LIGURIA, TRINCEA DELL'ANTIRENZISMO - SONDAGGI NEGATIVI E LO SBRUFFONE RISCOPRE L'ANTIBERLUSCONISMO – IL RISCHIO DI UN “BERTINOTTISMO 2.0” CHE FACCIA PERDERE IL PD E IL RICHIAMO AL “VOTO UTILE”

Da una parte Renzi prova a dire che quello di domenica è un voto locale, dall’altra s’impegna ventre a terra per fare il miglior risultato possibile. Che non è il 4-3 che ha prudentemente buttato lì nel week-end, ma un 6-1 in cui al centrodestra si lascia solo il Veneto…

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Carlo Bertini per “la Stampa

 

renzi moretti renzi moretti

Matteo Renzi è preoccupato dai contraccolpi della crisi greca e dall’esito di queste tornate elettorali in Spagna e Polonia: e rispolvera un termine blairiano, la terza via, come nuova opzione «tra il rigido formalismo legato all’austerity e la demagogia del tutti contro l’euro». Per dire che «o l’Europa riesce a cambiare la propria politica economica o saranno sempre più forti i movimenti contro Bruxelles». 

 

renzi e agnese con la permanente renzi e agnese con la permanente

Ma il premier è soprattutto preoccupato in queste ore della tornata elettorale in casa propria e sa bene quanto il tema sicurezza sia sentito dai cittadini. Dopo una giornata vorticosa di esternazioni, consegna una notizia a Quinta Colonna che lo intervista. «Dopo la vicenda brutta al tribunale di Milano, è giusto che nei tribunali tornino i Carabinieri a garantire la sicurezza: e nelle prossime sedute del Consiglio dei ministri daremo il via all’assunzione straordinaria di 2500 tra carabinieri, guardia di finanza e poliziotti, per garantire la sicurezza, anche in vista del Giubileo».

 

La nostra sinistra 

E se la Spagna è un campanello d’allarme, anche il rischio di una competition a sinistra in salsa italica non lo è da meno. «Qualcuno nel Pd fa polemica, qualcuno ha scelto di andarsene, come in Liguria. Un film che abbiamo già visto, vi ricordate Bertinotti? Fece vincere Berlusconi che oggi si sfrega le mani». Renzi dunque gioca la carta del voto utile in Liguria, mettendo paura al tradizionale elettore di sinistra, magari tentato dall’astensionismo o dalla carta Pastorino, che così facendo rischierebbe di far vincere il nemico storico.

PAITA PAITA

 

Se dunque è vero, come stimano dalle parti di Palazzo Chigi, che la partita nelle ultime due settimane si gioca nelle grandi città dove pesa il voto d’opinione, prime tra tutte Napoli e Genova che decideranno le sorti di Campania e Liguria, si spiega perché Renzi dica «venti anni di centrodestra hanno lasciato macerie». E si spiega pure perché in questi ultimi giorni il premier potrebbe voler mandare segnali identitari al popolo di sinistra, per convincerlo a votare Pd.
 

Il peccato originale

luca pasturino luca pasturino

Non a caso ieri ha speso la prima giornata dell’ultimo giro di corsa per le regionali accanto alla Paita in Liguria, dovendo incassare pure i fischi di una ventina di contestatori sulla scuola. E ha volutamente rispolverato il nome di Bertinotti che evoca il peccato originale di una sinistra che fece cadere i governi di centrosinistra. «Qui ce la fa la Paita o Toti, quelli della sinistra se va bene arrivano quarti o quinti. Non bisogna consentire a nessuno di usare la vostra regione per fare del bertinottismo 2.0 consentendo alla sinistra di far vincere la destra», è l’avvertimento del premier.

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

Il quale, malgrado sia impegnato ventre a terra in questa campagna, nega volutamente il valore nazionale di questo test elettorale, perché «le elezioni non servono a consumare giochi politici romani». Insomma, derubricare le regionali mira a depotenziare eventuali contraccolpi dopo le urne. Ma dalle parti di Palazzo Chigi le previsioni sono buone e c’è fiducia di un risultato finale positivo ovunque, tranne in Veneto. Renzi però abbassa l’asticella del 6 a 1 non escludendo il 4 a 3. Anche se sulla tenuta in Liguria i renziani non tremano, «per vincere loro, Toti deve andare a Genova meglio di come andava Forza Italia quando prendeva il 38% nazionale...».

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

 

 

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