OPS, IL PREMIERINO CI RIPENSA - AGLI INDUSTRIALI DI TORINO AVEVA DETTO: “SE PERDO CAMBIO MESTIERE” - OGGI ALLA RADIO RENZI DICE: "IL REFERENDUM SUL FUTURO DEL PAESE NON SUL MIO”, E SI OPPONE ALLA PARTECIPAZIONE DEL POLITOLOGO PASQUINO: ''MI HANNO ESCLUSO DALLA TRASMISSIONE''

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Da “Ansa”

 

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Il referendum "e' sul futuro del paese e non sul mio". Cosi' Matteo Renzi, a Radio Anch'io, corregge la ricostruzione dell'incontro con gli industriali ieri a Torino che ipotizzavano che avesse detto "se perdo cambio mestiere".

 

Renzi è tornato all'attacco di Massimo D'Alema che sostiene il 'no' (e ha fatto sapere che non parteciperà a 'rodei tv' con Renzi) che ieri era stato criticato anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti.

 

"D'Alema - ha detto il premier - usa il referendum per rientrare in partita, vota no convinto di poter rappresentare il futuro". Il governo - ha assicurato - sta facendo cose che "sono state rinviate per 20-30 anni".

 

RENZI dalema RENZI dalema

"E' vero che D'Alema e' contro ma questa non e' una discussione dentro il Pd, c'e' gente di destra, ma anche di Grillo, che voteranno si'. Chi vuole meno costi e' chiamato ad un domanda secca. Si puo' discutere se i risparmi sono 50 o 500 milioni, io ho dedicato una trasmissione a dimostrare, calcolatrice in mano, che sono 500 milioni ma comunque nessuno mette in discussione che c e' una riduzione dei costi".

 

"Non è un derby tra Renzi ed il resto del mondo ma dell'Italia contro la vecchia guardia", ha detto ancora e sull'immunità: "se vince il no l'immunità resta per 945 persone con il sì scende a 730 persone, quindi il numero diminuisce".

 

Dall'articolo di David Marceddu per www.ilfattoquotidiano.it

 

“Giovedì 6 ottobre alle 17 la Rai m’invita a RadioAnch’io con Matteo Renzi. Alle 19.40 la Rai stessa mi comunica che il presidente del Consiglio non vuole fare il dibattito”. A raccontare i fatti è lo stesso Gianfranco Pasquino, politologo di fama mondiale e senatore per tre legislature tra le fila della sinistra indipendente. Non solo quindi la fatwa contro La7 (con l’ordine ai renziani di boicottare i programmi della rete). Questa mattina come da (nuovo) programma il premier ha parlato da solo in trasmissione, criticando tra l’altro “il clima da caccia all’uomo mediatica contro chi la pensa diversamente dal No”.

 

Peccato che proprio premier, secondo quanto riferito dal professore, non ha voluto il contraddittorio. Pasquino a ilfattoquotidiano.it ha detto: “Se avessi potuto parlare gli avrei fatto notare alcune contraddizioni della sua Riforma”. Schierato per il No al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, da mesi il professore fa dibattiti in tutta Italia (“Un’ottantina per ora lungo tutto il Paese, da Sciacca ad Alessandria”) per combattere una riforma che, a parere suo, non porterà alcun miglioramento nella vita dei cittadini.

 

PASQUINO PASQUINO

Che cosa avrebbe chiesto al presidente del consiglio se avesse potuto partecipare al dibattito radiofonico?

Gli avrei fatto notare alcune contraddizioni della sua Riforma. Per esempio gli avrei chiesto che cosa ci fanno in un Senato delle Regioni 5 senatori nominati per sette anni dal presidente della Repubblica? Gli avrei fatto notare che il parlamento italiano finora ha fatto più leggi e in tempi più brevi del bicameralismo tedesco o francese o inglese.

 

È stato chiamato qualcuno a sostituirla alla trasmissione?

No, c’è stata mezzora di scambio con il conduttore, che peraltro ha fatto delle ottime domande. La mia critica non è al conduttore, ma a chi ha accettato l’imposizione del presidente del Consiglio.

 

Crede che Renzi abbia evitato di averla in trasmissione perché è in difficoltà?

gianfranco pasquino (3) gianfranco pasquino (3)

Premetto che Renzi da premier può decidere se e con chi dibattere. Obama non va mica ai dibattiti alla Cnn. Ma nel momento in cui il nostro presidente ritiene di essere il dominus di queste riforme, allora dovrebbe dibattere. Detto questo, non so quanto sia in difficoltà. Durante i dibattiti qualche volta sembra che non capisca le obiezioni e quindi va avanti dicendo le solite cose facilmente contestabili: “Ce lo chiede l’Europa”, “È da 30 anni che aspettiamo”, “Bisogna velocizzare”. Ma raramente queste cose gli vengono contestate. Lui va avanti, interrompe, prosegue oltre i tempi: ha adottato una tattica che conosciamo perfettamente. Nei dibattiti c’è sempre un prevaricatore. Lui è un prevaricatore, che però ha la carica di presidente del consiglio”.

 

 

 

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