LA MISSIONE POSSIBILE DI AURELIO REGINA (PER POI PUNTARE ALLA PRESIDENZA DI CONFINDUSTRIA): ARRUOLARE BEBÈ BERNABÈ TRA I VICE DEGLI INDUSTRIALI ROMANI - LE 87 PAGINE DI SOS DEI CUSTODI DI POMPEI - MEGLIO CARCERATI O PELLEGRINI SULLA VIA FRANCIGENA? - LA CAMORRA È NEL PALLONE COL BOSS PENTITO - LEGIONARI DI CRISTO, IL COMMISSARIAMENTO PUÒ ATTENDERE - LA STRANA CATENA DI SANT’ANTONIO TRA ASSOPORTI, ANSA E GIORNALI…

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Da \"Panorama\"

BEBEBEBE BERNABE

1. ARRUOLARE BERNABÈ? MISSIONE POSSIBILE...
Pressing di Aurelio Regina, presidente dell\'Unione industriali di Roma, per convincere l\'amministratore delegato della Telecom, Franco Bernabè, a entrare nella squadra di vicepresidenti che già include nomi importanti come Mauro Moretti (Ferrovie), Flavio Cattaneo (Terna), Giampaolo Letta (Medusa), Rocco Sabelli (Alitalia), Giorgio Zappa (Finmeccanica) e Alessandro Caltagirone nei cda delle aziende del padre Francesco Gaetano. Bernabè sostituirebbe Stefano Pileri, vicepresidente all\'informatizzazione e al progetto «Roma città digitale».

Pileri, per 25 anni alla Telecom, dov\'era capo della divisione technology & operations, da settembre è amministratore delegato dell\'Italtel (di cui la Telecom è azionista) e all\'inizio di novembre ha lasciato il gruppo. Che finora ha occupato una vicepresidenza dell\'Uir attraverso un dirigente di prima fascia, ma mai con un amministratore delegato.

IlIl capo degli industriali romani, Aurelio Regina, visto da Manolo Fucecchi

Inoltre Bernabè avrebbe interesse a presidiare personalmente il piano romano di banda larga, finanziato con 600 milioni per 100 chilometri di fibre ottiche: un settore con molta concorrenza. Con l\'ad della Telecom in squadra, Regina aumenterebbe le ambizioni a puntare tra due anni alla presidenza della Confindustria: i giochi si apriranno nel 2011. (R.R.)

2. POMPEI, SEGNALAZIONI SNOBBATE...
A Pompei c\'è un registro riservato che Panorama ha potuto consultare: racconta che cosa accade giorno per giorno nella città archeologica. Il librone dalla copertina blu è compilato dai custodi. Che, dal 22 ottobre scorso, hanno riempito 87 pagine di segnalazioni. Dodici fanno riferimento alla prima settimana di novembre: riguardano altri casi di cedimenti e non solo. Inserita tra le pieghe del fascicolo, una nota permette anche di ricostruire che cosa è successo nei giorni antecedenti il crollo dell\'Armeria dei gladiatori. E di scoprire che, 72 ore prima, nel raggio di 30 metri, era già stato lanciato l\'allarme.

È mercoledì 3 novembre: in vicolo di Ifigenia, strada che lambisce la Schola armaturarum, cade un muro per circa 10 metri. Ma per la soprintendenza i due episodi sono distinti: chi ha eseguito il sopralluogo, in seguito alla nota dei guardiani, passando accanto alla domus non ha notato crepe. Anche nel maggio 2009, nel corso di un intervento di impermeabilizzazione sull\'edificio, «non emersero problemi strutturali» afferma oggi il geometra incaricato di dirigere i lavori. Per chiarire le cause del crollo (ed eventuali responsabilità), le indagini della procura sono in corso, mentre il registro dei custodi continua a riempirsi di sos. (Maria Pirro)

crollocrollo pompei

3. LA VIA FRANCIGENA? MEGLIO DELLA DETENZIONE...
In pellegrinaggio per 25 chilometri al giorno, come pena alternativa al carcere. L\'idea di spedire i giovani detenuti in marcia lungo la via Francigena è venuta a Roberto Serrentino, docente di scienza delle finanze all\'Università di Novedrate, in provincia di Como.
Serrentino, che ne ha appena parlato al convegno «Giustizia politica tra confronto e scontro», punta a una proposta di legge bipartisan che conduca a una regolamentazione simile a quella già adottata negli anni Novanta in Belgio e in Spagna.

Lì i giovani detenuti vengono recuperati attraverso il pellegrinaggio verso Santiago de Compostela, prima con percorsi brevi poi con la marcia più lunga. La versione nostrana dell\'espiazione verrebbe regolamentata dagli omologhi strumenti giuridici e soprattutto andrebbe intrapresa con lo stesso spirito pellegrino: zaino in spalla e soste nelle strutture dell\'accoglienza povera.

SalvatoreSalvatore Lo Russo

4. CAMORRA NEL PALLONE...
Il boss della camorra Salvatore Lo Russo, rilevante figura della criminalità organizzata partenopea, da alcune settimane ha avviato, in segreto, un difficile percorso di collaborazione con la giustizia. Ai magistrati antimafia di Napoli il capoclan sta svelando trent\'anni di segreti relativi a omicidi, traffico di droga e armi, e casi di corruzione tra le forze dell\'ordine.

Lo Russo è anche il depositario dei patti inconfessabili tra camorra e mondo del calcio per la gestione delle scommesse clandestine nelle serie professionistiche e semiprofessionistiche, su cui sono aperti diversi filoni d\'inchiesta a Napoli. Il padrino, infatti, controllava il ricco business delle combine pallonare già ai tempi d\'oro di Diego Armando Maradona. (Simone Di Meo)

VelasioVelasio De Paolis

5. LEGIONARI ANCORA INTOCCABILI...
Segna il passo il commissariamento dei legionari di Cristo affidato al futuro cardinale Velasio De Paolis. A quattro mesi dalla nomina del delegato pontificio, devono ancora mettersi al lavoro le tre commissioni incaricate di redigere le nuove costituzioni della congregazione, risarcire le vittime degli abusi sessuali compiuti dal fondatore Marcial Maciel, fare luce sul patrimonio economico. Sono al loro posto i vertici della congregazione, incluso l\'ex braccio destro di Maciel, Luis Garza Medina, vicario generale dei legionari e presidente della Fondazione Altius, la cassaforte della congregazione.

Garza ha fatto persino gli onori di casa all\'inaugurazione dell\'anno accademico dell\'ateneo dei legionari, il 21 ottobre a Roma, presente il cardinale Peter Turkson. Secondo De Paolis, ci vorranno due o tre anni per una rifondazione, un tempo troppo lungo per molti sacerdoti che stanno abbandonando la Legione.(I.I.)

EzioEzio Mauro e Giulio Anselmi

6. SE L\'ASSOPORTI PAGA LE NOTIZIE...
Una strana catena di Sant\'Antonio unisce l\'Assoporti (che raggruppa le autorità portuali italiane), l\'Ansa e gli editori di giornali. Le autorità portuali pagheranno all\'agenzia una consulenza di 120 mila euro per un anno, che dovrebbero diventare 180 mila e 250 mila nei successivi, per diramare i propri comunicati finora divulgati gratis dalla stessa Ansa, cooperativa di cui sono soci i giornali. I quali pagano così l\'agenzia per ricevere notizie che alla stessa sono pagate da altri.

L\'Assoporti è un\'associazione privata: è come se la Confindustria gestisse la comunicazione della Fiat o della Pirelli pagando giornalisti stipendiati da altri. Il tutto per le ambizioni dell\'ex senatore pci Francesco Nerli, presidente dell\'Assoporti.

 

 

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