sfilavano tranquilli, senza bandiere di Israele, ma solo con lo striscione della Brigata e le stelle di Davide. Furono cinquemila gli ebrei che parteciparono ad alcune operazioni-chiave della Liberazione, inquadrati nell’esercito britannico…

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Alberto Giannoni per “Il Giornale

 

«Come è andata in piazza San Babila?» ha chiesto il sindaco Giuliano Pisapia uscendo da Palazzo Marino. È andata male come al solito: gli ebrei e gli ex deportati nei campi di sterminio sono stati contestati violentemente dalle frange della sinistra. Ed è andata peggio che negli altri anni, perché i contestatori aumentano, per numero e per rabbia. Il sindaco di Milano si è unito solo nell'ultimo tratto al corteo che ha attraversato la città per celebrare i 70 anni della Liberazione. E sapeva qual era il nervo scoperto delle manifestazioni: piazza San Babila, dove da anni gli antagonisti si danno appuntamento per un triste spettacolo di intolleranza ideologica.

BRIGATA EBRAICA BRIGATA EBRAICA

 

Così un giorno che nelle parole di tutti dovrebbe unire, diventa il pretesto per dividere, aggredire, escludere. Nel mirino degli irriducibili, a Milano sono finiti tutti, ma con particolare veemenza è toccata alle circa duecento persone che hanno sfilato dietro le insegne della Brigata Ebraica. «Assassini!», questo l'insulto più gettonato lanciato verso le bandiere con la Stella di David, portate in piazza per rievocare una pagina importante della Resistenza: i 5mila ebrei che parteciparono ad alcune operazioni chiave inquadrati nell'esercito britannico. Una «brigata di eroi», li ha definiti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

Ieri in piazza a Milano non c'erano, per scelta dei partecipanti, le bandiere di Israele, ma dietro le insegne dei partigiani ebrei sfilavano decine di esponenti della comunità ebraica. Al loro fianco i militanti di Forza Italia e i Radicali. Ma la novità di questo settantesimo era il massiccio schieramento degli uomini Pd. «Traditori» e altri insulti del genere sono stati indirizzati a loro e al premier, Matteo Renzi. Spintoni, tensione alle stelle. E solo la bravura degli agenti schierati in piazza ha evitato un contatto fisico potenzialmente pericoloso.

 

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«Ci hanno protetto di fronte a quel gruppo di sedicenti pro palestinesi - ha commentato il portavoce della Brigata Ebraica, Davide Romano - in realtà professionisti dell'odio e del negazionismo». «Contestare la presenza degli ebrei o della Brigata Ebraica è davvero senza senso» ha commentato il presidente dell'Ucei Renzo Gattegna. Peccato per il presidente dell'Anpi Carlo Smuraglia, che in piazza Duomo stava parlando di una «meravigliosa giornata di festa». Intanto davanti ai suoi occhi i «resistenti e sovversivi» srotolavano sopra il palco uno striscione contro tutto e tutti (Expo, Tav, Lega e Jobs Act).

 

Un'azione che fa temere per gli eventi dei prossimi giorni. «Tristezza, violenza e tanta retorica - ha commentato il leader leghista Matteo Salvini - i fischi alla brigata ebraica, che mi sembrano da deficienti, alcuni deliri come quello di Ferrero che ha detto che sono nazista, alcuni striscioni di pessimo gusto sulla Lega fascista». Il grillino Andrea Colletti invece ha rilanciato l'intervista in cui Oscar Farinetti ricordava il padre partigiano auspicando una nuova liberazione e aggiungendo «Ma Renzi da solo non basta». «Se fosse ancora vivo mio zio partigiano li prenderebbe a fucilate questi sciacalli» ha commentato.

BRIGATA EBRAICA BRIGATA EBRAICA

 

Rispetto a un delirio del genere, perfino il collega 5 Stelle Maurizio Santangelo ha portato una ventata di buon senso: «Mi chiedo, oggi a 70 anni di distanza, questa ricorrenza ha ancora un significato che va oltre la vuota retorica e l'ostentazione di vessilli e bandiere?». E in serata Renzi è intervenuto solidarizzando con gli ebrei milanesi: «Il 25 aprile è festa di tutti - ha detto - festa di liberazione nel ricordo di chi ha combattuto per la nostra libertà e la democrazia, festa di unità e non di divisione e polemica».

 

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A Milano Mattarella è intervenuto al Piccolo Teatro: «La democrazia, al pari della libertà, non è mai conquistata una volta per tutte. È un patrimonio che dobbiamo essere capaci di trasmettere alla generazioni future» ha detto il capo dello Stato, che prima aveva deposto una corona all'Altare della Patria. Ma anche a Roma, al Pincio, era stato esposto uno striscione con la scritta «Noi il 25 aprile lo festeggiamo così» e la sagoma di Benito Mussolini impiccato in piazzale Loreto.

 

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