MARINE DA SBARCO - LA LE PEN SULLE ORME DEL PADRE INVOCA IL PUGNO DURO CONTRO IL TERRORISMO: "CHIUDERE LE FRONTIERE E PERSEGUIRE TUTTI GLI SCHEDATI" - IL PREMIER CAZENEUVE: "SFRUTTA LA PAURA PER FARE PURA PROPAGANDA" -

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Leonardo Martinelli per la Stampa

Da giorni l' équipe di Marine Le Pen aveva capito che qualcosa non andava. Che arretrava (anche se di pochi punti percentuale), in un sondaggio dietro l' altro. Cosa stava succedendo? La più recente inchiesta sull' uscita dall' euro vedeva il 72% dei francesi contrario a quell' opzione, propugnata dalla Le Pen. E così a tavolino, un nugolo di fedeli collaboratori aveva già deciso all' inizio della settimana di non parlarne più o il meno possibile.

 

E di ritornare ai «fondamentali» del Front National, per ridare ossigeno alla campagna: la paura dell' immigrazione, il pugno duro contro il terrorismo, la sicurezza prima di tutto.

PARIGI PARIGI

Poi c' è stato l' attentato agli Champs-Élysées e Le Pen è andata ancora oltre, alzando il tono e rinfrescando certi slanci del padre, il vecchio Jean-Marie.

 

Con lo sguardo scuro e la voce drammatica, Marine ha spiegato: «La guerra che ci è fatta è asimmetrica e ha come obiettivo la nostra sottomissione a un' ideologia omicida. È senza pietà. Da dieci anni, sotto i governi di destra e di sinistra, tutto è stato fatto perché la perdessimo».

 

Si è poi rivolta a François Hollande e al premier Bernard Cazeneuve, con quella perfidia, che ricorda sempre più il patriarca dell' Fn. «A questo Presidente notoriamente inadempiente e a un governo effimero, logorato dall' inazione, chiedo un ultimo sussulto, prima di lasciare il potere». Sì, «il ripristino effettivo delle nostre frontiere» e «procedimenti civili e penali immediati contro tutti coloro che sono schedati S» (gli individui radicalizzati a rischio di passare all' azione).

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Ha detto che la Francia «non ha paura», precisando: «Mi sembra che taluni non si siano ancora resi pienamente conto del male che ci aggredisce e che intendo combattere con il pugno di ferro».

 

La risposta di Cazenueve non si è fatta attendere: per lui «il vero obiettivo» di Le Pen è «come in seguito a ogni dramma, approfittarne per strumentalizzare e dividere. Sfrutta senza vergogna la paura e l' emozione per dei fini puramente propopagandistici».

 

Finisce così la campagna di Le Pen per il primo turno. E finisce, da un certo punto di vista, con un passo indietro, che si consuma ancora una volta in famiglia, perché è sempre così, nel bene e nel male, per i Le Pen. La leader, che oggi ha 48 anni, divenne presidente del Front National all' inizio del 2011, innescando un processo di «dédiabolisation», lo sdoganamento del partito, abbandonando i toni apertamente razzisti. E, con l' aiuto di consiglieri come Florian Philippot, laureato alla prestigiosa Ena, fucina dell' élite nazionale, e Louis Aliot, suo compagno nella vita (alle spalle un dottorato di Diritto pubblico),

 

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ha elaborato un programma economico non più liberal come quello del padre ma a forte contenuto sociale, con uno Stato forte e una virata anti-europea, solo parzialmente corretta: Le Pen, se diventerà presidente, vuole portare avanti un negoziato con i suoi partner e solo dopo, in caso d' insuccesso, proporre con un referendum popolare ai francesi l' uscita dalla Ue e dall' euro. Tutto questo, però, non sembra aver rassicurato i suoi connazionali.

 

Ecco così la virata da destra pura e dura, nel rush finale. Philippot e il suo gruppo di giovani e rampanti dirigenti del partito sono ancora lì, accanto alla capa. Ma non è stato più lui a scrivere i suoi discorsi più recenti. Lo ha fatto (e qui ritorniamo alla famiglia) Philippe Olivier, genero di Marine, marito della sua sorella più grande, Marie-Caroline. Olivier è nell' Fn dagli Anni Settanta e certe tematiche le conosce bene: pure la retorica d' antan. Nel 1998 uscì dal partito, per seguire Bruno Mégret, con la moglie. Poi ci è rientrato con la nuova presidente. Nessuno di loro, ormai, parla più con il padre, buttato fuori (troppo imbarazzante) da Marine nel 2015. Ma lo spirito di Jean-Marie aleggia su tutti.

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