MENTRE I PM CERCANO I SOLDI SPARITI DELLE MAZZETTE MILIONARIE DEL MOSE, L’UNICO INDAGATO CONTINUA AD ESSERE L’EX MINISTRO MATTEOLI - MA DOVE VADA DAVVERO L’INCHIESTA, RIMASTA A BAGNOMARIA TRE ANNI, E POI ESPLOSA FINO A FAR AFFONDARE IL “SISTEMA VENETO” NON LO SA NESSUNO -

Galan che mercoledì capirà l’aria che tira in parlamento dove si deve decidere del suo arresto, insinua il sospetto che gli imprenditori i soldi se li siano intascati loro - Mazzacurati, l’ex presidente del Cvn racconta di essere andato più volte a Palazzo Chigi da Gianni Letta (“riferimento molto importante”) ma il giudice postilla: “Contatti privi di rilievo penale”.

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F. Pol. per "La Stampa"

L’inchiesta sul Mose fa correre tutti. Corrono gli avvocati che entro la settimana devono depositare le istanze davanti al Tribunale della libertà. Corre Giancarlo Galan che mercoledì capirà l’aria che tira in parlamento dove si deve decidere del suo arresto. Corrono i magistrati che cercano di capire dove siano finiti i soldi delle mazzette milionarie. 

Il magistrato delle Acque Patrizio Cuccioletta che si prende quasi 3 milioni di euro si fa pagare pure la festa all’Harry’s bar per la moglie. Renatino Chisso detto «nove zeri», ex assessore vicino al Governatore, accusato di avere incassato tangenti da 2-300 milioni di euro l’anno, nega e sul conto corrente ha 1500 euro. 

Altero Matteoli Altero Matteoli

E allora dove sono finiti i soldi? Giancarlo Galan parla di «nefandezze altrui», insinuando il sospetto che gli imprenditori i soldi se li siano intascati loro. I magistrati non mollano e al commercialista dell’ex Doge berlusconiano di Venezia prendono una montagna di carte ora sotto ai raggi X della Guardia di Finanza e gli sequestrano la villa sui Colli Euganei e in Croazia, una tenuta agricola e le barche. Si parlerebbe di affari per 50 milioni in mezzo mondo. Così tanti soldi che il commercialista Paolo Venuti, in auto con la moglie, intercettato dalle Fiamme Gialle, si chiedeva un po’ ingenuamente: «Ma poi vanno alle Bahamas?».

Dove vada davvero questa inchiesta sul Mose rimasta a bagnomaria tre anni e poi esplosa fino a far affondare il «sistema Veneto» non lo sa nessuno. Certo fa specie che Ettore Incalza, funzionario del ministero delle Infrastrutture, chieda a Giovanni Mazzacurati, il dominus di Cvn, se la nomina del magistrato delle Acque Signorini vada bene. Come se il controllore chiedesse al controllato se la nomina è di gradimento. Di politici nazionali finiti nelle carte ce n’è poi più di uno.

giancarlo galan giancarlo galan Intervento di Gianni Letta Intervento di Gianni Letta

La segretaria di Giancarlo Galan Claudia Minutillo parla di 500 mila euro finiti a Marco Milanese, stretto collaboratore di Giulio Tremonti, ipotizzando che il destinatario finale della mazzetta possa essere proprio l’ex ministro. Marco Milanese è indagato a piede libero. Giulio Tremonti nemmeno quello. I magistrati potrebbero decidere di sentirlo ma solo come persona informata dei fatti. Giovanni Mazzacurati, l’ex presidente del Cvn racconta di essere andato più volte a Palazzo Chigi dal più stretto collaboratore di Silvio Berlusconi, Gianni Letta: «Letta era un riferimento molto importante». 

MARCO MILANESE MARCO MILANESE

Il verbale è coperto da omissis. Il giudice postilla: «I contatti sono del tutto privi di rilievo penale». Ad essere sicuramente indagato per ora c’è solo l’ex ministro Altero Matteoli. Il fascicolo che lo riguarda è al Tribunale dei ministri. Ma lui nega di aver intascato tangenti per oliare la realizzazione della conca di navigazione del Mose, uno spigolo appena della Grande Opera. 

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