MILANO IN SALA D'ATTESA - PISAPIA NON SI RICANDIDA MA NESSUNO LO INVITA A RIPENSARCI: IL PD MILANESE PUNTA SUL COMMISSARIO EXPO, GIUSEPPE SALA (CHE VA BENE ANCHE A BERLUSCONI)

Il Pd milanese, che ha sempre trattato Pisapia come l'azionista di maggioranza tratta un leader di bandiera, ha preso contatti con Sala: potrebbe essere il candidato giusto per Palazzo Marino, in grado di mettere d’accordo Pd e Forza Italia. Tanto che dal commissario Expo sono andati in pellegrinaggio anche i luogotenenti di Berlusconi Gelmini e Toti....

Condividi questo articolo


Gianni Barbacetto per il “Fatto Quotidiano”

 

facci twitta l abbraccio a pisapia del popolo arancione facci twitta l abbraccio a pisapia del popolo arancione

Ha detto: “Non mi ricandido”. Ma nessuno gli ha replicato: “Giuliano ripensaci!”. Strano, no? Anzi: parevano tutti sollevati, tutti contenti di essersi liberati di lui. Specie a sinistra, specie nel Pd. Gli unici davvero dispiaciuti e smarriti sono gli “arancioni”, quelli del movimento civico che ha dato l’avvio alla “rivoluzione” che ha fatto il miracolo di portare il centrosinistra alla guida di Milano, la città dove sono nati il leghismo e il berlusconismo. Giuliano Pisapia ha annunciato che non si ricandiderà a sindaco di Milano e nessuno gli ha detto: “resta”.

 

Anzi, i giornali raccontano che già un mese fa i capetti del Pd locale – Pietro Bussolati, segretario cittadino, e Alessandro Alfieri, segretario regionale – avevano preso contatti con Giuseppe Sala, il commissario di Expo, per capire che cosa avrebbe fatto dopo la fine dell’esposizione universale. Lui, Sala, ripete che dopo l’evento se ne andrà due mesi in Patagonia. Ma più d’uno sussurra che, se Expo sarà un successo, o almeno non un disastro, Sala potrebbe essere il candidato giusto per Palazzo Marino, capace di mettere d’accordo Pd e Forza Italia. Tanto che da Sala sono andati in pellegrinaggio anche i due luogotenenti di Silvio Berlusconi, Mariastella Gelmini e Giovanni Toti.

   

giuliano pisapia giuliano pisapia

Restiamo al due del Pd, Bussolati e Alfieri. Saranno andati da Sala, un mese prima del gran rifiuto di Pisapia, a parlare della Patagonia? Gli avranno portato in regalo il libro sulla Terra del fuoco scritto da Jovanotti? Quello che succederà nei 14 mesi che mancano alle elezioni a Milano lo sanno soltanto gli dei. Quello che è successo nei mesi scorsi, invece, è un poco più chiaro: lo strano Pd di rito ambrosiano ha nei fatti lavorato contro Pisapia. “Nativi Pd”, amano chiamarsi i renziani senza Renzi che hanno conquistato a Milano un partito che non si è mai ripreso del tutto dalla batosta di Mani pulite, quando fu azzerato dalle indagini (malgrado le leggende dei magistrati che “salvarono” il Pci) e sprofondò nel 1993 all’8,8 per cento.

   

Giuseppe Sala ad expo Giuseppe Sala ad expo

Il nostro Pd è una forza nuova, dicono. Anche se permane qualche continuità con l’ultima gestione forte del partito, quella di Filippo Penati. Almeno nello stile: Pietro Bussolati (segretario cittadino), Pierfrancesco Maran (assessore alla mobilità), Monica Chittò (sindaco di Sesto San Giovanni) e gli altri Bravi Ragazzi del Pd di rito ambrosiano hanno sempre preteso di trattare Pisapia – questo alieno gentile senza cui non avrebbero mai vinto neanche un concorso rionale – come l’azionista di maggioranza tratta un leader di bandiera che deve però rendere conto a chi ha in mano le quote di controllo.

 

ACCORDO EXPO GIUSEPPE SALA ENRICO LETTA ROBERTO MARONI GIULIANO PISAPIA ACCORDO EXPO GIUSEPPE SALA ENRICO LETTA ROBERTO MARONI GIULIANO PISAPIA

Così hanno preteso di fare la Città della salute a Sesto San Giovanni, togliendo di fatto risorse a eccellenze sanitarie milanesi come l’Istituto neurologico Besta e il Policlinico. Così stanno lavorando per indebolire Atm, l’azienda comunale dei trasporti, e Mm, la società controllata dal Comune che dalla progettazione del metrò è passata a gestire anche le case popolari e l’acqua, a cui contrappongono la Cap

 

(la società che gestisce il servizio idrico nelle province di Milano, Monza e Brianza e Pavia) in una vera a propria “guerra dell’acqua”. Così hanno imposto la continuazione della M4, la linea del metrò che peserà per anni sugli esangui bilanci pubblici della città come una bomba a orologeria. Giuliano Pisapia ha annunciato che non si ricandiderà. Noi, unici, ci permettiamo almeno di chiedergli: ci hai pensato bene?

PIERFRANCESCO MARAN PIERFRANCESCO MARAN

 

Se non cambierà idea, ha comunque 14 mesi di libertà, senza condizionamenti elettorali, per cercare di evitare scelte che peseranno sul futuro della città e per contribuire a costruire una successione che non faccia morire del tutto la “rivoluzione arancione”.

 @gbarbacetto

lia quartapelle 8 pisapia lia quartapelle 8 pisapia

 

BAGGIO PISAPIA BAGGIO PISAPIA

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…