IL MOLLE AGIATO consiglia: MUOVI IL CULATELLO E ACCETTA IL PROGRAMMA DI GRILLO!

Celentano si prende la briga di dare consigli a Culatello per conquistare il favore del M5S - “Caro Pierluigi, solo tu puoi fare la mossa giusta: guida il governo accettando i programmi di Grillo e dicendoti pronto a discutere anche le proposte più lontane dal tuo modo di pensare”...

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Lettera di Adriano Celentano a "La Repubblica"

adriano celentano e beppe grilloadriano celentano e beppe grillo

Caro Direttore, in questi giorni non si parla che del confronto Bersani-Grillo, e ogni giorno sembra un anno da quel lontano 24 febbraio 2013, in cui l'uragano-Grillo si è abbattuto come una furia sull'Italia elettorale.

Quell'Italia che non voleva cambiare, sempre con lo stesso abito grigio, ormai sfilacciato e pieno di macchie, piccole e grandi, alcune con dei grossi buchi al centro dove nessun rammendo è possibile. E sono proprio queste le macchie peggiori, che per 'non dimenticare', come si dice per l'Olocausto, vengono catalogate sotto la dicitura di 'FALSO benessere', in nome del quale ci si è potuti accanire e stravolgere, il 'bel sembiante' dell'Italia che fu. Sembrano passati anni e invece siamo a poco più di due settimane dal meteoritico voto. Il pericolo più imminente dello stallo Grillo-Bersani è che tutto possa invecchiare di colpo, compresi i vari 'trionfi'.

CELENTANO E BEPPE GRILLOCELENTANO E BEPPE GRILLO

I punti sui quali ragionare non sono poi tanti. Ed è forse questo il problema. È come se ad un tratto il Paese fosse imprigionato da due o più alternative contrarie, ed entrambe possibili. Un dilemma dal quale cominciano a spuntare ipotesi di un possibile governo al di fuori dei contendenti, come ad esempio quello lanciato da 'Servizio pubblico': «Si tratta di un governo ideale - annuncia Santoro, ma premette - naturalmente senza Bersani».

Ora, con tutto il rispetto per le persone scelte, impeccabili direi, a partire da Rodotà, che stimo molto, al grande Carlin Petrini, alla Gabanelli, tutte persone validissime certo, ma io continuo a credere che il leader debba essere Bersani con il SUO governo. Se non altro perché, fra quelli che sono arrivati primi e non hanno vinto, lui è quello che è arrivato più PRIMO degli altri.

pier luigi bersanipier luigi bersani

Però, c'è un però: Grillo non fa che ripetere (e insultare) che lui non darà la fiducia a nessun partito. E sotto un certo profilo può anche essere giusto, come è giusto e sarebbe saggio secondo me che anche tu, 'amico parlante' sarebbe ora che cominciassi a cambiare registro ai tuoi toni: fregatene se gli altri ti insultano e inventano società che non esistono e, anche se fosse, te le saresti guadagnate col tuo lavoro. Chi ti ha votato conosce bene il gioco meschino dei POTERI forti quando vengono disturbati. Ma la cosa che più di tutti preoccupa in questo momento è un'altra.

Pare che Bersani non abbia scelta: «Se Grillo non accetterà il confronto non ci rimane che tornare alle urne, poiché neanche a parlarne accetterei di allearmi con il terzo vincitore, Berlusconi ». E allora? Poche sere fa, l'affascinante Lilli Gruber ha chiesto a Bersani: «Se ci fosse Grillo qui davanti a lei, cosa gli direbbe?». Bersani l'ha guardata, e abbozzando un sorriso ha sentenziato: «Gli direi... dimmi!». Ecco il punto.

CARLIN PETRINICARLIN PETRINI

Caro Pierluigi, è più probabile che Grillo smetta di insultarti piuttosto che dirti quello che tu vorresti sentirti dire. Io, invece, ti dico qualcosa: sono fermamente convinto che nessuno meglio di te, può cavalcare il vento di queste ore. Devi però ammettere che è in atto un forte cambiamento e l'artefice di questo cambiamento è Grillo. Anche tu lo riconosci e dici che a questo punto la priorità assoluta, prima ancora dei partiti, è il bene del Paese e io ci credo.

milena gabanellimilena gabanelli

E se è il caso, dici anche che non ci penseresti due volte a cedere il posto a qualcun altro. Ma sarebbe un ERRORE. Perché solo tu puoi fare la MOSSA giusta. La mossa che i tempi di questo grande momento ti chiedono. Che sono poi gli stessi che hanno chiesto al Papa l'urgenza di una SCOSSA per la chiesa degli scandali mentre un METEORITE si abbatteva sulla Russia.

Una mossa la tua, che indurrebbe i 'grillini' a chiedere al loro fondatore per quale motivo non dovrebbero accettare una proposta che non possono rifiutare. Per cui se davvero vuoi evitare agli italiani un altro tormento alle urne, con chissà quali conseguenze, non solo per il tuo partito ma temo anche per lo stesso Grillo, ben lontano secondo me da quel 100% che dovrebbe essere lui il primo a non ambire di ottenere (ma si sa che a volte può succedere di dire cose che non pensiamo).

Stefano RodotaStefano Rodota

Mentre questo non sarebbe il caso che ti riguarda, poiché il tuo pensiero, come dici, è rivolto alla soluzione meno peggiore per gli italiani. Ma se è così allora sii tu a dare la FIDUCIA a Grillo. Non nel significato che la parola assume quando per esempio un governo chiede alle camere il voto di fiducia. Ma in un patto tra te e Grillo di fronte agli italiani dove si dice che: «Io, Pierluigi Bersani sarò il PREMIER che accetta tutti i punti del tuo programma che entrambi riteniamo fondamentali per il bene dell'Italia e sono
pronto a discutere anche su quelli che sono in totale contrasto con il mio modo di pensare».

BERLUSCONI IN TRIBUNALEBERLUSCONI IN TRIBUNALE

Sarebbe una 'mossa' STORICA che permetterebbe al Paese di approvare le riforme più urgenti e incamminarsi davvero sulla via del CAMBIAMENTO. Almeno fino a quando l'idillio fra te e Grillo reggerà. Sarebbe un gesto così innovativo, che pur sul nascere di un eventuale disaccordo, potrebbe dar luogo a un vero e proprio dibattito DEMOCRATICO, dove anche nei momenti di maggior contrasto potrebbe non mancare quel punto di 'strana convergenza' che è tipica dell'italiano saggio.

Quando hai presentato il piano A hai detto che non ci sarebbe stato un piano B e francamente anch'io l'ho pensato. Quello che ti ho appena prospettato è certamente fuori da ogni tipo di continuità. Poiché non è neanche un piano C. Ma un piano Z. Poiché è esattamente dalla fine che si ricomincia.

 

 

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