Mancano 58 giorni al voto E OBAMA PROVA A SALVARSI DAI FISCHI LANCIANDO UN FISCO PIù LEGGERO PER IL CETO MEDIO - E FINALMENTE FA UNA COSA DI SINISTRA: ABBANDONO DEI TAGLI ALLE TASSE DEI SUPER-RICCHI VOLUTI DA BUSH - TORNA IL BARACK COMBATTIVO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE: \"SE IL PAESE è IN CRISI, è COLPA DEI REPUBBLICANI: ELITARI, SPENDACCIONI E OSTRUZIONISTI\"...

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Maurizio Molinari per \"La Stampa\"

obamaobama

Barack Obama sceglie l\'Ohio per lanciare ai repubblicani la sfida di Midterm e lo fa sul terreno dove si sentono più forti: l\'economia. Il presidente sbarca a Cleveland dove parlò proprio alla vigilia del voto per la Casa Bianca. L\'obiettivo è di segnare una continuità con quanto avvenne allora: se nel 2008 bisognava «rimettere la nazione in marcia dopo i disastri economici causati da quasi una decade di governi repubblicani» ora il compito è «portare avanti il rilancio dell\'economia» impedendo ai conservatori di ostacolarla «ributtandoci all\'indietro».

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Obama risfodera la grinta elettorale, cita a più riprese Abramo Lincoln e martella per quasi un\'ora di seguito l\'attuale leadership repubblicana, chiamando per una dozzina di volte personalmente in causa John Boehner, il capo dei deputati - eletto in Ohio - che potrebbe diventare presidente della Camera dei Rappresentanti al posto di Nancy Pelosi se l\'esito del voto del 2 novembre confermerà i sondaggi.

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D\'altra parte è Boehner a guidare la campagna repubblicana. Parlando, anche lui da Cleveland, pochi giorni fa aveva sfidato Obama a colpi di sarcastiche battute del tipo «Mr President, dove sono i posti di lavoro che hai promesso?».

bushbush george cattedra

Obama picchia duro: «Hanno distrutto l\'economia, creando il disastro in cui ci troviamo per tagliare le tasse ai ricchi, favorire gli interessi particolari e far scappare posti di lavoro all\'estero» e ogni volta che negli ultimi due anni la Casa Bianca ha proposto leggi per il rilancio «loro hanno detto no, preferendo farsi da parte e lasciarci risolvere i problemi che loro avevano creato».

BarackBarack Obama e Nancy Pelosi

Nonostante il «partito del no», Obama assicura che l\'«economia è tornata a crescere con otto mesi consecutivi di aumento di posti di lavoro nel settore privato». La disoccupazione tuttavia è al 9,6% - circa due punti più rispetto all\'inizio della presidenza - e Obama ammette che c\'è molto ancora da fare. Ma è proprio sull\'agenda per far decollare la crescita che individua il terreno di sfida dei repubblicani in vista di Midterm.

RahmRahm Emanuel

Mancano 58 giorni al voto: se Boehner punta a riconquistare il Congresso imputando alla Casa Bianca la disoccupazione, il presidente ribatte che gli elettori dovranno scegliere fra le sue tre «proposte per l\'America» e «la negatività dei repubblicani».

Ecco di cosa si tratta. Primo: «Nel 2011 tutte le aziende potranno dedurre dalle tasse gli investimenti di capitale fatti». Secondo: «50 miliardi di dollari pubblici andranno alle costruzioni stradali dove è stato perduto il 25% dei posti di lavoro». Terzo: «I tagli fiscali di Bush verranno meno da fine anno per chi guadagna oltre 250 mila dollari ma saranno permanenti per gli altri».

LEONLEON PANETTA

E\' un pacchetto che mira a «sostenere la classe media con incentivi economici e sgravi fiscali» puntando a mettere all\'indice i repubblicani come il partito dei ricchi. E a Boehner che gli rimprovera il decollo del debito pubblico ribatte: «Il fisco irresponsabile lo avete generato voi, i democratici sono il partito della previdenza sociale, dei diritti civili e della riforma sanitaria».

JohnJohn Podesta

Saranno i prossimi sondaggi a dire se Obama è riuscito a invertire la tendenza, ma ad ostacolarlo arriva il «Beige Book» della Federal Reserve che prevede una «decelerazione» dell\'economia. Fra i grattacapi del presidente c\'è il probabile rimpasto che arriverà dopo il voto: l\'inattesa decisione del sindaco di Chicago di non ricandidarsi offre al capo di gabinetto Rahm Emanuel la possibilità di lasciare la Casa Bianca ed è già totonomine sul possibile successore. Si fanno i nomi di John Podesta, Leon Panetta, Ron Klain e Tom Donilon.

johnjohn podesta con obama

Tutte le aziende americane potranno dedurre dalle imposte gli investimenti fatti nel 2011. Il fine è spingere i piccoli imprenditori a innovare e le grandi corporation a sfruttare i profitti per creare posti di lavoro.

50 miliardi di dollari pubblici andranno per la costruzione di strade, ponti, ferrovie e piste d\'aeroporto per creare posti di lavoro. La nuova Banca per le Infrastrutture contribuirà a
finanziare i singoli progetti affiancando al capitale federale investimenti privati.

Alla scadenza degli tagli fiscali di Bush, il 31 dicembre, torneranno le tasse per singoli e imprese che hanno profitti annui oltre i 250 mila dollari. Si tratta del 2 per cento della popolazione. Per la classe media le tasse scenderanno.

 

 

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