LA NORMA SALVA NAZARENO – RENZIE AVVERTE: “NON PRENDO ORDINI DAI TECNICI”, MA IL TESTO DEL DECRETO FISCALE TORNA AL TESORO DALLA COMMISSIONE GALLO – SI CERCA IL MIRACOLO: UNA NORMA NÉ A FAVORE NÉ CONTRO BERLUSCONI

Dentro il ministero dell’Economia, la vicenda non è chiusa. La struttura che ha lavorato al decreto sta aspettando che Padoan fornisca una spiegazione del perché ha accettato che il lavoro sotto il quale aveva apposto il proprio «visto» venisse stravolto con l’introduzione dell’articolo 19 bis e finisse oggetto di pesanti critiche…

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Antonella Baccaro e Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera

 

Disinnescare le polemiche, con Forza Italia ma anche con la sinistra del Pd, in vista del voto del Quirinale, assumendosi la responsabilità del pasticcio della norma «salva Berlusconi», questo è stato il compito di Renzi, ieri, prima che la strage di Parigi non ne assorbisse l’attenzione.

matteo renzi pier carlo padoan matteo renzi pier carlo padoan

 

Da parte sua il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha visto il premier in mattinata, gli ha offerto una sponda concordando di aspettare il 20 febbraio per modificare il decreto attuativo della delega fiscale. Incidente chiuso? A giudicare dalla reazione di Berlusconi da una parte, che ha chiesto la fine anticipata della pena accessoria, e da quella di Pier Luigi Bersani dall’altra, che ha criticato la filosofia del decreto, si direbbe di no, che avrà ancora strascichi.

 

Ma c’è un altro fronte tutt’altro che chiuso, dentro il ministero dell’Economia, dove la struttura che al decreto ha lavorato sta aspettando che Padoan fornisca una spiegazione del perché abbia accettato che il lavoro sotto il quale aveva apposto il proprio «visto», venisse stravolto con l’introduzione dell’articolo 19 bis e finisse oggetto di pesanti critiche.

 

Certo, ricordava ieri il sottosegretario Delrio, «i testi che escono dal Consiglio dei ministri sono collegiali», e naturalmente possono essere cambiati, «se no che ci sta a fare il Consiglio?». Ma qui si sta parlando di un testo la cui delicatezza aveva richiesto la costituzione di una struttura apposita di giuristi, la commissione Gallo.

franco gallo franco gallo

 

Ieri Padoan, di ritorno da Palazzo Chigi, ha incontrato proprio Franco Gallo, il cui organismo era riunito, e a lui, che ha criticato l’articolo 19 bis, ha assicurato che i principi della delega saranno fedelmente seguiti nella nuova versione del decreto, su cui la commissione sarà comunque chiamata a esprimere un parere.

 

E tuttavia Padoan deve ancora incontrare il viceministro Luigi Casero, che ha la delega sul Fisco, e che, secondo alcune ricostruzioni, è stato oggetto di uno «scaricabarile» circa la paternità della norma «salva Berlusconi» da parte di Palazzo Chigi, quando la polemica infuriava. In quelle stesse ore Padoan affidava un unico pensiero allo staff: manifestare la piena disponibilità ad eventuali correzioni disposte da Palazzo Chigi.

 

SILVIO BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI

E poi c’è il sottosegretario Enrico Zanetti, il primo a aver dato l’allarme sulle potenzialità del famigerato articolo 19 bis che il Consiglio dei ministri, Padoan compreso, aveva approvato. Ora al ministero ci si chiede se non sarebbe meglio cancellare e da subito quelle norme anziché rinviare al 20 febbraio. Ma le parole pronunciate da Renzi, lui che «non mette la firma» su norme «preparate dai tecnici», hanno confermato l’intenzione di riscrivere il decreto in totale autonomia.

 

A meno di colpi di scena, lascia capire, confermerà la ratio della norma, escludendo sia effetti positivi per il Cavaliere, ma anche norme «contra personam». Non sarà facile, perché è coinvolta la candidabilità dell’ex premier. Ma «siamo ad un bivio», ha detto Renzi e qualcuno già ora pensa che se qualcosa dovesse andare storto, proprio Berlusconi sarebbe il suo miglior avversario in caso di elezioni anticipate. Con buona pace dei malumori nel Pd.

 

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